Museo Grigio - Archivio Storico dei Grigi

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14-04-1974 - Giornata: 29 - Venezia - Pierluigi Penzo	Stagione: 1973/1974
Serie C

Venezia Calcio - Alessandria US 1 - 0 (1 - 0)
RETI: 45. Bellinazzi [Ve]

Alessandria US Pozzani Flavio, Maldera (II) Attilio Benedetto, Di Brino Marcello, Reja Edoardo, Barbiero Valeriano, Colombo Antonio, Manueli Luigi, Volpato Angelo, Baisi Sergio Pietro, Dalle Vedove Giampiero, Dolso Arrigo [53. Mazzia Bruno] A disp.:(P) Croci Claudio, Unere Giuseppe All.: Ballacci Dino

Formazione avversaria
Venezia: Seda, Bisiol, Sabbadin, Bassanese [45. Santarello], Ronchi, De Cecco, Bianchi, Trevisanello I, Bellinazzi, Scarpa, Modonese. A disp.: Fornasiero, Flaborea. All.: Volpi Sergio

Arbitro: Schena Francesco Paolo (Foggia)
Note
Angoli: 5-3 Spettatori: 3000 Gionata fredda Antidoping per Bisiol, Ronchi e De Cecco; Maldera, Di Brino e Volpato. Inizio gara ore 15.30

Commento
IL VENEZIA CON L'AIUTO DI SCHENA COSTRINGE ALLA RESA L'ALESSANDRIA Di Bellinazzi il gol neroverde realizzato al 45’. Nella ripresa l’arbitro annulla una rete di Baisi, ignorando un altro fallo da rigore ai danni del centravanti. De Cecco, a porta sguarnita, ha deviato un tiro - saetta di Di Brino © Incidente a Dolso sostituito da Mazzi Venezia, la Serenissima, ha battuto la capolista Alessandria ma il risultato è stato condizionato dall’arbitro Schena. Se i grigi sono caduti dopo quindici giornate (l’ultim a sconfitta risaliva al dicembre scorso con l’Udinese) la responsabilità ricade in notevole misura sull’uomo in giacchetta nera che ha annullato una rete regolarissima di Baisi. Le rimostranze di Ballacci e dei giocatori a fine partita erano pili che mai giustificate. Lo scivolone dell’Alessandria non ha minimamente intaccato il vantaggio sinora conquistato che resta di sette lunghezze. L’Udinese, l'avversaria che non ha ancora gettato la spugna, è stata fermata a sua volta dalla Solbiatese. I lombardi, dopo l’esonero di Bagnoli e l'assunzione di Franzosi, hanno nuovamente il vento in poppa come hanno dimostrato con i friulani. I punti che Barbiere e compagni sono riusciti a racimolare nelle scorse domeniche si dimostrano utilissimi. L’obiettivo fissato da Ballacci prima del derby con la Gavinovese, prevedeva per cinque gare (Gavinovese, Trento, Bolzano, Savona e Venezia) di cui due in casa e tre in trasferta, un punteggio massimo di sette punti. La quota 43 preventivata a marzo, è stata raggiunta in anticipo per cui lo 0-1 rimediato in Laguna non ha intaccato la tabellina di marcia. La situazione parla a netto vantaggio dell’Orso che nelle restanti nove gare ne disputerà solo quattro lontano dal Moccagatta e una di queste a... Tortona. Dieci punti bastano per resistere al forcing dell’Udinese e del Mantova che sta disputando un finale allo sprint. Lo conferma il successo ottenuto a Lecco contro una squadra che dopo avere esonerato Brighenti, va lentamente alla deriva. Allo sportivo interessa, in questo momento, conoscere quale è lo stato di salute dei grigi, indipendentemente dal passo falso con i nero-verdi. Rispondiamo che l'undici mandrogno, ha in serbo molte energie per concludere il torneo non sullo slancio o per forza di inerzia, ma dettando legge, come ha fatto sinora a dispetto delle pessimistiche previsioni che alcuni critici avanzarono all'inizio del campionato. Se è vero che le aspiranti alla promozione sono mancate all’appello, non bisogna disconoscere che l ’Alessandria veleggia a zero in media inglese. Sull’argomento vorremmo aprire una breve parentesi per dimostrare che l’Alessandria ha condotto sinora un campionato ad alto livello non per demerito altrui, ma per m erito proprio. NEGLI ULTIMI TRE TORNEI SOLO LA REGGIANA concluse a +1 in media inglese. Due anni orsono il Lecco vinse il girone A a quota —6; lo scorso anno Udinese e Par. ma finirono a —5. Come si vede il margine di vantaggio dei grigi è ancora notevole a dimostrazione che sono