Museo Grigio - Archivio Storico dei Grigi

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01-12-1974 - Giornata: 10 - Alessandria - Giuseppe Moccagatta	Stagione: 1974/1975
Serie B

Alessandria US - Brescia AC 0 - 2 (0 - 1)
RETI: 35. Jacolino [Br] , 51. Michesi [Br]

Alessandria US Pozzani Flavio, Di Brino Marcello, Vanara Elio, Reja Edoardo [64. Mazzia Bruno], Barbiero Valeriano, Maldera (II) Attilio Benedetto, Manueli Luigi, Volpato Angelo, Franceschelli Paolo, Dalle Vedove Giampiero, Dolso Arrigo A disp.:(P) Croci Claudio, Unere Giuseppe All.: Castelletti Sergio

Formazione avversaria
BRESCIA AC: Borghese, Casati, Cagni, Fanti, Colzato, Botti, Salvi, Franzon, Michesi, Jacolino, Bertuzzo. A disp.: Morzilli, Facchi, Altobelli. All.: Pinardi Umberto

Arbitro: Foschi Benito (Forlì)
Note
Ammoniti: Cagni [B]; Bertuzzo [B] Spettatori: diecimila circa di cui 8.048 paganti più 541 abbonati per un incasso di 21 milioni 820 mila. Inizio gara ore 14.30

Commento
IL BRESCIA NON E' SOLO BERTUZZO E L'ALESSANDRIA PAGA LO SCOTTO Ancora un passo falso casalingo © I rientri discutibili di Reja e Dalle Vedove non contribuiscono al rilancio dei ragazzi di Castelletti, nettamente in difficoltà a centrocampo © Gli "azzurri” sono indubbiamente forti, ma i "grigi” si sono dissolti © I presunti errori tattici © La terribile trasferta di Verona Sempre più difficile comprendere lo stato psicologico dei grigi, dominatori in trasferta e in chiara difficoltà al « Moccagatta ». Dopo l'esaltante successo di Taranto ecco, con puntualità cronometrica, la sconfitta senza attenuanti con il Brescia. Un campo veramente stregato il casalingo, dove non basta neppure il sale per debellare il malocchio che pare divertirsi alle spalle dei giocatori e ancor più del pubblico. Dopo cinque partite, tre pareggi e due sconfitte, è logico chiedersi quali sono i motivi del fenomeno. La sfortuna o la dea bendata come la si vuol chiamare, è un palliativo al quale neppure Castelletti crede più. Un undici che racimola sette punti in trasferta e soli tre in casa di quale male oscuro può soffrire ? La domanda è di attualità e lo diverrà ancora più se la prossima domenica l’Alessandria riuscirà a frenare la marcia del grande Verona. I grigi sull'altare per il due a uno in Puglia, sono ripiombati nella polvere anche se nulla hanno da spartire con il grande Napoleone che, in più di una occasione, seppe trasformare sconfitte quasi certe in altrettante vittorie. I tifosi dopo il nuovo rovescio casalingo sono quanto mai disorientati, quasi increduli davanti all'altalena di risultati. Il Brescia, lo si sapeva ancora prima del confronto, è squadra forte, ma non certo imbattibile. A Taranto, ad esempio, sullo stesso terreno dove passò l'Alessandria, le "rondinelle” conobbero la prima sconfitta della stagione. Al Moccagatta è invece accaduto che l’undici di Pinardi ha vinto e convinto. Demerito proprio o merito altrui? La verità, non la si scopre oggi, sta sempre nel mezzo anche se Castelletti ha tessuto i più ampi elogi per gli ospiti i quali, teniamo a precisarlo, nulla hanno rubato ai padroni di casa. Subito dopo il successo contro i rossoblu, il tecnico è venuto a trovarsi davanti ad un dilemma di non facile soluzione: confermare l ’undici vincente, oppure affidarsi a Reja — ristabilitosi dal grave incidente di ferragosto ad Acqui — e Dalle Vedove? Entrambi sono giocatori di buona levatura c Danny, contro il Novara, era stato un mattatore sino al momento in cui un banale incidente lo tolse di mezzo. Logica imponeva il ritorno di Dalle Vedove, un giocatore capace non solo di contribuire al rafforzamento del centrocampo, ma di inserirsi in fase propulsiva. Per Reja invece sussisteva più di un dubbio: valeva la pena di rischiarlo anche se l’interessato sentiva di potercela fare, di avere ricuperato integralmente