Museo Grigio - Archivio Storico dei Grigi

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09-03-1975 - Giornata: 23 - Catanzaro - Comunale	Stagione: 1974/1975
Serie B

Catanzaro US - Alessandria US 3 - 2 (2 - 1)
RETI: 31. Spelta [Ca] , 37. Maldera L. [Ca] , 81. rig. Spelta [Ca] 27. Mazzia B.[A], 49. rig. Manueli L.[A]

Alessandria US Pozzani Flavio, Maldera (II) Attilio Benedetto, Di Brino Marcello, Vanara Elio, Barbiero Valeriano, Colombo Antonio, Baisi Sergio Pietro, Manueli Luigi [78. Volpato Angelo], Mazzia Bruno, Dalle Vedove Giampiero, Dolso Arrigo A disp.:(P) Croci Claudio, Unere Giuseppe All.: Castelletti Sergio

Formazione avversaria
CATANZARO US: Pellizzaro, Ranieri, Banelli, Vignando, Silipo [27. Spelta], Maldera I Luigi, Nemo, Papa, Piccinetti, Braca, Palanca. A disp.: Di Carlo, Garito. All.: Di Marzio Gianni

Arbitro: Lo Bello Rosario (Siracusa)
Note
Ammoniti Dalle Vedove [A], Piccinetti [C], Maldera II [A]. Spettatori: 10.000 circa di cui 7.441 paganti per un incasso di 20.152.500 lire Inizio gara ore 15.00

Commento
GLI SVARIONI DIFENSIVI ANNULLANO LE RETI DI MAZZIA E MANUELI L’Alessandria ha sciupato la grande occasione per migliorare la posizione in classifica © In vantaggio, i grigi si lasciano superare per due incertezze della retroguardia © Tornati in parità su rigore, accentuano il difensivismo e il Catanzaro strappa, a sette minuti dalla conclusione, il successo © A quando gli avvicendamenti preannunciati? © Decisiva, ai fini della salvezza, la partita con l’Arezzo Calabria doppiamente amara per l’Alessandria, prima per la sconfitta, secondo per il modo con cui si è giunti al quarto nulla di fatto. La trasferta di Catanzaro era attesa principalmente per valutare le risorse della squadra bersagliata dalla dea bendata (arbitri incerti, infortuni) in un momento critico del girone di ritorno. Il bilancio è pessimistico, un solo punto in quattro partite, ma contrariamente alle esibizioni di San Benedetto del Tronto e di Perugia si può onestamente affermare e sostenere il perpetuarsi di un avverso destino che incombe sinistro sulla compagine. La sconfitta di Catanzaro è di difficile interpretazione per il lettore, perplesso davanti ad una serie di risultati negativi maturati, nella fatidica zona ’’Cesarini”. Come spiegare ad esempio l’uno a due del primo tempo? I grigi per nulla in soggezione di fronte ad un avversario, letteralmente trascinato dal pubblico, ha retto ai confronto, perfezionando una mole di gioco incredibile. A dominare in campo non erano i « giallo-rossi », ma l'undici capitanato da Barbiero. Finalmente dopo mesi, si assisteva ad un dialogo serrato sulle fasce laterali, ad un continuo vivificarsi della manovra dei piemontesi per nulla in soggezione al cospetto di un antagonista le cui quotazioni sono abbastanza consolidate. Tirando le somme allo scadere dei novanta minuti ci si accorge tuttavia che il ragionamento non calza perchè nel calcio più delle buone intenzioni, valgono i punti. Torniamo al discorso iniziale, al dubbio di non riuscire ad identificare le cause del... controsenso. L’Alessandria occupa una posizione di classifica delicata, non fallimentare. Dalla prossima domenica i termini potrebbero invertirsi se non riuscirà a radiografare con sicurezza il male. Sarebbe sciocco e controproducente nascondersi dietro il dito o celare il capo tra le piume come lo struzzo invece di tentare una analisi critica della situazione. Vogliamo arrischiare la diagnosi lasciando al tifoso il compito di trarre la conclusione finale? Pensiamo sia la soluzione migliore. Sarebbe oltremodo facile nel momento attuale indossare i panni di un pubblico accusatore, ma per evitare di erigersi sullo scanno poniamo a disposizione del lettore i dati di fatto — e non le illazioni — emersi nelle ultime trasferte con particolare riferimento alla gara con i calabresi. Castelletti privato all’ultimo momento di Reja — dolore all’inguine — è tornato all’antica reinserendo Vanara a centrocampo in appoggio al lavoro del pacchetto difensivo. Con Franceschelli in funzione di guastatore e Dalle Vedove a sospingerlo o a sorreggerlo mentre Manueli partiva sulla fascia destra l'Alessandria ha iniziato il dialogo - confronto con- ii Catanzaro. Diciamo subito che l’avvio è risultato alquanto sfocato più per demerito dei padroni di casa che per i limiti dell’ospite intenzionato a tornarsene a casa almeno con un punto. I giallorossi privi dello stopper Vichi sembrano poco disposti ad uscire dalla metà campo nella tema di evitare pericolosi contropiedi. Luigi Maldera (il più anziano della ben nota famiglia) nel ruolo di libero non arrischia passi falsi: resta in zona a controllare pronto ad intervenire per l’ultima battuta. Il pubblico non gradisce eccessivamente la tattica, ed i fischi superano largamente gli applausi sporadici all’indirizzo di Palanca un paperino insidioso, irrequieto tanto da costringere Di Brino ad una maratona faticosissima. L’Alessandria accetta la situazione muovendosi con sicurezza, tenendo il pallone a distanza di sicurezza da Pozzani tornato dopo sette anni a calcare il terreno del comunale. L’Alessandria presenta, stranamente, un volto nuovo: non la solita squadra arroccata ad attendere l’offesa, ma disposta a vasto raggio con la chiara intenzione di non subire ma di offendere. Le marcature iniziali calzano a pennello in retroguardia e all’attacco. La manovra grigia è spigliata, gli inserimenti di Dalle Vedove e Manueli costringono gli avversari ad affannose rincorse. Si gioca di prima con passaggi in profondità ed i giallorossi accusano nettamente la condotta spigliata dei piemontesi. I risultati pratici ribadiscono la validità della tattica scelta. Dolso al 10’ batte una punizione "trovando” la testa di Dalle Vedove pronto a smistare sull’accorrente Manueli. La mezz’ala supera l'avversario scodellando il pallone su Franceschelli incuneatosi al centro. L’alessandrino solo davanti al portiere potrebbe colpire la sfera di piatto, preferisce invece allungarsela e Pellizzaro tentando l’impossibile esce a valanga ribattendo con il corpo il tiro. Un’occasione incredibile per sbloccare il risultato. LA SVOLTA:SPELTA La pressione dei grigi è fuori discussione: Mazzia e Dalle Vedove la fanno da padroni inserendosi a turno sulla fascia di sinistra mentre Manueli può destreggiarsi con relativa facilità sulla destra. Bandii è in chiara difficoltà su Gigi mentre Silipo ricorre sovente alla collaborazione di Maldera I per arginare la pressione degli ospiti. L’assalto alla rete di Pellizzaro prosegue senza intoppi e pure Dolso trova modo di fiondare al volo sopra la traversa. Sembra incredibile, ma i grigi proseguono stringendo i calabresi nella metà campo. A dare una mano al Catanzaro inspiegabilmente groggy interviene il fato, Silipo al 26’ accusa un colpo al ginocchio portandosi ai bordi del campo, vorrebbe continuare, ma Di Marzio fa "scaldare” Spelta tenuto in panchina per il grave lutto che lo ha colpito: la morte della madre. L’Alessandria coglie al 28’ il frutto della superiorità territoriale. E’ un’azione da manuale costruita da Dalle Vedove sulla sinistra. Il giocatore scende sulla fascia di sinistra poi, in diagonale. cerca Manueli tagliando l’intero pacchetto difensivo. Gigi liberissimo controlla la sfera, avanza di qualche passo saettando a rete. Il pallone carico d’effetto si stampa sulla traversa, rimbalza sulla stessa cadendo a candela in prossimità del palo alla destra del portiere: Mazzia è lesto ad elevarsi ed insaccare. Di Marzio ne approfitta per giocare la carta di Spelta e sarà la vincente. L’innesto di Scelta. vale a dire un’ala, si conferma indovinatissimo. Il Catanzaro riprende quota proprio per l’acume del ’’tredicesimo” annotato in posizione leggermente arretrata nel smistare i palloni, creare gli spazi necessari agli inserimenti di Piecinetti