La vittoria del carattere. Voluta, cercata, anche ottenuta sfruttando gli errori degli avversari ma, si sa, si può vincere sbagliando meno. L’Alessandria ha sofferto contro la capolista rischiando il minimo possibile nell’arco dell’intera gara e proponendosi più degli avversari in fase offensiva. Gli episodi hanno fatto il resto, anche perché le due disattenzioni difensive che hanno generato i relativi calci di rigore avrebbero potuto cambiare le sorti dell’incontro se entrambi i penalty fossero stati realizzati, e qui ritorniamo a chi sbaglia meno.
Ma se nel primo episodio Macchioni può essere anche perdonato per l’inesperienza, sicuramente Casarini avrebbe dovuto mettere in campo l’esperienza per evitare tale situazione. Meno male per i Grigi che la “zona Cesarini” (per i nostalgici del calcio vintage) non ha sortito sorprese e la squadra di Gregucci può dormire sonni tranquilli e lavorare più serena in vista della trasferta di Lucca.
Un Gregucci soddisfatto, ma che ha sobbalzato in panchina nella fase finale come se si materializzassero gli spettri di Novara e Grosseto. Il potenziale tecnico c’è, bisogna rimanere sempre attenti e concentrati perché in questa stagione il campionato è equilibrato e pieno di insidie per tutti. L’Alessandria ha battuto la capolista ma ha perso in casa del Renate, la nuova numero uno della classifica a dimostrazione che non bisogna lasciare nulla a nessuno. La ripartenza c’è stata, e quando si gioca bene anche la fortuna (in questo caso esplicito è l’errore dal dischetto vercellese) potrà dare una mano.
Mauro Bavastri