Museo Grigio - Archivio Storico dei Grigi

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16-06-1985 - Giornata: 1 - Modena - Alberto Braglia	Stagione: 1984/1985
Serie C2
Spareggio

Prato AC - Alessandria Calcio US 3 - 2 (0 - 1)
RETI: 47. Ravot [Pr] , 51. Ceccaroni [Pr] , 61. Telesio [Pr] 19. Marescalco F.[A], 82. Da Re P.[A]

Alessandria Calcio US Beccari Sandro, Vulpiani Fabio, Sgarbossa Eugenio, Marchetti Maurizio [64. Briata Roberto], Gregucci Angelo Adamo, Carrera Massimo, Camolese Giancarlo, Scarrone Pier Paolo [58. Saporito Franco], Marescalco Franco, Da Re Paolo, Marchetti Giancarlo A disp.:(P) Carraro Renato, Cesaro Gian Luca, Manueli Luigi All.: Tagnin Carlo

Formazione avversaria
PRATO AC: Vettore, Colombo, Improta, Esposito, Bertolucci, Bellini, Colucci, Ceccaroni, Ravot [86. Simoni], Ferretti [67. Bonati], Telesio. A disp: Puggelli, Spagnuolo, Pessina All.: Bruno Maurizio

Arbitro: Baldas Fabio (Trieste)
Note
Spareggio per la promozione in Serie C1 Spettatori: oltre 7.000 (6.599 paganti, incasso L. 72.703.600). La Gazzetta dello Sport scrive, anche nell’articolo, di 15.000 spettatori. Giornata nuvolosa, caldo tollerabile, terreno di gioco in ottime condizioni. In tribuna rappresentanti di quasi tutte le società della categoria. Tra gli altri, notato anche l'ex tecnico della nazionale Edmondo Fabbri. Presenti anche molti politici alessandrini. PROMOSSO: Prato

Commento
L’ALESSANDRIA CEDE (2-3), MA QUANTE EMOZIONI A MODENA! Chi ha detto che gli spareggi sono sempre brutte partite? Non è stato così a Modena dove l’Alessandria ed il Prato hanno regalato ai quindicimila spettatori una gara bellissima. Novanata minuti di fuochi d’artificio, cinque gol, una traversa proprio allo scadere, ed una quantità incredibile di occasioni da rete. Ha vinto il Prato che in un quarto d’ora all’inizio della ripresa, è riuscito a spezzare un equilibrio durato tremila minuti in campionato. Ma se avesse vinto l’Alessandria non ci sarebbe stato nulla da dire. I piemontesi hanno avuto in mano la C1 per mezz’ora, dal gol-capolavoro di Marescalco fino all’inizio del secondo tempo quando hanno subito la tripletta dei toscani. Ma poi, i grigiorossi hanno continuato a lottare fino al termine e proprio all’ultimo minuto un grazioso omaggio dello stopper del Prato, Bertolucci, che colpiva la propria traversa, stava per regalare loro la chance dei supplementari. Il lungo ed emozionante spareggio di Modena era iniziato già nel primo pomeriggio quanto cinquemila piemontesi e tremila toscani avevano invaso la città emiliana. C’era preoccupazione per possibili incidenti fra le due tifoserie che non si amano troppo. I pratesi asseriscono che la formidabile rimonta dell’Alessandria (14 punti in dieci partite) non sia proprio delle più limpide. I piemontesi ribattono citando il gioco più brillante ed i quarti di nobiltà che risalgono all’epoca d’oro di Gianni Rivera. Ma tutto, per fortuna, si riduce ai soliti slogan truculenti e militareschi. Solo qualche momento di tensione prima della partita quando un gruppetto di ultras tenta una spedizione verso la curva opposta. Ma i tifosi grigiorossi intonando un coro “ignoranti, ignoranti” mimano con la mano il gesto di Pazzaglia ad indicare un basso livello. Lo scherzo allenta le tensioni e si può iniziare. Gli uomini più attesi sono da parte alessandrina il cannoniere Marescalco, 19 gol nella sua prima stagione grigiorossa ed il ventenne libero Carrera. Ma nel primo quarto d’ora per la verità gli attacchi si