Museo Grigio - Archivio Storico dei Grigi

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28-09-1975 - Giornata: 3 - Alessandria - Giuseppe Moccagatta	Stagione: 1975/1976
Serie C

Alessandria Calcio US - Mantova AC 0 - 0 (0 - 0)


Alessandria Calcio US Pozzani Flavio, Di Benedetto Glauco, Di Brino Marcello, Reja Edoardo [38. Pillon Giuseppe], Colombo Antonio, Valdinoci Andrea, Marcolini Antonio, Borghi Ambrogio, Galassi Stefano, Corigliano Franco, Pulitelli Giancarlo A disp.:Maldera (II) Attilio Benedetto, (P) Zanier Adriano All.: Viviani Franco

Formazione avversaria
MANTOVA AC: Tarocco, Ceccotti, Merlo, Pardini, Lolli, Busi, Mongitore [72. Iacovone], Lizzari, Manservisi, Quadrelli, Roncaia. A disp.: Bandoni, Ragazzoni. All.: Marchesi

Arbitro: Bitocchi (Tivoli)
Note
Espulsi 68. Valdinoci [A], Pardini [M]. Ammoniti: Marcolini [A], Pulitelli [A], Galassi [A], Corigliano [A], Borghi [A], Pardini [M], Quadrelli [M]. Angoli: 3-3. Spettatori: 4.000 circa (incasso L. 9.480.800) Pomeriggio piuttosto caldo, cielo coperto, terreno in ottime condizioni. Inizio gara ore 15.00

