Semifinali scudetto, partite perse a tavolino, reti sfondate: normale per uno dei derby più carichi di storia del calcio e fra due squadre che si incrociano da oltre un secolo con una storia simile fatta di un’epoca d’oro (7 gli scudetti della Pro) e di un passato prossimo culminato in fallimenti che portarono alla rinascita delle gloriose casacche di entrambi i club. Alessandria-Pro Vercelli non è mai una sfida scontata anche se a leggere lo score delle sfide si ritrova una sostanziale parità (29 successi dei Grigi, 27 delle Bianche Casacche) che proprio normale non è. La rivalità nel calcio ha origini antiche e le due sorelle del quadrilatero piemontese lo sanno perché c’è un episodio nella storia delle due rivali che è lo spartiacque della loro rivalità.
Serve risalire al 1921 per capire cosa divida le tifoserie: Alessandria e Pro si ritrovarono avversarie sul neutro di Torino per la sfida che individuava la sfidante del Bologna nel campionato del nord Italia il cui titolo era sinonimo di scudetto vista la palese inferiorità delle compagini del raggruppamento meridionale. A Torino non fu un match troppo normale e si concluse anzitempo perché l’Alessandria abbandonò il rettangolo di gioco dopo che due suoi giocatori erano dovuti uscire anzitempo per infortunio in un incontro dove le maniere forti erano diventate la regola: gli infortuni prima di Carcano sul finire del primo tempo e poi di Moretti al 63’ per un intervento fortuito secondo le cronache dell’epoca, spinsero i dirigenti mandrogni a chiudere la partita quando la Pro dominava 4-0 sui Grigi che per l’occasione erano di rosso vestiti.
Per quell’Alessandria, nel pieno della sua epoca d’oro, fu una dura botta mentre la Pro Vercelli si vide aprire le porte del suo ennesimo scudetto vinto in finale 2-1 contro il Pisa. Ma la storia dei derby è ricca di episodi e di soddisfazioni come nell’anno di grazia 1973-’74 quando una già promossa in serie B Alessandria si vide superare in casa dai cugini vercellesi nel più ininfluente dei derby.
Più drammatico e amaro lo scontro del maggio 1987 fra le due squadre perché in quell’anno disgraziato i Grigi retrocedettero anche per colpa del ko a tavolino subito il 3 maggio contro la Pro: in campo era sceso Oscar Valeri che a norma di regolamento doveva ancora scontare una squalifica. «Fra noi e la Pro Vercelli ci sono tante storie di destini incrociati, come l’alessandrino di Pietramarazzi Aldo Tascheri (foto a fianco, Ndr), idolo del Robbiano o come Fabio Artico, un’icona per entrambe le piazze senza scordare Ivan Ferretti, Sandro Beccari, portiere vercellese che ha difeso la porta dei Grigi.
Il mio ricordo più recente? Il derby 2018-’19 quando l’Alessandria 2.0 approda ai playoff e poi ritrova i rivali in un autentico esodo di tifosi alessandrini al Robbiano, segno dell’amore per la squadra. Pieno di gioia anche il successo esterno dell’Alessandria nel campionato 1988-89 quando la squadra di Melani ipotecò la promozione in C1 in un tripudio di tifosi che entrarono in campo perché cedette una protezione» spiega Mario Bocchio fra le anime non solo di Museo Grigio ma della conservazione della memoria storica del calcio del tempo che fu. In quella circostanza, non ci furono scontri e anzi gli ospiti festeggiarono fra gli applausi di quelli che consideravano rivali ma non nemici.
Maurizio Iappini