Barbieri e e compagni ad avere una marcia in più rispetto a Udinese, Venezia, Lecco, Mantova e Monza. Il rullo compressore grigio non ha pertanto nulla da rimproverarsi perchè la m atematica dimostra che se c’è una squadra meritevole di fregiarsi della maglia rosa è proprio l’Alessandria. Esaurita la doverosa premessa rientriamo nel clima della partitissima con i nero-verdi di Volpi. Il confronto era particolarmente sentito per le precedenti polemiche e la tradizione negativa che pesa ormai da anni sui mandrogni. Ristabilitosi Colombo il mister è tornato all’antica riportando Maldera a fare coppia con Di Brino. Che gli alessandrini trovassero un clima piuttosto teso era nei program m i, ma che a Sant’Elena lo stadio fosse in stato d’assedio o quasi, nessuno lo immaginava. Un centinaio di carabinieri con tanto di elmo e tascapane, pronti ad intervenire nel caso le opposte fazioni fossero venute alle mani. In realtà i battibecchi in tribuna e sugli spalti sono stati assai pochi e limitati, se si considera quello che è accaduto sul rettangolo del ”Penzo” preso d’infilata da un vento gelido che oltre a fare tremare gli spettatori, ha costretto i giocatori ad un lavoro supplementare. Il Venezia caricato a dovere, è subito partito lancia in resta, quasi si trattasse di una finale. Ballacci per frenare la prevedibile reazione dei nero-verdi aveva escogitato alcune mosse tattiche. Vediamo in concreto: Maldera prendeva immediatamente in consegna la punta Modonese mentre Di Brino si portava su Trevisanello I che è avversario da tenere sotto costante sorveglianza. Conseguentemente sull’ala destra veneziana Bianchi si portava Reja e, per l’intera contesa i duelli si trasformano in contrasti duri e spigolosi. Dalle Vedove si occupava invece di Scarpa e Volpado di De Cecco che si è rivelato l’uomo regia più pericoloso dei padroni di casa. Il rientrante Colombo se la vedeva con Bellinazzi. Le punte alessandrine venivano francobollate da Ronchi (Baisi), Sabbadin (Manueli) e Bisioi (Dolso). La partenza era di netta m arca nero-verde con il trio Bianchi, Bellinazzi, Modonese disteso verso l’area mandrogna con l'appoggio del sempre presente De Cecco. Il ritmo dei locali pone non poco in difficoltà il centrocampo abituato a manovrare con passaggi laterali per consentire alle punte di smarcarsi e di portarsi in zona di sparo. Barbiere e l’intera retroguardia costretti nella loro m età campo rimediano con affanno al pressing avversario che non si esaurisce con il trascorrere dei minuti. Le lancette dell’orologio non hanno ancora compiuto l'intero giro che un tiro di Trevisanello si perde sul sette della rete difesa da Pozzani. Si ripetono poco dopo i nero-verdi su una punizione di Scarpa: Bellinazzi giunge in ritardo all’appuntamento con la palla. La prima azione di alleggerimento dei grigi è ai l’undicesimo quando Dalle Vedove scende sulla sinistra poi porge a Dolso che prontamente apre sull’accorrente Di Brino che al momento del tiro incespica e l’azione, pur favorevole, sfuma. De Cecco controllato a distanza imperversa e dal suo piede si snodano le azioni più consistenti e pericolose per la rete di Pozzani. Al quarto d ’ora, ad esempio, ricupera una palla al centro poi serve Bianchi che spostato a sinistra centra: Bellinazzi cerca la girata al volo, ma sbaglia clamorosamente. Sin da queste prim e battute Schena dimostra di avere imboccalo la strada a senso unico come ad esempio al 27’ quando Colombo, poco fuori dall'area di rigore, devia con un braccio una gran stangata di Bellinazzi. Il fallo è involontario, ma il direttore di gara la pensa diversamente accordando la punizione. Modonese sempre ostacolato da Maldera che non lo abbandona un solo istante saetta da fuori area proprio sotto la traversa: Pozzani gli risponde da campione alzando in corner. Il portiere alessandrino conferma il proprio stato di grazia respingendo dopo poco un preciso centro rasoterra di Modonese. QUANDO IL TEMPO PARE DESTINATO a concludersi