vedono poco. La manovra sonnecchia a centrocampo, i difensori distribuiscono calcioni ai limiti delle aree. Ma il primo tiro in porta è subito gol. A dare la sveglia ci pensa proprio Marescalco al 19’. Sulle elaborate manovre del centrocampo Da Re lancia la palla in area. Il centravanti dell’Alessandria filtra, inganna con una bella finta il controllore Colombo e lascia partire un destro che s’infila preciso nell’angolo. Sulle ali del vantaggio l’Alessandria mena la danza per tutto il primo tempo grazie ad una netta supremazia del centrocampo. Su tutti Scarrone, vecchia conoscenza (Milan e Verona), che al 23’ va vicino al raddoppio con una bella azione personale conclusa però da un tiraccio di sinistro, il suo piede meno felice. Il Prato si butta avanti ma le sue idee si fermano alla tre quarti campo. Pochi palloni raggiungono le punte e le uniche occasioni per pareggiare vengono su due punizioni al 38’ ed al 41’ Finalmente a 2’ dal riposo una bella azione del Prato smarca Ravot solo davanti alla porta. Passano tre lunghissimi secondi nei quali il centravanti toscano ha tutto il tempo di stoppare, mirare e… sbagliare. Si va al riposo con la netta sensazione che l’Alessandria debba solo limitarsi a controllare il gioco e partire in contropiede con la sua arma più efficace, Marescalco. E invece, incredibilmente, nella ripresa si vede un’altra partita. Assistiamo ad un quarto d’ora di stupenda follia durante il quale le due squadre hanno quattro o cinque occasioni a testa per segnare. Ed è proprio qui che viene fuori la maggior precisione degli attaccanti del Prato. Al 46’ il Prato trova il pareggio. Una mischia furiosa in area viene risolta da un cross di Telesio che letteralmente incoccia la testa di Ravot ed è l’1-1. Immediata reazione dell’Alessandria che in 60” si mangia due palle-gol, prima con Camolese (bel tiro al volo deviato dall’ottimo Vettore) e poi con Gregucci che sotto porta spare alle stelle. Puntuale arriva il 2-1 del Prato. Anche questa è un’azione confusa con un paio di tiri ribattuti alla meglio dai difensori grigiorossi e la zampata finale di Ceccaroni. La lezione però non serve ai piemontesi che si catapultano di nuovo in avanti alla ricerca del pareggio. Ci arrivano vicino dopo 1’ con un tiro di Sgarbossa al volo, forte ma centrale. Intanto, a folate, i pratesi vanno in contropiede. Prima sfiorano il gol con Colucci su papera di Beccari e poi raggiungono il 3-1 con Telesio. Un’azione molto bella: con tre lanci il Prato si porta dalla difesa all’attacco ed è ancora Ravot ad imbeccare Telesio che spara un bel tiro di sinistro nell’angolino. L’Alessandria ondeggia come un pugile suonato. Cosa è successo? Edmondo Fabbri, in tribuna, la spiega così: «Nel primo tempo i piemontesi avevano il vantaggio della regia di Scarrone, l’uomo d’ordine che manca al Prato. Ma nella ripresa il cervello dei piemontesi si è spostato avanti di venti metri a cercare gloria ed in quella posizione è invece risultato inutile. Così il Prato, che è più veloce, ha riconquistato la supremazia a centrocampo». Sembra quasi che l’allenatore dell’Alessandria lo senta e subito Scarrone viene sostituito. Inizia così l’atto terzo della partita nel quale si rivede il gioco dell’Alessandria. Ma la manovra è piuttosto monotona. Il copione fisso prevede il lancio per Marescalco sul quale però il Prato raddoppia la marcatura. L’unica soluzione è un’impresa personale. Lo capisce Da Re all’82’. Al limite dell’area spiazza tre avversari con una serie di finte e