Commento
I GRIGI ANCORA SENZA IDEE CHIARE: NON UN'AZIONE-GOL IN 90 MINUTI Un gioco squallido, una noia terribile. Ma per Fortuna c'è l'arbitro a salvare tutto. Alto e dinoccolato, pettinatura tipo «Anni Trenta», il signor Bitocchi da Tivoli decide nel modo peggiore di dare interesse a una partita che sul piano tecnico non offre uno spunto uno: ligio, forse troppo, alle disposizioni del raduno di Viareggio, che chiedono l'immediata repressione del gioco scorretto, il signor Bitocchi accoglie tutto alla lettera, dimenticandosi assolutamente di fare qualsiasi logica distinzione, E soprattutto dimentica una cosa importante, e cioè che il campionato di Serie C, povero in genere di tecnica e ricco di agonismo, non può essere fermato a ogni istante perché un giocatore, magari con foga ma quasi sèmpre senza cattiveria, cerca di portare via il pallone all'avversario. Frenata nella volontà, spezzata di continuo nelle sue poche azioni collettive, ridotta a un balletto (nemmeno troppo elegante) che evita lo scontro e il contrasto, la partita, in Serie C, viene svuotata della sua caratteristica prima; indirizzata dall'arbitro sul piano della tecnica pura, diventa uno spettacolo squallido, privo di tensioni e spettacolarità. E Alessandria-Mantova oggi, uno 0-0 senza tiri in porta, ne è un esempio classico. L'arbitro Bitocchi, dunque, decide di essere severo: sguardo che sa di sfida, fischietto e taccuino prontissimi alla bisogna, ammonisce, quasi sempre a caso, cinque giocatori dell'Alessandria (Marcolini, Pulitelli, Galassi, Corigliano, Borghi) e ne espelle uno (Valdinoci) al suo primo fallo. Sull'altro fronte, finisce sul libro nero anche Quadrelli, mentre Pardini viene cacciato dal campo, dopo un'ammonizione precedente, per il semplice fatto di avere tardato un istante a restituire il pallone. Insomma, una gran festa di fischi e di cartellini gialli. La gente sugli spalti, paziente ma non idiota, sghtgnazza amaro; è sufficiente reclamare a gran voce l'ammonizione, e il cartellino giallo appare come il coniglio nel cilindro. L'insulto più leggero è un chiaro riferimento alla situazione politica in Spagna. Al termine c'è un po' di cagnara, ma l'arbitro può lasciare lo stadio senza troppi problemi: in fondo il pubblico alessandrino si dimostra più civile di chi nelle due ore si è quasi divertito a provocarlo. Il discorso sulle carenze del direttore di gara non elimina però i demeriti dell'Alessandria in campo. Priva di gioco, di razionalità, e anche di tenuta atletica, la squadra di Viviani non riesce in 90 minuti di gioca a rendersi pericolosa neppure una volta: soprattutto a centrocampo, con Reja zoppicante (verrà sostituito da Pillon al 38'), Borghi senza posizione, Corigliano senza autorità, Marcollni senza classe, la squadra alessandrina fallisce in pieno la prova. Perché indietro Di Benedetto e Colombo se la cavano a sufficienza, Valdinoci si sgancia anche bene e Di Brino, malgrado il piede ruvido, è l'unico che cerca di tirare in porta; avanti. Pulitelli mostra di avere buoni numeri ma poco aiuto dai compagni, mentre Galassi non è una «punta» e nemmeno un centrocampista. Non sa cioè né costruire né andare in gol. Sull'altro fronte, il Mantova ha idee più chiare, ma si adegua con facilità al trantran. Qualche affondo, un po' di melina nel finale e si porta a casa un punto. Più facile di così! (La Stampa - Ed. Sport - Carlo Coscia) GRIGI SENZA GRINTA E SCHEMI INNESCANO LA… CONTESTAZIONE Deludente spettacolo della grande favorita del campionato, incapace di impegnare in novanta minuti il portiere avversario. I tifosi reagiscono mettendo sotto accusa i responsabili della Società Franco Viviani chiamato ad un lavoro massacrante per evitare il tracollo. Povero Viviani, nocchiero di una nave (l’Alessandria) su un mare procelloso: l ’eredità lasciatagli da Giacomo Losi è disastrosa, da fallimento per intenderci. li mister sarà veramente bravo se riuscirà a mettere insieme i cocci, a ricostruire una compagine priva di fondo, di schema, e ancor più di idee. L’Alessandria d’oggi assomiglia ad una nobile decaduta che vive di ricordi senza avere la possibilità di integrarsi nella vita reale. Alessandria - Mantova ha messo a nudo le lacune così bene evidenziate nelle partite di Coppa Italia quando Losi sosteneva: « Cosa volete? La squadra ha vinto... ». Il poveretto si dimenticava che l’undici incontrava squadrette alla ricerca delia forma migliore per presentarsi al via del campionato. L’Alessandria all’impatto con la dura realtà della nuova stagione ha evidenziato i molti difetti ed i pochi pregi. Si è scoperto, ad esempio, i numerosi errori commessi durante la campagna acquisti quando si perfezionavano contratti senza peritarsi di scegliere gli uomini idonei a vincere. Silurato Losi, arrivato Viviani è indispensabile ricominciare dall’inizio, cancellare con un colpo di spugna il passato e riprendere da zero. La compagine attuale, inutile nascondersi dietro il dito, ha ben poche possibilità di battersi per la promozione, di tenere in soggezione gli avversari. Mister Losi ha venduto molto fumo ed i risultati lo ribadiscono chiaramente. Superato con una certa disinvoltura la gara