le energie per reggere ad un confronto che si preannunciava a calor caldo? Molto si è discusso, al di fuori della società sul reimpiego di Edoardo poi. Castelletti dopo avere ponderato il pro e il contro, ha varato la formazione comprendente Reja e Dalle Vedove con il conseguente spostamento di Vanara a terzino a fare coppia con Di Brino. Castelletti, inconsciamente, ha compiuto un’errore di natura tattica che è risultato decisivo ai fini della partita, indipendentemente dalla buona predisposizione delle ’’rondinelle” bresciane. La forza dell’undici di Pinardi risiede in gran parte in Bertuzzo anche se il collettivo perfeziona la potenza della giovane punta. Allineando Reja e retrocedendo Vanara a terzino per bloccare Salvi che parte da lontano, il tecnico ha rinunciato alla fluidificazione dei difensori sulle fasce laterali. Spieghiamo meglio. Affidando l’inesauribile Bertuzzo — un ragazzo destinato a compiere molta strada — a Di Brino era lapalissiano che Marcello, proprio per non correre rischi, doveva operare per Io più nella propria metà campo senza concedersi eccessive divagazioni offensive. Così è stato: il difensore grigio si è dedicato con la consueta grinta al proprio uomo e non si può dire che abbia fallito la prova. Ha stretto i denti, è vero, ma Bertuzzo è stato costretto ad esprimersi al meglio per contribuire in modo positivo alla manovra corale dei compagni. Per Di Brino, conseguentemente, una gara senza pecche. La fascia sinistra d’attacco, ogni qualvolta Ma" nucli stringeva al centro, era completamente sguarnita. Era indispensabile potenziare la destra proprio per consentire a Franceschelli maggior respiro senza il quale il giovane attaccante non riesce a sganciarsi. Vanara impiegato sino a ieri con compiti di centrocampista seppure alle prese con un Salvi che gli concedeva un certo quale respiro, raramente ha sfruttato il corridoio preferendo inserirsi, a sua volta, al centro. L’Alessandria è così venuta a trovarsi senza uomini proprio sulle linee laterali e pertanto nella impossibilità di manovrare a largo raggio. Il disegno tattico di Castelletti era quello di inserire negli spazi vuoti, a turno, oltre a Vanara, Dolso e Dalle Vedove. Sul primo abbiamo detto; su Arrigo potremmo aggiungere che ha male interpretato i desideri del proprio allenatore tenuto conto che,in una sola occasione, ha compreso l'utilità di manovrare sulla fascia di sinistra e non al centro dove aveva fluidificato sovente nel primo tempo. Ricorderemo a sostegno della tesi che andiamo esponendo, la lunga ’’serpentina” compiuta nel primo tempo, esauritasi in prossimità dell’area di rigore. Il funambolo grigio oltre a compiere l’errore di volere giungere in prossimità di Borghese con la palla al piede, non ha ’’allargato’ ’il gioco né sulla destra, né sulla sinistra, zone che in quel momento erano sguarnite. Inconsapevolmente agli azzurri si è concesso un grosso vantaggio che la squadra ha saputo sfruttare convenientemente e senza eccessivi indugi. Indipendentemente dalla giornata storta di questo o di quel giocatore, la predisposizione degli uomini sul campo si è rivelata se non errata quantomeno rischiosa. Sono incongruenze quelle alle quali abbiamo accennato, che si ripetono con troppa frequenza ogni qualvolta la nostra squadra è chiamata a ricercare la strada dei successo pieno davanti al pubblico amico. Se ai peccati veniali ai quali abbiamo accennato, aggiungiamo quelli... mortali relativi alla lentezza della manovra, il quadro della situazione si chiarisce ancora di più. In quante occasioni gli alessandrini, pur comandando il gioco, sono venuti a trovarsi nella condizione di colui che pur avendo il pallino tra le mani non sa a chi concederlo. Giocando praticamente da fermi, senza uno scatto per liberarsi del diretto antagonista, i difensori e i