e di Palanca. Sull’attaccante si porta Di Brino e il duello diviene acceso perchè la punta giallorossa è scatenata. Da una incursione della mancina nasce il gol del pareggio propiziata da un a serie di errori della difesa alessandrina. Su un’apertura a sinistra Palanca si porta sulla linea di fondo: Marcello potrebbe contrarlo, ma tenta di togliergli la palla con il risultato che l’avversario lo salta allungandosi eccessivamente la sfera. Il difensore accenna allo scatto poi si ferma lasciando via libera al catanzarese pronto a centrare a mezz'altezza. Sulla traiettoria sono Barbiero e Maldera II il cui indugio è fatale come quello di Pozzani; approfitta Spelta entrando di prepotenza sul pallone ed insaccando. 11 Catanzaro ringalluzzito si mantiene all’offensiva e al 54’ sfiora il raddoppio: avanza il solito Palanca, Barbiero pasticcia e la sfera finisce all’onnipresente Spelta rapido ad aprire su Memo il cui tiro è nettamente a lato. IL RIGORE In nove minuti i calabresi agguantano il vantaggio: c’è una punizione per un fallo di Maldera e Pozzani, molto meticolosamente, dispone la barriera. Braca incaricato del tiro effettua una lunga rincorsa poi invece del tiro bomba lancia astutamente Memo smarcato sulla sinistra della barriera. L’ala centra, Pozzani respinge con la punta delle dita, raccoglie c allontana frettolosamente Maldera il sul fratello Luigi fermo e, solitario, a venticinque metri. Il "libero” azzecca al volo la bordata e il pallone si insacca nel "sette” della porta. Una rete bellissima e, diciamolo pure irrepetibile. Le marcature alessandrine si sono dissolte con l’innesto di Spelta, senza riuscire a domarli. Riparte Dalle Vedove, cerca Manueli il cui cross trova pronto Mazzia al colpo di testa infruttuoso. Ripresa con i grigi proiettati in avanti alla ricerca del pareggio. Al quarto si sviluppa sulla destra una incursione Manueli - Di Brino - Manueli poi Gigi stringe verso l’area effettuando il cross: sulla traiettoria è Banelli e la deviazione con i braccio è troppo evidente perchè segnalinee e arbitro restino impassibili. Lo Bello junior indica il dischetto e Manueli con una staffilata sotto la traversa acciuffa nuovamente il pareggio. L’Alessandria sembra paga del nullo e, impercettibilmente accentua il difensivismo rinunciando ad affrontare i padroni di casa a viso aperto. Vignando sospinge in continuazione i compagni verso Pozzani e Barbiero al 14’ devia in angolo, pericolosamente, un pallone sul quale era proiettato Memo. Palanca continua a fare il bello e cattivo tempo: al ventesimo parte da metà campo, si sposta sulla sinistra, torna al centro, aitraversa l’area di rigore saettando sopra la traversa. L’infortunio a Manueli, colpo alla caviglia sinistra, accentua maggiormente la condotta difensivistica degli alessandrini intruppati nell’area davanti a Pozzani. Le punte catanzaresi ne approfittano e Di Brino ricorre al mestiere per fermare Palanca che finisce a gambe all'aria in area di rigore. Il pubblico invoca il rigore, ma Lo Bello non si lascia commuovere opponendo poco dopo una caduta di Memo con un fallo di simulazione. Il Catanzaro moltiplica gli sforzi approfittando che l’Alessandria ha il centrocampo completamente sguarnito essendo retrocesso pure Franceschelli. Le azioni di alleggerimento sono impostate unicamente sul solitario Mazzia mentre Vignando e Maldera I attendono i rimandi rilanciando l'offesa. L’Alessandria compie l'errore imperdonabile di spazzare l'area invece di mantenere il controllo del pallone e le conseguenze sono pesanti. Colombo al 37’ interviene su Piccinetti in piena area di rigore: il centravanti spinto alle spalle accentua la "cascata” e stavolta Lo Bello non ha nessuna esitazione nell’indicare il fatidico dischetto. Spelta finta sulla destra c trafigge Pozzani sulla sinistra. SENZA ATTENUANTI L’Alessandria crollata la grande illusione del pareggio abbandona la tattica prudenziale a sette