d’esordio a Treviso (2-2) si attendeva con interesse la controprova con i virgiliani, complesso con ambizioni limitate, alla ricerca della condizione migliore. Doveva essere la partita della rappacificazione generale, il suggello alla speranza di un pronto ritorno tra i cadetti. L’allenatore costretto a rinunciare allo squalificato Dolso nell’attesa di vederci chiaro, di meglio soppesare la consistenza tecnica dei singoli, ha riconfermato la squadra di Treviso sperando nella stessa grinta. Una pia illusione, una specie di miraggio: sono bastati pochi minuti per accorgersi che i grigi avrebbero fatto poca strada. Il Mantova deciso a dividere la posta ha infoltito il centrocampo senza fare barriere, d’altronde non era necessario innalzare barricate davanti al portiere. L’Alessandria ha iniziato al piccolo trotto con la consueta ragnatela di passaggi a corta gittata con la speranza di trovare gli spiragli entro i quali fare filtrare i suoi uomini. La forza di una squadra si individua nel centrocampo e ancor più nel regista. Il collettivo necessita di una mente, di un uomo d’ordine in grado di muovere le file, in caso contrario la notte scende anzitempo. Purtroppo i grigi dopo la partenza di Volpato, difettano del ’’cervello” in maniera paurosa. Borghi è un elemento tecnicamente valido, ma la lunga esperienza come difensore gli ha tolto la indispensabile chiarezza per governare la zona centrale. II ragazzo si muove con determinazione alla vana ricerca di una posizione che gli consenta di ergersi a dominatore. Eppure Borghi non si discute conoscendo lo stesso l’arte calcistica. Nell’attesa del reìnscrimento dell’ex varesino resta Dolso, ma i pregi e i difetti del giocatore si conoscono a fondo. Domenica Viviani ha sperimentato la carta del giovane Pillon ed in verità il ragazzo ha numeri per rendersi utile. Un giudizio sarà possibile esprimerlo nel momento in cui i compagni dimostreranno di giocare un calcio accettabile seppure da serie C. I guai grossi dell’Alessandria sono condensati nel pacchetto dei centrocampisti dove lo stesso Corigliano appare a disagio nonostante abbia fiato da vendere. L’ex salernitano appare confuso, privo di concentrazione, capace insomma di fare emergere ancor prima delle doti tecniche quelle fisiche. Il ragionamento è ancor più difficile nel momento in cui si esamina il settore avanzato. Il tornante Marcolini, come accaduto a Treviso, scompare troppo presto dalla lotta e l’apporto scema gradualmente. Sufficiente in fase difensiva si dissolve nel momento in cui è necessario il dialogo per andare a rete. Lo scambio Marcolini - Biloni autorizzato da Losi è discutibile perchè il primo ha lacune evidenti, difficilmente eliminabili. LA PROMOZIONE. Sul giovane Galassi inutile fare troppe parole: ha grinta, ma è ancora troppo grezzo per reggere un ruolo in una squadra che ha ambizioni di promozione. La realtà si deve guardare in viso, non ignorarla. Viviani lo può sfruttare saltuariamente, in maniera stabile otterrà ben pochi risultati. Su Pulitelli, il bomber, il discorso è diverso. Il ragazzo a due mesi dall’inizio della preparazione è nettamente fuori forma, privo di scatto e di convinzione nei propri mezzi. Gli spunti isolati, le improvvise impennate documentano una mancanza di continuità derivante da allenamenti poco proficui, inidonei ad un attaccante con il fisico massiccio. Le risultanze complessive al termine della breve analisi sono pessimistiche, deludenti. Parlare di promozione è problematico e persino assurdo osservando l’organico della compagine, nutrito come numero di atleti, scarso sotto il profilo della tecnica complessiva. La retroguardia è l’unico reparto a non soffrire di complessi di inferiorità: Colombo ha grinta e determinazione da vendere; Valdinoci riacquista fiducia nei propri mezzi fornendo esibizioni accettabili. Il libero, espulsione a parte, si è confermato per la rocciosità, il senso di posizione. Il terzino Di Benedetto si batte con tanto agonismo, altrettanto dicasi del collega Di Brino, granitico in fase difensiva, ma dal piede sempre ruvido in fase d’offesa. E’ un difetto cronico, difficile compiere il miracolo pur sottoponendo il ragazzo ad una serie intensiva di palleggi ed altri esercizi idonei. Su Reja l’interrogativo di sempre: domenica ha accusato l’ennesimo infortunio che lo ha costretto ad abbandonare il campo ancor prima di essere riuscito a dare l’impronta alla partita. Reggerà il ritmo dell’interminabile campionato? La domanda è pertinente prospettandosi a Viviani un ulteriore problema. Disponesse il tecnico di un regista la carta Valdinoci mediano e Borghi libero gli consentirebbe di dormire sonni tranquilli. Purtroppo deve pensare a registrare il complesso e, se non cresce Pillon sono dolori destinati a trasformarsi in mali inguaribili. La diagnosi sull’Alessandria al momento attuale è oltremodo pessimistica per non dire disarmante. Gli sportivi durante e al termine del confronto hanno espresso calorosamente il disappunto, la delusione per il ” tradimeno” operato ai loro danni. Pagare 2500 lire per assistere ad una esibizione tanto scadente è un vero furto. Le previsioni? Difficile azzardarne dopo