infila di destro Vettore. È il 3-2. Ancora 8’ di speranza. Gli ultimi spiccioli della partita si fanno più frenetici. La paura del Prato si vede nei lunghi rinvii. All’ 89’ l’incubo della rimonta e dei supplementari sembra fasi realtà: un infelice intervento di testa dello stopper del Prato Bertolucci per poco non provoca l’autorete: la palla ricade in campo e lo stesso Bertolucci la toglie dalla linea di porta. È l’ultima emozione. (La Gazzetta dello Sport – Curzio Maltese) DIFFICILE DIMENTICARE LO SPAREGGIO DI MODENA — INCERTEZZA SUL FUTURO DELLA SOCIETÀ Dopo il dramma, si pensa al mercato Un tifoso, dopo il terzo gol del Prato: «Ad un certo punto avrei voluto pizzicarmi, per vedere se stavo sognando» — Il gol di Marescalco aveva illuso il pubblico di fede alessandrina; nella ripresa, l’incredibile tripletta — Quasi allo scadere, dopo la rete di Da Re, una traversa impedisce il pareggio — Mercato: domani si risolvono le comproprietà di Coppola, Battiston e Vulpiani — Si attendono le decisioni di Marco Calleri Ci vorrà forse molto tempo per ricucire le ferite di Modena, come ci vorrà molto tempo prima di rivedere al seguito dei “grigi” cinquemila alessandrini con sciarpe, bandiere, striscioni e anche soltanto la voglia matta di incitare la squadra che per l’ennesima volta (ma con l’onore delle armi, lottando come mai ci era capitato di vedere) ha fallito la scalata alla C1. Ci vengono ancora i brividi al ricordo del terribile spareggio di domenica. Al confronto di Prato-Alessandria, certamente Ospitaletto-Trento che pure si è risolta ai “rigori” dev’essere parsa una gara amichevole; forse soltanto lo spareggio tra Vicenza e Piacenza ha avuto toni altrettanto spettacolari: ma in quest’ultimo caso si giocava il diritto a ritornare tra i cadetti. «Ad un certo punto avrei voluto pizzicarmi per vedere se stavo sognando oppure ero realmente desto - ha dichiarato un alessandrino in tribuna - perché non riuscivo a credere che i grigi, meritatamente in vantaggio e dominatori, nel primo tempo, stessero poi perdendo per 3-1. E il tutto accaduto in neppure quindici minuti». Il dramma dell’Alessandria si è dunque compiuto nella seconda parte della gara, ma non certo per presunzione o per scarsa condizione atletica. Semplicemente è accaduto quello che un qualsiasi allenatore di calcio, che rientra negli spogliatoi in svantaggio di un gol si chiede, anzi sogna: recuperare subito, meglio nei primi due minuti. E così è capitato al Prato: Ravot ha sorpreso Beccari fuori dai pali e ha dato il via alla tripletta dei toscani sulla cui vittoria pesa però a nostro avviso, una errata valutazione arbitrale, che ha dato il via all’azione del pareggio da interrompere invece sul nascere per un evidente fallo su Giancarlo Marchetti, purtroppo troppo spesso tartassato dai difensori e senza adeguata protezione arbitrale. Poi il dramma. «Avevamo per un tempo la C1 a portata di mano - ha detto livido in volto Ciccio Marescalco che ha segnato un’altra rete, la ventesima, da antologia, - invece ci troviamo a recriminare su quello che è stato: ci voleva un miracolo d’accordo, perché soltanto grazie ad una rimonta che ha quasi del soprannaturale siamo riusciti a recuperare tutti quei punti al Prato, ma potevamo riuscirci». Poi l’attaccante si allontana consolato da capitan Scarrone, mentre Colombo negli spogliatoi fissa il pavimento senza aver nulla da dire e Tagnin si aggira nervosamente sul piazzale degli spogliatoi. Il futuro. La mazzata è terribile non per gli effetti