minuti dalla conclusione, per tentare di sovvertire l'andamento' di una partita che l’aveva vista, per lunghi tratti, dominatrice nel vero senso delia parola. Nell’area di Pellizzaro si accendono mischie favolose, ma i tentativi di Dalle Vedove, Mazzia e Maldera II sono infruttuosi essendo impossibile fare filtrare la palla. A Maldera (alessandrino) tocca l’ultima occasione: su un lungo lancio che scavalca la difesa il giocatore indugia rinunciando al cross: il tiro fiacco è facile presa dell’estremo difensore catanzarese. Succintamente nei punti essenziali la cronaca di Catanzaro - Alessandria, la cronaca di una partita perduta balordamente, da "polli” contro una squadra tutt’altro che irresistibile. Il commento finale di Castelletti è sin troppo eloquente: « Inutile trovare attenuanti alla sconfitta ». L’Alessandria costruite faticosamente le azioni da gol, ha sciupato il mosaico con due errori madornali della difesa e con i venti minuti della ripresa regalati all’avversario. Quart’ultimi in classifica i grigi guardano con una certa apprensione ai prossimi decisivi impegni: Arezzo (in casa), Parma (trasferta), Spai (in casa), Novara (trasferta), Taranto (in casa). Tre squadre pericolanti al Moccagatta, l’ultima grande vera occasione per riportarsi in zona sicurezza. L’obiettivo primario dell’Alessandria dovrebbe essere la conquista di otto punti che gli consentirebbero di salire dagli attuali 19 a 27, vale a dire a metà strada per raggiungere nelle restanti dieci gare il fatidico traguardo di quota trentaquattro. E’ possibile una tale performance? E’ la domanda di attualità o di prammatica rivolta ai protagonisti, ai giocatori. Diceva il "professor” Mazzia: « La volontà per risalire la china è fuori discussione. Indipendentemente dagli errori sinora compiuti — i gol comportano responsabilità collettive e raramente di un solo giocatore — la squadra ha dimostrato di sapere lottare e di battersi con determinazione. Anticipare il più possibile il ritorno al successo pieno significa allontanare lo spettro delle polemiche all’interno della squadra ». Per Barbiero più che di crisi di gioco si deve parlare di « crisi nei risultati » e il capitano spiega il punto di vista personale. « A Catanzaro l'Alessandria ha giocato un’ottima gara, ha affrontato l’avversario a viso aperto andando a segno in due occasioni. Gli avversari indovinano ogni conclusione costringendoci ad un dispendio di energie notevole ». Tirando le somme dei novanta minuti di Catanzaro - Alessandria balza evidente all’occhio del profano gli errori, consueti, commessi dai grigi. La difesa continua a subire reti con troppa facilità e, sempre nei momenti cruciali della contesa. Cosa significa? VOLPATO La preparazione atletica non presta il fianco alla critica, ma alcuni uomini sono psicologicamente spenti, hanno i riflessi condizionati. Senza fare nomi è possibile identificare in seno alla compagine i punti più carenti. Davanti al perpetuarsi dei risultati negativi Castelletti ha una sola strada: intervenire con il bisturi iniziando la serie degli avvicendamenti preannunciati sfruttando gli atleti psicologicamente più integri incominciando da Reja per finire a Volpato, Snidaro, Unere e Croci. L’esclusione del regista è inspiegabile non solo per gli sportivi, ma per gli stessi ad detti ai lavori. II giocatore escluso all’ultimo momento dalla formazione in occasione della partita con l’Atalanta e tenuto in panchina a Catanzaro è giocatore che molto può dare all’Alessandria nel momento della riscossa. La forzata assenza di Reja ha costretto Volpato ad un superlavoro nel girone di andata, ma la pausa dovuta all'infortunio e gli "spizzichi” di partita sinora giocati hanno certamente favorito il ricupero sotto il profilo atletico. Occorre ricuperarlo moralmente concedendogli fiducia: un’ulteriore esclusione del ragazzo avrebbe conseguenze incalcolabili. Oltre al rilancio di Volpato il tecnico