Califano rimarrà sempre un uomo chiamato C1

mercoledì, 14 Dicembre 2016

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È sempre stato protagonista, nel bene e nel male: raccontiamo un giocatore che è piaciuto anche al pubblico dell’Alessandria.

Gianni Califano ha realizzato più di centocinquanta gol, è un simbolo dell’allora serie C, ma rimpiange le occasioni perse in B e ad Alessandria. Chiuse la carriera nel 2009 nella Sambenedettese, proveniente dal Perugia. Oggi è il direttore sportivo del Prato, recentemente sconfitto dai Grigi.

califano-1Fontana e Califano al termine di una partita al “Moccagatta”.

 

“Sono Califano, un uomo chiamato C1” , così “La Gazzetta dello Sport” nel 2007 intitolò un bell’articolo di Nicola Binda, che meglio di ogni altro ci fa comprendere quale sia stato lo spessore di questo bomber, allora in forza al Gallipoli.

“Lo conoscono tutti, lo vogliono tutti. Gianni Califano è il signor C1: 15 stagioni, 10 squadre, 403 partite, 151 gol. Un Califfo di nome e di fatto, uno che viaggia alla media di 150.000 euro a stagione e che a 35 anni scopre di avere il meglio della categoria pronto a ingaggiarlo: Padova, Pisa, Lucchese, Taranto, Foggia, Perugia e Salernitana, la squadra che lui, di Pagani, ha nel cuore. E che fa dire a Vincenzo Barba, il presidente del Gallipoli: ‘La Salernitana lo vuole? Quando la comprerò, ci porterò a giocare Califano’.

Due treni

Sei apparizioni in C2 con il Prato, una in B con il Savoia. Poi, sempre e solo C1: ‘Ho perso due treni. Al Savoia ho debuttato battendo 1-0 l’ Empoli e i dirigenti mi hanno detto: ‘Non hai fatto gol, non puoi giocare in B’. E mi hanno venduto a Gaucci. Il secondo treno è stato a Modena, non mi sentivo terza punta e ho preferito Giulianova, lasciando una squadra andata prima in B e poi in A’. Il fisico minuto non l’ ha aiutato. Il carattere sì. Cresciuto nel Toro accanto a Vieri, s’ è rotto i crociati delle ginocchia ed è rimasto fermo quasi tre anni. Una volta recuperato, eccolo a Prato, Casale, Alessandria: pochi soldi, tanti gol. Poi la vittoria alle Universiadi (19 esami all’ Isef) e il Savoia che lo scopre: 330 milioni all’ Alessandria e il primo, vero contratto.

califanoAmisano premia Califano. Il presidente dei Grigi gli consegna una targa per la medaglia d’oro conquistata con la Nazionale alle Universiadi.

 

Emozioni Giulianova

Torre Annunziata, Viterbo, Catania, Modena, Giulianova, Chieti e ancora Giulianova, dove ha vissuto le emozioni più forti. La moglie e la piccola Aurora quelle più belle, il dramma di Cherubini quello che l’ ha sconvolto: ‘Siamo due fratelli, l’ ho portato io a Giulianova. Per lui ho passato i 15 giorni più brutti della mia vita’. E poi le scommesse, con cinque mesi di squalifica: ‘Avevo perso la testa. Scommettevo su altre partite, non sulle mie, e ne parlavo al telefono: che ingenuo. Tanti scommettono e sono furbi. I giudici hanno capito la mia buona fede, e ho pagato’. Tutto il bello e il brutto della C1 è passato sotto i suoi tacchetti. ‘Anni fa giocare al Sud era più dura: ambienti difficili, spogliatoi con estranei, minacce. Le sanzioni e i controlli sono serviti, anche le società hanno uno stile diverso. Con playoff e playout i campionati si giocano fino in fondo, non ci sono più avversari morbidi a fine stagione; io comunque allargherei gli spareggi a più squadre. In tanti poi si lamentano per gli stipendi non pagati: io sono stato fortunato, non ho mai perso soldi, ma tanti miei colleghi che hanno vissuto i fallimenti hanno sofferto’.

I rivali

Chi Califano ha fatto soffrire sono stati i difensori: ‘La famosa Juve Stabia era terribile: Amodio-Caccavale, e chi faceva gol? Erano inavvicinabili. E poi Daniele Baldini, altissimo: in un Empoli-Prato mi diede un calcio che mi fece volare più in alto di lui. Uno dei più forti è stato Ambrogioni del Genoa: quando mi hanno detto che sarebbe venuto a Gallipoli, mi ha fatto piacere’. E i portieri? ‘Buccilli, presidente del Chieti, mi prese dicendo: ‘Così non fai più gol a Lafuenti, il nostro portiere’. A spezia ho segnato con Prato, Alessandria, Modena e Giulianova: mi sarebbe molto piaciuto giocarci’.

califano-3Califano esulta dopo un gol all’Alzano nel campionato 1996-’97.

 

I giovani

‘Oggi ci sono più giovani, i giocatori più esperti preferiscono andare nei dilettanti, dove si guadagna bene. E oggi per un giovane che fa 10-15 gol ci sono più possibilità. Una volta era dura: a Prato ho fatto 6 gol entrando a gara iniziata, prima di avere spazio da titolare. E in partitella fare un tunnel era un’ offesa, la pagavi cara… Oggi invece tanti giovani alzano subito la voce’. Califano ne ha visti tanti passargli accanto e volare in alto: ‘Ho combattuto per il titolo di capocannoniere con Inzaghi, Riganò, Guidetti. Ho giocato con Quagliarella, fortissimo: quando segna esulto. Ho ammirato Bombardini, Battaglia, Schwoch e Toni, che ci ha fatto 3 gol in Lodigiani-Savoia e poi a Modena è diventato mio tifoso e mi veniva a fare i complimenti…’. Califano rimane un simbolo della categoria”.

Mario Bocchio

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