centrocampisti azzurri non hanno faticato molto sia a stringere le maglie, sia a ripartire in velocità verso la rete difesa da Pippo Pozzani. Completiamo il quadro aggiungendo la non felice giornata di Volpato, il deus ex machina della compagine alessandrina. Si sa che ogni azione parte dal piede di Angelo per cui, se quest’ultimo è in difficoltà, l’intero complesso ne risente in misura notevolissima. Introdotto i! discorso sulle condizioni di... salute dell'undici di Castelletti, veniamo all'avversario di turno al quale evidentemente non possono essere concessi grossi vantaggi. Il Brescia operando molto oculatamente sulla tre quarti, ha attirato gli alessandrini oltre la metà campo, mettendo poi in movimento le proprie punte assai più veloci ed incisive delle nostre. Manovrando in spazi relativamente ampi, era assai più facile cercare la via della rete. Basta osservare come sono nati i goal per averne indiretta conferma. Soffermiamoci sul primo giunto verso lo scadere del primo tempo. Michesi appostato ad una decina di metri dall'area di rigore alessandrina — mentre la nostra difesa era appostata, come in occasione della rete del novarese Veschetti — e con le spalle rivolte alla porta, appoggia la sfera sullo smarcatissimo Jacolino che lascia partire una grande botta. Il pallone viaggia tra una selva di uomini, incoccia l’intorno del palo e si insacca con Pozzani quasi paralizzato. Nulla da eccepire: una trasformazione imparabile proprio perchè sul filo del palo. Raddoppio dei lombardi. L’Alessandria partita lancia in resta per pareggiare le sorti della contesa si sbilancia completamente in avanti dimenticando sulla fascia destra Michesi. A pescarlo con un dosato passaggio è Salvi (dove erano Maldera e Vanara) sempre pronto, pur operando sul centrocampo, a cogliere i possibili svarioni dei padroni di casa. La punta bresciana ha via libera verso Pozzani, al quale non resta che abbandonare i pali, cercando di chiudere la visuale all'avversario che lo fulmina rendendo inutile il ricupero di Barbiero, rientrato precipitosamente tra i pali per porre rimedio all'errore dei compagni. Sullo zero a due, per i grigi è veramente finita nonostante il desiderio di cercare, sino all'ultimo, il gol della bandiera. Il traguardo potrebbe essere raggiunto se l’orgasmo non appannasse eccessivamente le idee a Dolso, Franceschelli e ancor più a Dalle Vedove, alla deriva come una barchetta in balia dei marosi. Le occasioni non mancano, ma sia Dolso che Manueli hanno le polveri bagnate e le complicazioni aumentano. Franzon il grande regista di centrocampo continua a dominare la scena avvantaggiato dalla giornata negativa di un Volpato irriconoscibile. L’alessandrino perduta la chiarezza di idee stringe i denti per tentare il ricupero allargando sulle estreme o proiettandosi personalmente verso la fascia che nessuno copre. Pare veramente il tramonto di un idolo in quanto ogni compagno tenta la carta della conclusione personale quando è invece necessario proseguire con tranquillità. Quanto possa un uomo d'ordine nella squadra, lo si vede nel momento in cui Castelletti decide di giocare la carta Mazzia. A volere uscire dal campo sono addirittura due, Reja e Dalle Vedove. Il massaggiatore Viganò è costretto a sbracciarsi per fare comprendere a Danny che solo uno può uscire, vale a dire Edoardo al quale lo stress del ritorno ha notevolmente ridotto i tempi di reazione. Il vecchio "professore” tenta immediatamente di riportare prima la tranquillità, poi l’ordine necessario per passare al contrattacco. L’avvento dell’ex juventino consente ai grigi di stringere l'avversario nella propria area, ma il nuovo venuto non può fare tutto da solo. Nel finale gli si presenta pure l'occasione per accorciare le distanze, ma Borghese è veramente bravo a deviare seppure con la punta delle dita. Non