sullo zero a zero giunge la doccia fredda della rete di Bellinazzi. Scarpa da una trentina di metri scarica una gran botta e Pozzani risponde con una respinta in tuffo: la palla carambola nell’area minore di porta e Bellinazzi, sfuggito a Colombo, insacca con un tremendo tiro. Il tempo di mettere la palla al centro e l’arbitro manda le squadre negli spogliatoi. La prima frazione di gioco ha evidenziato un’Alessandria piuttosto giù di corda, con un centrocampo meno concentrato del solito e che sovente si è lasciato anticipare dal ritmo dell'undici veneziano. De Cecco ha scorazzato in lungo e in largo: una marcatura più stretta avrebbe forse fatto mancare ai nero-verdi il cervello pensante. Quasi inesistenti le punte con Manueli alla ricerca del pallone che non trovava e Baisi tenuto sotto controllo da ben due avversari. Nulla da eccepire sulla maggiore volontà di vittoria dei padroni di casa. I numerosi fans alessandrini attendono la riscossa dei grigi che non tarda. I grigi rientrano in campo con maggiore convinzione riescono a saltare il centrocampo dei veneti co. strigendoli ad una affannosa difesa. Si giunge al 48’ e al contestato gol di Baisi annullato dall’arbitro Schena — che seguiva l’azione da una quindicina di metri — con una decisione che lascia molte perplessità. Imposta la manovra Volpato sulla sinistra effettuando un cross a mezz’altezza verso il centravanti stretto tra lo stopper e il libero nero-verde. Baisi aggancia e gira al volo sorprendendo nettamente Seda. I veneziani non accennano alla protesta, paiono quasi choccati. La castagna dal fuoco la toglie Schena che annulla nonostante le proteste dei mandrogni. L’atmosfera si surriscalda e il primo sintomo lo si registra al 51’ quando Bisiol e Dolso in elevazione si scontrano testa contro testa. Entrambi restano al suolo privi di sensi. Il Venezia che aveva sostituito Bassanese con Santarello cerca il ricupero del giocatore per non restare in dieci: Ballacci invece preferisce immettere Mazzia. Il neroverde resta fuori dal rettangolo verde per una decina di minuti: rientra poi con un grande turbante che gli copre la ferita al cuoio capelluto. L’Alessandria è ormai tutta protesa in avanti e pure Barbiere si sgancia per dare maggiore consistenza all’offesa. Mazzia ha una bella occasione. ma ha un attimo di indugio e il pallone esce. La retroguardia nero-verde stringe i tempi adottando le maniere forti ed a farne le spese è Baisi. Pure Manueli si scuote, m a ogni qualvolta trova lo spunto vincente ci sono sempre due braccia che lo cinturano platealmente. Bianchi e Reja ogni qualvolta vengono a contatto sprizzano scintille: gli insulti non si contano. PER I GRIGI C’E UN SOLO BRIVIDO e lo si registra al 75’ quando Pozzani non trattiene una punizione di Trevisanello: Modonese fallisce il raddoppio nel modo più elementare. I ragazzi di Ballacci pur non brillando per linearità hanno il dominio completo del centrocampo: il Venezia solo più a difendere il vantaggio cercando di alleggerire la pressione in contropiede. La retroguardia con capitan Barbiero non concede troppo spazio entrando con decisione. L’occasione del pareggio si ripresenta agli alessandrini al 78’: l’inesauribile Volpato fa spiovere un pallone nell’area avversaria. Sulla sfera si avventano due difensori mentre Seda esce precipitosamente dai pali. La confusione è generale e il pallone carambola sui piedi di Di Brino in corsa che spara nella rete incustodita: d’istinto De Cecco allungandosi in spaccata riesce a devia l’Alessandria non si arrende e, con la forza della disperazione torna in avanti stringendo letteralmente d’assedio l’area di Seda. L’arbitro Schena non vede che punizioni a favore dei locali: ad ogni contrasto sono sempre De Cecco e compagni a beneficiarne. Gli alessandrini con la rabbia in corpo tentano di passare sulle fasce laterali, ma non c’è proprio nulla da fare. Al novantesimo il direttore di gara fischia la fine senza ricuperare un solo secondo dei