immediati che ha avuto (e che sono pur sempre altrettanto micidiali: un anno buttato via in novanta minuti) per quello che accadrà in questi giorni, durante i quali si gettano le basi per la stagione che verrà. Sugli spalti del “Braglia” c’erano molti spettatori interessati: Luciano Battiston che aspira ad un posto nella difesa del prossimo anno («Ma dipende forse dall’esito di questa gara...»), l’ex tecnico dell’Asti, Ezio Volpi, circondato ovviamente da colleghi e da curiosi («Sono giunto a Modena perché era la sede di spareggio più vicina»), i centrocampisti Cassano e Spigoni. Subito l’Alessandria dovrà risolvere le comproprietà (il calcio mercato ha avuto inizio lunedì a “Milano Fiori” n.d.r.) di Coppola con il Milan, Battiston con la Massese e Vulpiani con la Salernitana. E prima ancora si dovranno conoscere le reali intenzioni di Marco Calleri che ha il compito di ratificare le decisioni prese dal direttore sportivo in sede di mercato. Sono momenti estremamente delicati. Subito dopo lo spareggio - dramma del “Braglia” il fratello Giorgio, contitolare della Mondialpol aveva evitato di prendere posizione sull’argomento «Siamo tanto amareggiati - aveva dichiarato al cronista - che non ci sentiamo di rispondere cosi, su due piedi. Vedremo nelle prossime ore». Previsioni impossibile farne: c’è chi da tempo assicura che i massimi dirigenti, confortati da quanto accaduto nelle ultime domeniche che ha visto il pubblico stringersi attorno alla squadra, decidano di restare. Altri sostengono la tesi opposta: presidenza affidata al consigliere Bonacina con sostanziale modifica dei piani per il futuro. Cosa fare anche dei giocatori è il problema di sempre. Da qualche anno l’Alessandria ha scelto la politica del “rinnovamento a tutti i costi”; una scelta dettata, purtroppo, a volte da necessità contingenti, come il fallimento di un campionato e le contestazioni del pubblico. Ma quest’anno i grigi sono stati puniti soltanto nella incredibile roulette dello spareggio e il pubblico li ha applauditi a lungo. Sarebbe un peccato cambiare. Se Scarrone andrà a Casale come pare ormai certo e se Gregucci prenderà altre destinazioni nessun dramma; ma sugli altri si dovrà riflettere un attimo, perché tutti questi mesi di lotta sfortunata non siano stati, ancora una volta, inutili. (Il Piccolo - Roberto Gilardengo) Nello spareggio per la C1 l'Alessandria cede al Prato. SVANISCE IL SOGNO DEI GRIGI Sul neutro di Modena sconfitti per 3-2 in una gara che li ha visti passare in vantaggio per primi - Errori tattici e scarsa condizione fisica alla base della sconfitta In C1 passa il Prato, mentre l'Alessandria sta piangendo sui suoi errori di tattica e sulla sua scarsa condizione atletica. È indubbio che nel 2-3 che ha chiuso questo spareggio è entrata anche un po' di sfortuna, ma bisogna convenire che il primo quarto d'ora della ripresa è stato per l'Alessandria un autentico quarto d'ora di follia. Due gol in 4', ed il terzo gol dopo 10' appena. Reclamare dopo tutto quello che è successo sarebbe inutile. E pensare che la squadra alessandrina era andata in vantaggio molto presto, al 21'. Il gioco era stato, fino ad allora monotono e strano. Nessuno aveva dimostrato di meritare, ma l'azione dei piemontesi era rapida ed efficace. Avanzava G.C. Marchetti che serviva Marescalco. Il tiro rapido del centravanti non lasciava scampo. I pratesi accusavano il colpo. Sarebbe stato sufficiente insistere. La disorganizzazione dei toscani era tale che tutto pareva facile