è finita: Dolso, il quale ha finalmente compreso la necessità di operare sulla fascia sinistra, ha tra i piedi un pallone splendido. Arrigo stanga deciso, ma per l’ennesima volta l’estremo difensore azzurro si supera respingendo in angolo la bordata. Per l’Alessandria è veramente finita e il pubblico non trova neppure la forza di applaudire gli avversari certamente bravi, ma non monstre. Diciamo che domenica si è assistito alla sagra degli errori tattici, proprio come con il Novara. Con ciò non vogliamo affatto infierire su Castelletti, al quale rinnoviamo la nostra fiducia, convinti che il giovane tecnico saprà trarre dalle due sconfitte interne i lumi necessari, senza alcun condizionamento. Nel calcio occorre sapere osare anche senza votarsi al sacrificio. L’Alessandria, è vero, ha un unico obiettivo: la salvezza, ma per raggiungerla non si possono gettare alle ortiche le occasioni. Ritorniamo al discorso iniziale: la differenza tra punti conquistati in trasferta e in casa dimostra che la squadra deve agire in modo tatticamente diverso. Se ciò non accadesse le conseguenze saranno senz’altro serie. Pensiamo non sia necessario dilungarci ulteriormente sulla partita, avendone illustrato ampiamente i punti salienti. La sconfitta, ovviamente, non significa che tutto è perduto. Dopo dicci giornate di campionato l’Alessandria ha una classifica più che onorevole, ma per conservarla, in futuro, non si può scialare a mano leggera. Domenica i grigi, formato trasferta saranno al "Bentegodi”, un campo scottante sotto tutti i punti di vista. Saprà Castelletti avere il coraggio di affrontarlo con la stessa determinazione dimostrata in passato? Conoscendolo possiamo garantire che farà veramente tutto il possibile rischiando, se necessario, ma nei limiti dell'accettabilità. Concludiamo con le solite impressioni del post partita incominciando da Castelletti. « II Brescia è una grossa squadra, esordisce, e lo ha dimostrato ancor prima di venire ad Alessandria fermando la marcia del Verona. Quasi non bastasse, prosegue il tecnico, ha trovato il bellissimo gol di Jacolino. Sul tiro dell’azzurro era praticamente impossibile intervenire Un giudizio sull’Alessandria? « Contrariamente a quanto si può pensare, replica Castelletti, non ha giocato male. I ragazzi hanno disputato una buona partita se si considera il valore dell'avversario. Il Brescia dispone di un fortissimo centrocampo, ma nella ripresa siamo andati più volte vicini al gol. E’ inutile nasconderlo, gli azzurri dispongono di un forte collettivo, di uomini che si battono con determinazione, sempre pronti a sfruttare il minimo errore ». La prestazione di Reja, stando alla maggioranza, non ha molto soddisfatto. Non mancheranno le critiche. « Edoardo non ha giocato peggio dei compagni, replica pronto Castelletti, contrariamente a quanto si dice. Si cerca la polemica? Reja doveva pure entrare in squadra, in particolare dopo il favorevole responso dei sanitari. Sul campo ha ribadito di essere a posto fisicamente anche se gli manca il ritmo ». Per Castelletti contro un Brescia così scatenato c’erano poche possibilità di uscirne indenni. Dal canto suo l’ammninistratore unico Lino Boidi getta acqua sul fuoco. « Abbiamo perduto una partita e tenuto conto che la nostra meta è la salvezza e non la promozione, non vedo perchè si debba drammatizzare. Voltiamo pagina.... ». Il prossimo... foglio si chiama niente meno che Verona, l’undici che pare avere in tasca — con fortissimo anticipo — il biglietto per la massima serie. Gli scaligeri hanno battuto nello scorso turno un Parma piuttosto coriaceo e domenica tenteranno di fare il bis a spese di un’Alessandria che, in trasferta, sa farsi rispettare. Per Barbieto e compagni un impegno proibitivo in quanto partono nettamente battuti. Il pronostico in questa occasione è veramente