cinque minuti perduti in occasione dello scontro tra Bisiol e Dolso e delle ripetute meline dei lagunari. Per il Venezia è la vittoria di prestigio, per gli alessandrini la terza sconfitta dopo quindici giornate di bagarre. Il leone neroverde si è vendicato dello 0-2 subito lo scorso campionato quando pareva avere la serie B a portata di mano. L’Alessandria non ha regalato nulla; ha lottato con la consueta determinazione; è andata più volte vicino al pareggio che è stato negato dal direttore di gara. Ballacci nello spogliatoio era letteralmente scatenato. « Il Venezia ha disputato un primo tempo alla grande: ci ha costretto alla difesa andando a segno a tempo scaduto. Nella ripresa siamo stati noi a comandare il gioco. Sulla rete del pareggio di Baisi dovete domandare all’arbitro la causa dell’annullamento. La giustificazione fornita a Baisi non poggia su alcun elemento concreto. Spiace perdere in questo modo. L’Alessandria non vede compromesse le proprie "chance”, ma cosa sarebbe accaduto in un’altra circostanza? Baisi in piena area è stato spintonato clamorosamente, ma non è accaduto nulla. Il pareggio era il risultato più equo. I grigi tornano a casa defraudati di un punto ». Solo Paolo Sacco ha minimizzato l’insuccesso dei suoi ragazzi. « Nella ripresa Barbiere e compagni hanno riscattato il primo tempo. Certo, il gol di Baisi era più che regolare come Modonese ha confidato a Maldera. Non facciamone una tragedia. Il vantaggio che l’Alessandria ha racimolato negli scorsi mesi parla a nostro merito. In considerazione della prova gagliarda fornita ho deciso di assegnare ugualmente un premio ai protagonisti della partita di Venezia. Lo meritano ». Nessun rimpianto? « Si è perduta una partita, ecco tutto. L'importante è che la squadra ha dimostrato di avere ancora molte energie in serbo. Il calendario è a nostro favore ». I grigi piuttosto amareggiati per la sconfitta hanno ripreso ieri pomeriggio la preparazione. Si guarda al prossimo avversario, al Vigevano che la scorsa domenica ha colto un prezioso punto a Savona. L’ospite è poco raccomandabile, ma gli alessandrini dovendo sfogare la rabbia di Venezia non dovrebbero faticare per conquistare l’intera posta e compiere un altro passo verso la promozione che si intravede all’orizzonte. (Il Piccolo - Il Gattopardo) I GRIGI SCONFITTI DAL VENEZIA (0-1) MA IL LORO VANTAGGIO RESTA IMMUTATO Il gol alla fine del primo tempo - L'arbitro annulla un gol a Baisi e non concede un rigore all'Alessandria - La sconfitta è costata ai piemontesi mezzo milione a testa E' proprio l'anno dell'Alessandria. A Venezia i grigi giocano male, subiscono un gol a tempo quasi scaduto prima dell'intervallo, pareggiano all'inizio della ripresa con Baisi, ma l'arbitro annulla fra la sorpresa generale, perdono Dolso che finisce in stato di choc per un fortuito scontro con Bisiol, subentra Mazzia ma la squadra, pur pressando in massa, non riesce più a trovare la via del pareggio. Negli spogliatoi, il presidente Paolo Sacco si conscia pensando che il vantaggio è sempre almeno di cinque punti sulle Immediate inseguitrici, ma quando in vaporetto giunge la notizia che anche l'Udinese ha perso a Solbiate e che il vantaggio di sette punti è rimasto immutato, è festa grande. Il Venezia ha giocato bene, con grande impegno, desiderando riscattare tutte le avversità che a metà torneo hanno compromesso ogni ambizione di promozione, e soprattutto la vittoria dei grigi dello scorso anno al Sant'Elena. la squadra di Volpi è riuscita in pieno nel suo obiettivo: ha letteralmente dominato nel primo tempo, schiacciando nella propria area l'Alessandria grazie ad una gran mole di lavoro dei centrocampisti Scarpa e De Cecco, Bianchi e Trevisanello I, e ha trovato il gol della vittoria al 45' abbondante, quando Scarpa, dal limite dell'area, ha lasciato partire un bolide che Pozzanì è stato costretto a respingere in tuffo a pugni serrati. Riprende in mezza giravolta al volo il rientrante Bellinazzi, il più