per i grigi. Ma, invece di affondare, gli alessandrini si concedevano una manovra prolissa e inutile. Poco dopo il gol, Scarrone avanzava solo, seminava due avversari, ma in piena area invece di calciare con decisione tentava di appoggiare in rete permettendo al portiere Vettore di intervenire. L'Alessandria, in quel momento, dominava il campo. I «rossi» (chissà perché era stata abbandonata la tradizionale maglia grigia) parevano avere facilmente ragione dei rivali. Sarebbe stato il momento di insistere, ma invece di correre gli alessandrini passeggiavano. Ritornavano così le speranze del toscani che, prima della fine del tempo, creavano un'occasione valida per pareggiare. Ferretti serviva lungo Ravot, Sgarbossa era inopinatamente superato. E Ravot si trovava solo, palla al piede, davanti a Beccari: il tiro di piatto sinistro falliva la mira incredibilmente. Ma il disastro alessandrino doveva compiersi in tutta la sua intensità nel primo quarto d'ora della ripresa. Era il 47': il Prato aveva subito poco prima il rischio del raddoppio, ma Vettore, il migliore pratese in campo, respingeva. Nasceva un contropiede che sorprendeva scoperta la difesa piemontese. Ferretti dava a Ravot, la palla doveva essere presa di Beccati che tentava l'uscita, poi tornava indietro senza, però, toccare la sfera. Ravot di lesta metteva in rete. Era l’1-1 ma i guai per gli alessandrini non finivano qui, anzi cominciavano appena. Passavano quattro minuti. Il Prato attaccava ancora anche se con disordine. Ceccaroni calciava alla meno peggio, respingeva un difensore con affanno. Riprendeva lo stesso Ceccaroni che sorprendeva mal piazzato il portiere alessandrino. La frittata era fatta, ma non bastava ancora. Dieci minuti dopo, infatti, si sviluppava una manovra in contropiede dei toscani: Esposito serviva Ravot sulla sinistra, pareva che il centravanti pratese fosse in fuorigioco, ma l'attaccante continuava e buttava al centro dove Telesio al volo batteva ancora Beccari questa volta incolpevole. Sul 3-1 la partita prendeva una fisionomia particolare: attaccavano in forze gli alessandrini, ma era un gioco ricco di affanni e di errori. E quando i «rossi» non sbagliavano provvedeva il portiere Vettore a sbrogliare ogni pericolo. Batti e ribatti arrivava anche il secondo gol dei piemontesi. Era Camolese a servire Da Re che rasoterra infilava Vettore (82'). L'assalto finale non dava esito. Mancavano i collegamenti, ognuno agiva per conto suo. L'Alessandria deve così rinunciare ancora una volta alla promozione. Certamente deve lamentare la sfortuna. Ieri a Modena è andato tutto storto, ma ci sono anche errori su cui meditare, errori che devono essere riparati presto. Non dimentichiamo del resto il quarto d'ora di follia che ha caratterizzato l'inizio della ripresa. La squadra di Colombo e di Tagnin è letteralmente naufragata in una serie di sbagli che nulla hanno a che vedere con il calcio vero. Vinceva 1-0, e di fronte alla pochezza dei pratesi sarebbe stato necessario insistere per arrotondare il bottino e chiudere l'incontro. Invece si è giocato un calcio utilitaristico pur sapendo di avere una difesa e un portiere piuttosto vulnerabili. Il Prato va in C1, l'Alessandria rimane in C2. Speriamo che la lesione serva. A Modena abbiamo ascoltato voci di dimissioni del presidente. Sarebbe un altro errore. Di fronte alle difficoltà del momento bisogna stringere le file e non rinunciare. (Stampa Sera – Giulio Accatino)

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