dalla parte dei padroni di casa, ma il vecchio Orso grigio non si lascerà certamente impressionare. Sull'undici chiamato ad una tale responsabilità, vige per il momento il ’’top secret” anche perché dovrebbe rientrare Colombo. Il forte stopper ha ripreso sin dalla scorsa settimana per cui è pronto ad affrontare Zigoni, un centravanti che non ha bisogno di presentazioni. Antonio sarà senz'altro della partita e la sua presenza gioverà non poco all'assestamento del pacchetto difensivo apparso domenica piuttosto titubante. Una cosa è certa: se i grigi riusciranno a bloccare la capolista occorrerà ottenere la... squalifica del iMoccagatta. (Il Piccolo - Il Gattopardo) Gli uomini di Castelletti piegati in casa (0-2) BRESCIA MEGLIO DELL'ALESSANDRIA Quello che dice al termine l'avvocato Boidi, presidente dell'Alessandria, e cioè che bisognerebbe chiedere alla Lega di squalificare Il campo per poter giocare sempre in trasferta, incomincia ormai a non essere più soltanto una battuta di spirito. Cinque partite in casa, tre pareggi e due sconfitte: in trasferta la squadra mantiene una media promozione, sul terreno amico è un disastro, e il Moccagatta, un tempo roccaforte temuta e imprendibile, rischia di diventare — ahimé — qualcosa di molto slmile a un padiglione di beneficenza. I giocatori hanno paura e scendono in campo con la tensione nei muscoli e la nebbia nel cervello, i tifosi (ed è anche giusto) sono pensosi e confusi. SI, perché non sanno se applaudire la squadra per il risultato ottenuto fuori casa oppure fischiarla per la prestazione senza luci che sta offrendo, e rimangono indecisi sull'atteggiamento da tenere, diventano collerici, litigiosi, insultano l'arbitro, sbeffeggiano gli avversari. I dirigenti infine, con sorrisi simili a grandi ferite, tentano di mostrare una serenità che rende ancora più evidente il piccolo dramma che vive dentro di loro e ripetono a sé stessi, prima che non agli altri, i programmi Iniziali della squadra, la posizione onorevole in classifica, l'assenza di inutili sogni di grandezza. Castelletti, sincero come sempre, commenta la sconfitta: «Se contro il Novara abbiamo avuto qualcosa da recriminare — dice —, oggi non possiamo fare la stessa cosa. Il Brescia è la squadra più forte da noi incontrata finora. Non c'era nulla da fare». Ed ha ragione. Perché gli ospiti, al di là dei due gol segnati, dimostrando in campo un'autorità ed una sicurezza da serie superiore, con una difesa che giustifica fino in fondo le tre sole reti subite in campionato, un centrocampo mobile e attento, un attacco potente e incisivo. Cagni e Colzato, indietro, fanno sedere Manueli e Franceschelli sul banco dell'asino mentre Fanti, Franzon, Jacolino e Salvi non «vedono» praticamente i centrocampisti avversari, tanto sono lucide e precise le loro manovre, calmi e sicuri i loro disimpegni. E poi in attacco c'è Bertuzzo, il diavolo biondo, che scatta, dribbla, difende, tira, sempre morbido nel tocco e potente nella corsa, e che Di Brino, pur sufficiente in assoluto, troppo spesso non riesce a contrastare con efficacia. Segna il Brescia al 36' con un bel tiro a effetto dal limite di Jacolino, e l'impressione di tutti è che per l'Alessandria la partita sia già finita. Volpato, la fonte del gioco, è in giornata negativa e non ce la fa contro Franzon che io aspetta in zona e lo costringe a tenere la palla più del necessario, per poi riprendere l'appoggio del difensori e lanciare le punte nei corridoi che il movimento di Bertuzzo e Michesi rendono sempre più larghi. Dalle Vedove e Reja, entrambi al rientro dopo gli infortuni, sono titubanti e incerti sulla posizione, anche perché Fanti e soprattutto Jacolino se 11 portano allegramente a spasso per il campo, dimostrando del resto un ritmo e una tenuta che i due centrocampisti alessandrini non sono tuttora in