deve rivedere lo schieramento difensivo: le nove reti subite nelle ultime cinque partite testimoniano una stanchezza psichica dovuta al continuo stress al quale sono sottoposti ogni domenica i giocatori. I ricambi in fase difensiva sono possibili e devono essere assolutamente tentati. Esclusa la sfortuna cronica bisogna affrontare la realtà senza indugi, bisogna insomma avere il coraggio di modificare uno schema che si è standardizzato. Le prossime partite saranno indicative: sbagliare le prove di appello significa gettare le premesse del crollo psico-atletico. L’Alessandria nonostante le traversie in cui è incorsa non è inferiore a molte delle compagini che la precedono in classifica: sfogliando i giornali la conferma balza evidente. Vogliamo iniziare il nuovo corso? (Il Piccolo - Il Gattopardo) Battuti (2-3) a Catanzaro SFUMA SU RIGORE IL PARI DEI GRIGI Un tre a due nel calcio significa spettacolo: cioè a maggior ragione quando le sorti sono alterne, lo è ancora di più quando le due squadre sfiorano altre quattro, cinque volte la rete. E' palpitazione e affanno quando due gol sono segnati su rigore, è lotta e sofferenza quando dopo novanta minuti i giocatori hanno speso tutte le loro energie ed il pubblico non ha più neppure un filo di voce in gola. Catanzaro-Alessandria è stato tutto questo, ma i piemontesi la trasferta calabrese l'hanno pagata soprattutto con la più grande amarezza e delusione per un punto sfuggito nel finale quando il pareggio sembrava il premio più giusto ad entrambe le contendenti. Gino e Attillo Maldera, il primo catanzarese, il secondo alessandrino, hanno preferito guardarsi fino ad un certo punto dell'incontro, e farsi un cenno di saluto, soltanto da lontano, ma quando Gino ha segnato il magnifico gol del due a uno, allora anche Attilio ha rotto l'armistizio. buttandosi sovente in avanti a cercare l'occasione da rete ed è' toccato proprio a Gino annullargliela quando il fratello sembrava quasi essere riuscito a restituire il gol. Tra i personaggi in campo il più seguito è stato forse Rosario Lo Bello, figlio del genitore « onorevole »: ineccepibile il suo arbitraggio ed anche molto fortunato. Sul due a due infatti il pubblico aveva già trovato da ridire i su un paio di presunti rigori a favore del Catanzaro e Lo Bello si è trovato a dirigere l'ultima parte dell'Incontro tra vere ondate di insulti. Nella curva ovest poi alcuni scalmanati avevano già tagliato la rete, pronti a invadere alla successiva « ingiustizia »: ad otto minuti dal termine invece, un contrasto in piena area tra Colombo e Piccinetti con volo scenico di quest'ultimo, ha offerto al direttore di gara la possibilità di riscattarsi agli occhi dei tifosi. Un salvagente che, per la verta, non sappiamo quanti arbitri avrebbero avuto l'ardire di rifiutare dignitosamente. Salvo Lo Bello, salvo anche il Catanzaro che dopo due mesi torna a vincere davanti al pubblico amico, affonda lentamente l'Alessandria che alla terza esterna sconfitta consecutiva va ad occupare la quart'ultima posizione in classifica. Sette punti di distacco dal Catanzaro che alla luce però di un giudizio tecnico, non appaiono assolutamente giustificabili. Due squadre molto simili: il Catanzaro certo non ha rubato nulla, ma l'Alessandria non è inferiore all'undici giallo rosso. In breve la cronaca dei gol e dello migliori occasioni. Al 10' Franceschelli, solo davanti a Pellizzaro, spreca il più facile dei gol. Al 28' Manuel! sfugge sulla destra e crossa: la palla rimbalza due volte sulla traversa finendo sulla testa di Mazzia che non sbaglia (0 a 1). Palanca al 31' salta Di Brino e crossa preciso per il piede di Spelta che insacca al volo (1 a 1), Pozzani forse esce con un attimo di ritardo. Al 17' Nemo, dopo una punizione, crossa rasoterra da sinistra: devia un difensore, Pozzani tocca con la punta delle dita e Maldera libera l'area con forza; in zona però è piazzato l'altro Maldera, Gino, che