Il termine “delusione” parlando del mancato salto dell’Alessandria in serie B ci sembra addirittura riduttivo.
E ora? Come si prospetta il futuro? È troppo presto per dirlo, bisogna almeno lasciare passare l’amarezza e la rabbia, che quest’anno hanno un retrogusto molto persistente.
Rimettere a posto i cocci: questa dovrà essere la prima cosa da fare. Il piglio del direttore sportivo Pasquale Sensibile, subito dopo la finale persa contro il Parma, ha fatto chiaramente intendere che per lui è finito il tempo di fare da traghettatore.
Da quando è arrivato, ha sicuramente avuto tutto il tempo necessario per cercare di capire, e da adesso in avanti ci sarà solo da ricostruire invertendo dl tutto la rotta.
A lui toccherà contribuire in maniera determinante alla scelta del tecnico: riconfermare Pillon o puntare su altre opzioni?
Poi ci sarà da gestire il mercato: molti degli attuali giocatori sembrano essere al capolinea, nonostante diversi abbiano contratti rinnovati da poco o ancora spalmati su più anni.
Il patron Di Masi sinora ha speso tante risorse e non ha ottenuto la tanto sospirata promozione: Sensibile gli ha fatto chiaramente intendere che bisognerà cambiare metodo nel costruire – e poi gestire – la “rosa”. Speriamo che la sua determinazione, che ci ha impressionato in positivo, non si limiti solo ad una bella apparenza.
Altro fronte su cui si dovrà poi lavorare, sarà quello di ricucire il rapporto con i tifosi, visto che la squadra da tempo ha perso il credito con loro.
Proprio mentre si stanno pian piano spegnendo i riflettori sul match di sabato contro il Parma, a complicare l’ambiente irrompono anche i primi rumors di calciomercato, con la Cremonese che vorrebbe ingaggiare Pablo Gonzalez.
L’attaccante argentino, è un fedelissimo di Mister Attilio Tesser, che lo ha avuto nel Novara e che vorrebbe riaverlo con se per la stagione del ritorno in B della Cremonese.
L’intera operazione è onerosa, ma per patròn Arvedi non sarebbe certamente un problema.
Quest’anno Gonzalez è stato delizia e croce per l’Alessandria. Prima di tutto vale la pena ricordare che l’Alessandria è stata Gonzalez-dipendente, poi che l’argentino ha giocato a corrente alternata, con un girone d’andata stratosferico e un ritorno pressoché anonimo, con l’unica impennata nella semifinale dei playoff mercoledì scorso contro la Reggiana. Per poi ritornare incolore contro il Parma.
Quando ha impennato la barra, lo ha fatto tutta la squadra, così come quando l’ha abbassata. Questo per dire che Gonzalez condiziona in positivo se è in forma, vincendo le partite praticamente da solo, ma anche quando non lo è. Ovvero in negativo: lui in campo si estranea e la squadra rimane come smarrita.
I numeri però lo premiano e impreziosiscono la sua carriera: sinora non aveva mai messo a segno un totale di 22 reti – in quindici giornate la media di un gol ogni 96 minuti -: si era fermato due volte a 16, quando giocava a casa nel Grupo Universitario de Tandil, e con il Novara al termine della stagione 2010-’11 culminata con la promozione in serie A. Gli assist per i compagni sono invece stati tredici.
Mario Bocchio
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