che all’inizio della stagione si era parlato di squadrone, di compagine capace di ’’ammazzare” il campionato. Il disorientamento si è impossessato di tutti al termine dello striminzito 0-0 con i virgiliani. « Ho speso settecento milioni, esordisce Paolo Sacco, con il risultato di scatenare la contestazione. Difficile individuare le cause del male. Al mercato di luglio ho agito secondo le indicazioni di Losi, lo dissi apertamente. Perchè la città si scatena contro la mia famiglia? ». II presidente ha uno sfogo amaro, è disorientato davanti a risultati che lascerebbero perplessi anche il più benevolo degli sportivi. Il pareggio con il Mantova ha scatenato, come detto, la reazione dei tifosi delusi più del gioco che del risultato. Il dopopartita è risultato tra i più accesi: l’intera squadra è stata messa sotto accusa senza possibilità di appello. Nel disastro generale nessuno si è salvato, dal presidente Sacco a Losi sono finiti al banco degli imputati. I nomi di Vanara, Unere, Volpato sono tornati alla ribalta come dei salvatori della patria; nessun accenno invece per Rinero e Curcio, gli acquisti fantasma di luglio. Il giudizio impietoso del pubblico ripropone il problema di una corsa ragionata al rafforzamento della compagine in vista del mercato novembrino. Non bastano le assenze di Dolso e Reja a giustificare un fallimento completo che potrebbe ripetersi nelle prossime gare. L’allenatore Viviani che molto si è sgolato per cercare di salvare almeno le apparenze al termine della contesa è apparso amareggiato, ma tranquillo. Chiamato a raddrizzare le sorti della brigata alessandrina a due giorni dall’inizio del campionato si è trovato nell’impossibilità di dare un volto alla squadra. Sperava ardentemente nella preparazione atletica per impostare un nuovo modulo, invece deve ricominciare dall’inizio anche se il campionato ha ingranato la marcia. A differenza del collega che lo ha preceduto deve lottare contro il tempo, cercare disperatamente di mantenere i contatti con le prime della classe per evitare di perdere i collegamenti. Un compito ingrato, ma necessario per mantenere intatta la speranza dei tifosi di lottare per la prima posizione. Il Monza il grande favorito al successo finale prosegue senza tentennamenti la marcia, insiste per accumulare il maggior vantaggio possibile in attesa di ricevere i grigi alessandrini. L’Alessandria attraversa veramente un periodo nero. Riuscirà Viviani ad ottenere il risultato prefissatosi nel momento in cui ha accettato di guidare la compagine pur sapendo i pericoli ai quali andava incontro? Il tecnico archiviata la partita-crisi di Mantova deve rimboccarsi le maniche per varare l’undici capace di mettere sotto il Sant’Angelo. I lombardi scottati sul terreno amico dalla Juniorcasale tenteranno di ricuperare il terreno perduto approfittando della favorevole circostanza. Colombo e compagni perduta la grande occasione di aggiudicarsi il primo successo stagionale devono assolutamente pigiare sull’acceleratore per sfruttare la possibilità di avvicinare le prime della classe. Il tecnico opererà delle varianti alla formazione per cercare di dare maggiore incisività alle punte senza indebolire eccessivamente il centrocampo. La partita con il Sant’Angelo Lodigiano è ancor più delicata di quella con il Mantova, sballarla significa precipitare nella crisi assoluta con ripercussioni incalcolabili sul futuro della stessa squadra. II momento di stringere i denti, di dare fondo alle energie è giunto: indossando il saio dell’umiltà esiste la possibilità di guadagnare terreno, di rimettere assieme i cocci per sprintare durante i mesi invernali quasi sempre decisivi ai fini della lotta per il primato. L’esperienza di due stagioni orsono ribadisce la validità del nostro concetto. Attendiamo fiduciosi il rilancio, stendendo un velo sugli errori sinora compiuti in buona o cattiva fede. (Il Piccolo - Il Gattopardo) RISULTATI: Bolzano – Treviso 3-2 Cremonese – Trento 2-1 Monza – Albese 3-0 Padova – Lecco 1-0 Pro Patria – Clodia 2-1 Pro Vercelli – Seregno 1-2 S.Angelo – Juniorcasale 0-3 Venezia – Udinese 3-1 Vigevano – Belluno 1-0 CLASSIFICA: Juniorcasale, Monza, Seregno p. 5, Clodia, Cremonese, Pro Patria, Udinese, Padova 4, Treviso, Bolzano, Mantova 3, Alessandria, Venezia, Vigevano, S.Angelo, Trento, Albese 2, Belluno, Pro Vercelli 0. Ogni * = una gara in meno MARCATORI: 3 reti: Motta ( Juniorcasale) ; Rossi (Bolzano); Basili (Clodia). Il punto sul campionato Nessuna squadra a punteggio pieno dopo tre giornate: cadute sia il Clodia (a Busto Arsizio) che l'Udinese (a Venezia) in testa si è formato un terzetto composto dalla favorita Monza, dalla Juniorcasale e dal Seregno. Facile il successo del Monza sull'Albese con il portiere Rottoli migliore in campo per gli ospiti malgrado i tre gol subiti; addirittura strepitosa la Junior a S.Angelo che con accorta tattica di contenimento ha sfruttato gli spazi lasciati dai rossoneri per trafiggerli di rimessa; bello il successo del Seregno a Vercelli con la Pro che rimane malinconicamente a quota zero assieme al Belluno sconfitto di misura a Vigevano.

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