insidioso di tutti gli attaccanti in campo, ed è gol a porta incustodita. Poi, nella ripresa, i neroverdi hanno controllato con sufficiente accortezza la reazione dei grigi, che sono apparsi sempre troppo contratti e nervosi, a dispetto della classifica che dovrebbe permettere alla squadra alessandrina di giocare senza affanno. La spiegazione di questa eccessiva tensione nervosa dei grigi va ricercata nella particolare meccanica dei premi di partita, che una speciale tabella concertata da dirigenti e giocatori lega ai risultati di una serie di cinque gare alla volta. Ne consegue che, con la sconfitta di Venezia, i giocatori grigi hanno perso qualcosa come mezzo milione a testa. Al fattore economico dei premi si deve aggiungere l'influenza dell'arbitro, il foggiano Schena, considerato un giovane di grandi possibilità, incappato evidentemente in una giornata nera. Dopo che l'avvio era stato molto regolare, i guai sono cominciati al 39' del primo tempo, quando De Cecco, autore dì una lunga fuga, viene fermato fallosamente al limite dell'area e rovina a terra invocando il rigore. Per l'arbitro, tutto regolare. Dagli spalti abbastanza vuoti (poco più di duemila spettatori) volano una bottiglietta e qualche altro oggetto contundente. Nella ripresa, Volpi sostituiva il libero Bassanese con Santarello e, prima che la nuova difesa veneziana trovasse la misura, l'Alessandria andava in gol al 3'. Cross dalla sinistra di Volpato, Baisi con grande opportunismo anticipa l'intervento del portiere Seda mettendo imparabilmente in rete. Veneziani gelati per la rapidità dell'azione, ma l'arbitro annulla per gioco pericoloso del centravanti sul portiere. Incredibile. L'Alessandria insiste nel forcing, ma al 6' c'è uno scontro fortuito fra Dolso e Bisiol. Testata violenta e i due giocatori finiscono k.o. Ballacci è costretto a sostituire il mancino con Mazzia, con grande detrimento per la squadra, che avrebbe avuto bisogno dei lanci calibrati del titolare per cercare di forzare la difesa neroverde. I veneti, che hanno già utilizzato le riserve, sono costretti a medicare alla meglio il terzino per farlo rientrare in campo. I grigi si battono. Bela, In gran forma, e uno stantuffo di rara efficacia. La prevalenza territoriale finisce per essere poco pericolosa e solo nel finale c'è un vistoso spintonamento su Baisi in piena area che l'arbitro Schena deliberatamente ignora. (La Stampa - Ed. Sport - Rino Cacioppo) Risultati: Padova - Belluno 2-1 Monza - Clodiasottom. 3-0 Triestina - Legnano 0-0 Lecco - Mantova 0-1 Derthona - Pro Vercelli 1-1 Bolzano - Seregno 2-1 Gavinovese - Trento 0-0 Solbiatese - Udinese 1-0 Savona - Vigevano 2-2 Classifica: Alessandria p.43; Udinese, Venezia 36; Lecco, Monza 35; Mantova 34; Pro Vercelli, Seregno 32; Belluno, Solbiatese 30; Trento, Bolzano 28; Vigevano 27 Legnano 26; Gavinovese, Padova 24; Triestina, Clodiasott. 21; Savona 20; Derthona 18 Marcatori: 12 reti: Inferrerà (Belluno); 11 reti: Zanolla (Mantova), Panucci (Savona), Ulivieri (Gavinovese); 10 reti: Turella (Mantova); 9 reti: Ballarin (Belluno), Canzi (Seregno), Peressin (Udinese), Bellinazzi (Venezia), Basili (Vigevano) Il punto sul campionato Partita a due facce quella tra Derthona e Pro Vercelli nel derby piemontese: primo tempo di marca ospite, più ordinati a centrocampo e attenti in difesa mentre nella ripresa è stata la squadra di casa a trasformarsi e ad andare vicino al successo. Il Savona, con il pareggio interno contro il Vigevano, ha firmato la sua condanna alla retrocessione: due volte in vantaggio la squadra ligure non ha saputo ottenere la vittoria. Sfortunato debutto nel Lecco del nuovo allenatore Majoli: il Mantova ha vinto con un gol di Turella al 64'. Incontro noioso tra Triestina e Legnano con poche occasioni da rete. L'Udinese non ha saputo approfittare della battuta d'arresto dell'Alessandria: Fumagalli al 28' ha deciso la gara a favore della Solbiatese.

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