Abbiamo già detto più volte che con la promozione in Serie B siamo stati catapultati in un altro mondo, che tutto l’ambiente (in primis i giocatori da schierare in campo) si deve adeguare ai nuovi standard, che dobbiamo uscire dalla comfort zone. Ebbene uno dei punti più spinosi che emerge riguarda il numero dei tifosi grigi in Italia. Se dovessimo censire ad oggi il numero dei tifosi di tutte le squadre italiane, infatti, ne usciremmo con le ossa rotte. Se si dovesse fare la classifica con le altre squadre partecipanti alla serie B saremmo nei bassifondi alla classifica. Cinquant’anni fa non sarebbe stato assolutamente così. Purtroppo questo quasi mezzo secolo di serie minori è stato deleterio.
Anche qui dobbiamo agire e lo dobbiamo fare con tutta la sensibilità che si usa con le specie in via d’estinzione. Partiamo dai punti positivi e sfatiamo un pò di luoghi comuni. Prima di tutto mediamente i tifosi grigi appartenenti allo zoccolo duro (circa 1.500 persone) sono più attaccati alla maglia rispetto a quelli di tante altre tifoserie anche più numerose della nostra. Questo ci viene riconosciuto all’esterno, non è auto-celebrazione. Le varie iniziative negli anni e non ultime quelle per la promozione in B lo confermano. Un altro punto di partenza sono le migliaia di magliette che i tifosi hanno acquistato all’ Orshop da indossare fieri nelle varie zone di villeggiatura questa estate. Se consideriamo gli oltre 15 mila tifosi presenti a Torino contro il Milan scopriamo un potenziale bacino non indifferente.
Proviamo ad unire le due cose: smettiamola di considerarsi tifosi di prima fascia, basta criticare i cosiddetti “occasionali”. Questo concetto dovrebbe sparire dal Dizionario dell’Orso. Anzi ogni tifoso usuale dovrebbe adottarne 10 e farli definitivamente innamorare (o re-innamorare). Noi di Museo Grigio intanto lanceremo a breve la campagna “che squadra tifi? i Grigi” per coinvolgere i tifosi più giovani. Solo in questo modo un giorno magari non troppo lontano si potrebbe pensare alla costruzione di un nuovo stadio e al raggiungimento di obiettivi solo fino a poco tempo fa impensabili.
Emanuele Bellingeri