Grigi: tutti i numeri che ci dicono che anche noi abbiamo fatto la storia del calcio italiano

giovedì, 13 Settembre 2018

 

Parte ufficialmente la stagione calcistica 2018-’19 (non considerando il prologo della Coppa Italia) con un netto ritardo rispetto alle abitudini, ritardo dovuto alle note vicissitudini organizzativo-giudiziarie che hanno coinvolto Serie B e Lega Pro.

Per l’Alessandria si tratta della 102a annata sportiva effettiva, non contando ovviamente gli anni in cui le competizioni non si sono disputate a causa degli eventi bellici.

La prima curiosità storica è che l’esordio ufficiale non è valido perché l’incontro fu successivamente annullato. Il 12 gennaio 1913 l’Alessandria, allora in maglia bianco-azzurra, giocò a Biella contro il Veloces il turno inaugurale del campionato di Promozione (diciamo, all’ingrosso, Serie B). Nel primo tempo un gol per parte e l’espulsione di un biellese, nella ripresa un rigore sbagliato dagli alessandrini, il rientro in campo del giocatore espulso su autorizzazione dell’arbitro e consenso del capitano mandrogno. Il logico reclamo, collegato al fatto che le porte del campo biellese sarebbero state più strette della misura regolamentare, fece sì che la partita fosse annullata e ripetuta.

Così il vero match numero 1 dell’Alessandria rimane il 2-0 della domenica successiva ottenuto contro la Vigor Torino in Piazza d’Armi Vecchia (oggi Piazza Matteotti).

38.549 giorni dopo l’ultima partita (per ora) dell’Alessandria: la sconfitta per 0-1 contro il Giana Erminio nel primo turno di Coppa Italia 2018-’19.

In mezzo ci sono tanti campionati di vertice nel periodo pioneristico con un paio di possibili scudetti sfuggiti per pochissimo; il merito di essere, come direbbero gli inglesi, membro fondatore della Serie A essendo tra le diciotto elette che presero parte al primo torneo a girone unico. Una scuola calcistica rinomata che ha prodotto, tra gli altri, tre dei più grandi centrocampisti italiani di sempre: Baloncieri, Ferrari e Rivera oltre a numerosi altri elementi.

Dopo lo splendore la decadenza: come cantava Lucio Battisti, le discese ardite e le risalite cioè la prima retrocessione in B il ritorno in A, la caduta in C, di nuovo la A e poi gli inferi rappresentati dalla C2 e addirittura dal fallimento e dalla faticosa rinascita delle ultime stagioni.

Nell’albo d’oro della società ci sono la Coppa Coni 1927, due Coppe Italia di Serie C, un campionato di Serie B (1945-’46), uno di C, uno di C2, uno di D ed uno di Eccellenza regionale oltre ad una finale ed una semifinale di Coppa Italia, con la partecipazione a 13 stagioni di Serie A, 21 di Serie B (compreso quello misto del 1945-’46 vinto), e 31 di Serie C nelle sue varie denominazioni, alle quali occorre aggiungere i dodici anni di Prima Categoria\Divisione del periodo 1913-’29.

Tradotto in numeri nella storia grigia ci sono 3.685 partite giocate con 1.380 vittorie e 1.165 sconfitte. 4.753 reti segnate e 4.169 incassate. Ovviamente molto meglio ad Alessandria (973 vinte, 305 perse) che in trasferta (407/860, comprendendo le gare in campo neutro).

Impossibile elencare i risultati conseguiti: alcuni, però sono entrati nella storia, e meritano una citazione. Il 17-2 ottenuto a spese dell’A.C. Bologna nella Coppa Italia 1926-’27 rimane il massimo punteggio ottenuto in una competizione ufficiale italiana sia come reti segnate che come scarto. Lo 0-10 incassato dal Torino nel 1948 al Filadelfia è record per la Serie A. Questo risultato fu quasi pareggiato l’anno dopo con la vittoria al Moccagatta per 9-0 sul Taranto in Serie B.

Ancora nella memoria di tutti rimangono gli spareggi che casualmente si riproducono e si invertono: 2-1 a San Siro con il Brescia per salire in A, 1-2 con la Reggiana sempre a San Siro per restare in B; 2-3 a Modena nel 1985 e 3-2 a Reggio Emilia nel 2000 con il Prato per il posto in C1.

Le vittorie di Marassi e La Spezia nella mitica galoppata di Coppa Italia 2016 e i conseguenti esodi verso Torino e Milano per le due semifinali appartengono ormai all’iconografia alessandrina.

Altra partita storica benché non ufficiale la vittoria dei Grigi per 3-2 sulla Nazionale nella gara di allenamento giocata il 5 dicembre 1956.

Giocatori: comprendendo anche i panchinari che il campo non l’hanno visto sono 1.445 i giocatori che hanno vestito almeno una volta la maglia dell’Alessandria in partite ufficiali.

Antonio Colombo è tutt’ora il leader tra i fedelissimi sia in totale (465 partite) che in campionato (407) che nelle varie Coppe (58).

Renato Cattaneo (318), Edoardo Avalle (274), Mario Pietruzzi (273) e Luigi Vitto (245) completano la cinquina dei più presenti e lo rimangono anche per quanto riguarda il campionato.

Nelle Coppe dietro Colombo ci sono Gigi Manueli (41), Marcello Di Brino (39), Roberto Briata (29) e Maurizio Ferrarese (26).

Il re del gol rimane Renato Cattaneo con 160 segnature (143+17). Elvio Banchero con 97 è il secondo in assoluto con Adolfo Baloncieri che completa il podio con 72. Quarto è Giovanni Ferrari (70) e quinto Fabio Artico (62). Al sesto posto si è fermato Michele Marconi con 47 reti, decimo è Marescalco con 40 incalzato da Bocalon (39) e Gonzalez (36).

Gli stessi cinque guidano l’elenco dei marcatori di campionato, mentre scompaiono dai primi posti gli attaccanti degli ultimi 30 anni. Al contrario nella classifica dei marcatori di Coppa Cattaneo e Banchero, primi a 17 (risultato “drogato” dal 17-2 del ‘27) sono seguiti da Ferrari con 10 poi da Michele Marconi con 9 e Gigi Manueli con 8.

Dietro questa fredda sequenza di numeri ci sono persone, vite, gioie, dolori, entusiasmi, inganni, illusioni e delusioni che rappresentano l’essenza stessa del concetto di sport e di competizione. Fino al prossimo traguardo.

Sergio Giovanelli

 

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