Il progetto Super League non è una novità nella storia del calcio. Una Super Lega nasceva, giusto cento anni or sono, anche nel campionato italiano. Allora la Federazione aumentava ogni anno le iscritte alla Prima Categoria, tanto che nel 1920-’21 parteciparono una novantina di squadre. Le squadre più forti lamentavano l’assurdità dei turni iniziali fatti di inutili partite con avversarie insignificanti. Vittorio Pozzo, dirigente del Torino, presentò un progetto che istituiva, sul modello inglese, la Serie A e la Serie B. Il piano fu approvato delle “grandi” ma venne bocciato dalla Federazione, così lo scisma fu cosa fatta e nacque la C.C.I. che raggruppava le 24 più forti squadre del Nord tra cui anche l’Alessandria.
Il torneo 1921-’22 era impostato su due gironi da 12 squadre con finale Nord tra le vincenti e finalissima con i campioni del Centro-Sud. I Grigi nel Gruppo B si batterono benissimo arrivando secondi dietro al fortissimo Genoa.
Un paio di inopinate sconfitte e i pareggi contro le ultime in classifica vanificarono le belle prove offerte contro i genovesi, costretti al pareggio in entrambe le partite. Il Genoa sfidò la Pro Vercelli nella finale Nord. La spuntarono le bianche casacche vincendo 2-1 a Genova dopo aver pareggiato a reti inviolate la partita di andata.
Nel Centro-Sud vinse la Fortitudo Roma e, come sempre, la finalissima non ebbe storia: la Pro Vercelli con due nette vittorie si aggiudicò il settimo (e ultimo) titolo nazionale. Le società minori, rimaste nella FIGC disputarono il loro campionato vinto dalla Novese. Nel frattempo, erano in corso le trattative per la riunificazione, concretizzatesi con il “Compromesso Colombo”, piano ideato da Emilio Colombo, direttore della Gazzetta dello Sport. Tale documento prevedeva 3 gironi da 12 con le migliori di CCI e FIGC ed altre da individuare mediante spareggi; numero da ridursi negli anni successivi fino a giungere, nel 1926, alla Divisione Nazionale e nel 1929 alla Serie A.
Sergio Giovanelli