calcia da venticinque metri nel sette, imparabilmente (due a uno). Nella ripresa, per un mani nettissimo di Braca, Lo Bello assegna il primo penalty che Manueli trasforma radente sotto la traversa (due a due). Al 27' Manueli si infortuna alla caviglia destra ed entra Volpato. Al 37' il secondo rigore per un intervento di Colombo su Piccinetti: batte Spelta ed è il tre a due. (La Stampa - Ed. Sport - Salvatore Rotondo) Risultati: Atalanta-Reggiana 2-1 Avellino-Foggia 2-0 Como-Brindisi 2-1 Novara-Verona 2-0 Palermo-Genoa 0-0 Parma-Arezzo 1-0 Perugia-Spal 1-3 Sambenedettese-Brescia 2-0 Taranto-Pescara 2-0 CLASSIFICA: Perugia p.32; Verona 29; Palermo 28; Como 27; Avellino, Catanz., Novara 26; Brescia 24; Pescara, Genoa, Samben. 23; Atalanta, Parma, Foggia 22; Taranto 21; Spal 20; Alessan.19; Arezzo 17; Reggiana 16; Brindisi 14 Marcatori: 10 RETI: Pruzzo (Genoa) - 8 RETI: Ferrari (Avellino); Bonci (Parma), Zigoni (Verona) - 7 RETI: Paina (Spai); Chimenti (Sambenedettese); Nobili (Pescara) - 6 RETI: Boccalini (Brindisi); Scanziani (Como); Serato (Pescara); Bresciani (Foggia); La Rosa (Palermo); Pezzato (Spai); Turella (Novara); Simonato (Sambenedettese) - 5 RETI: Vannini, Pellizaro, Scarpa, Picella (Perugia); Luppi, Sirena (Verona); Bertuzzo (Brescia); Spelta (Catanzaro), Pelliccia (Spal) Il punto sul campionato Nella serie B non c'è più rispetto per nessuno, non c'è tranquillità neppure per chi si illudeva di proseguire, a velocità di crociera, un comodo viaggio verso la promozione, non ci sono più, insomma, «mostri sacri». Come ogni tenore clic si rispetti, anche la capolista Perugia ha fatto la sua stecca, in modo clamoroso: è scivolata in casa, con un 1-3 che non ammette scusanti, di fronte alla Spal la sua «bestia nera», che già l'aveva sconfitta nel girone di andata. La squadra umbra è sempre al comando, con tre punti di vantaggio, ma l'appannamento di condizione apparso evidente ieri fa valutare in ben diversa luce lo scontro diretto di domenica prossima con il Como: i lariani, a Perugia, possono rimettere in discussione addirittura il primato del cadetti. Tutto, del resto, può tornare in discussione in questo campionato pazzo che distrugge i tabù e propone ogni domenica motivi nuovi in stile «trilling». Il Verona, sconfitto chiaramente a Novara, sente ormai alle spalle il respiro del Palermo, che farà visita domenica prossima al «Bentegodi» per dare l'assalto alla seconda poltrona della classifica. Ma nello spazio di tre punti ci sono ben quattro squadre, oltre al Palermo, ancora In corsa per l'obiettivo-promozione: il Como, che ha battuto sia pure a fatica 11 Brindisi, l'Avellino che ha definitivamente ridimensionato le ambizioni del Foggia, il Catanzaro che ha infranto su rigore le speranze dell'Alessandria, il Novara infine clic ha ritrovato contro il Verona il suo gioco « d'andata » riaccendendo illusioni che sembravano ormai sfumate. Il Genoa edizione Simoni ha impressionato bene anche a Palermo, meritando ampiamente la divisione del punti. E' presto per parlare dei rossoblu In prospettiva di un miracoloso ritorno in zona-promozione, ma 1 progressi sono costanti ed evidenti: una garanzia come minimo, di una dignitosa conclusione della stagione. I liguri ora fruiscono di due turni in casa: sfruttandoli In pieno potrebbero anche fare da «incomodi» nella lotta a coltello fra chi sta al piani superiori. Dopo il 2-3 di Catanzaro, la posizione dell'Alessandria, quartultima, si è fatta decisamente critica. La vitalità del grigi è dimostrata dalle due reti inflitte ad una squadra che ne aveva subite undici sole in 22 partite. Ma il temperamento, la volontà di lottare non bastano, se non c'è anche fortuna. Per la squadra di Castelletti c'è ora l'imperativo categorico di vincere in casa, a cominciare da domenica prossima con l'Arezzo, diretto rivale nella lotta per salvarsi. (La Stampa)

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