grado di reggere. Anche Vanara, in altre occasioni più brillante, soffre a stare dietro a Salvi, un'ala tornante come si deve. Il numero sette azzurro, pare incredibile, si trova dappertutto e al momento giusto, tiene anche la palla quando è necessario, si inserisce in attacco, dà ordine e profondità a tutto il gioco offensivo, tanto da risultare alla fine il miglior uomo in campo. Il secondo gol, messo a segno al 52' da Michesi (in sospetta posizione di fuorigioco) dopo una fase di cieco assalto dell'Alessandria, altro non fa che fissare la partita e gli schemi nel loro naturale e prevedibile esito. Sbaglia è vero qualche gol fatto la squadra di Pinardi, ma la stessa cosa capita al Brescia che manovra ora quasi in scioltezza. Esce Reja e entra Mazzia, che dà forse più razionalità alla manovra alessandrina ma che non può, da solo, ribaltare la situazione. In fondo ha ragione un amico, in tribuna, che commenta con ironica amarezza la prova dell'Alessandria: «La prossima volta — dice — è meglio che mettano la maglia rossa, cosi almeno riusciranno a vedersi in campo». (La Stampa - Ed. Sport - carlo Coscia) Risultati: Arezzo-Sambenedettese 1-1 Atalanta-Como 1-0 Brindisi-Novara 0-1 Foggia-Genoa 1-0 Palermo-Spal 2-0 Perugia-Avellino 3-1 Pescara-Catanzaro 2-1 Reggiana-Taranto 0-0 Verona-Parma 1-0 CLASSIFICA: Verona, Perugia p.16; Novara 14; Brescia 13; Pescara, Catanzaro, Foggia, Genoa 11; Parma, Aless., Palermo 10; Atalanta, Taranto 9; Avelllno, Samben., Spal 8; Como 7; Brindisi, Arezzo, Reggiana 6 Marcatori: 5 RETI: Ferrari (Avellino); Pruzzo (Genoa); Bonci (Parma); Sirena (Verona) . 4 RETI: Ghio (Novara); Scarpa (Perugia); Simonato (Sambenedettese); Luppi (Verona). 3 RETI: Turella (Novara); Dalle Vedove (Alessandria); Bertuzzo (Brescia); La Rosa (Palermo); Marchel (Perugia); Nobili (Pescara); Palna (Spal); Zigoni e Busatta (Verona). Il punto sul campionato Resiste in testa alla Serie B il tandem Verona-Perugia. I glalloblù veneti, grazie al solito Busatta, specialista nello sbloccare i risultati, hanno ritrovato la strada della vittoria a spese del Parma, mentre il sempre più sicuro Perugia ha rifilato tre gol — una tripletta di Scarpa — al pur solido Avellino. Al ritmo delle due capoliste per ora resiste soltanto il Novara che, confermando di avere ormai infilato la strada giusta, ha ottenuto a Brindisi la sua seconda vittoria In trasferta. E' vero che il campo pugliese — 4 sconfitte su 6 partite — è il più ospitale del campionato, ma è altrettanto vero che la compagine di Seghedoni sviluppa ormai un gioco tanto maturo da farla considerare di diritto una delle grandi del campionato. Un torneo ben lontano dall'avere una sua fisionomia definita, almeno per quanto riguarda la pattuglia delle pretendenti alla Serie A. Merita di esservi incluso il Foggia per aver battuto un Genoa che si è comportato dignitosamente sino all'ultimo minuto, ma non meritano di esserne esclusi gli stessi rossoblu liguri, dal momento che perdere sul campo del nuovo Foggia di Lodetti è una disavventura che capiterà a molti. Lo stesso risultato di Alessandria, che conferma il disagio del grigi sul loro campo, rilancia fra le protagoniste un Brescia che, battendo la settimana scorsa il Verona, aveva già in un certo senso anticipato il risultato di ieri. Gli alessandrini fanno e disfano la loro tela come Penelope recuperando In trasferta, grazie al loro esperto gioco di rimessa, quanto perdono in casa. Domenica prossima, tuttavia, facendo visita alla capolista Verona, il recupero sarà un pochino più problematico. Ma la classifica della squadra di Castelletti è tale da consentirle di smaltire anche una eventuale sconfitta contro i glalloblù. Comunque 6 una partita ancora da giocare, ancora da vedere, ancora da perdere. (La Stampa)

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