Bella di notte. Nelle notti di Coppa. Ce lo permetta, Avvocato, da dov’è, ma prendiamo in prestito la sua ormai famosa espressione riferita a Zibì Boniek , per sintetizzare l’impresa dell’Alessandria in Tim Cup.
La “battaglia” del Picco contro lo Spezia è un’altra pagina che si aggiunge al libro della leggenda dell’Orso Grigio, che conta ben 104 pagine.
Dunque, un’ altra splendida impresa dell’Alessandria – dopo Palermo e Genova – che in rimonta (vantaggio spezzino di Calaiò su rigore al 20′) ha superato la squadra di Di Carlo: 1-2 il risultato del quarto di finale, firmato dalla doppietta vincente di Bocalon (83′ e 92′). La squadra del presidente Luca Di Masi affronterà così il Milan in semifinale.
Il merito dei Grigi – sapientemente motivati dal tecnico Angelo Gregucci, che non ha sbagliato l’impostazione tattica in campo – è stato quello di non smettere mai dei credere che la vittoria sarebbe stata possibile.
Così, mentre contro il Genoa la rete del pareggio rossoblù di Pavoletti allo scadere diede la mostruosa carica ai Grigi per prevalere nei supplementari contro ogni pronostico, il pareggio di Bocalon è stato il primo colpo dell’ uno-due con il quale l’Orso ha mandato al tappeto gli Aquilotti.
Dopo venti minuti di gioco l’arbitro Tagliavento ha concesso il calcio di rigore in favore dello Spezia per una trattenuta di Celjak su Valentini: Calaiò dal dischetto ha spiazzato Vannucchi. Tre minuti il pronto riflesso dell’estremo difensore argentino Chichizola ha detto di no al sinistro di Fischnaller.
Il pallino del gioco è sembrato in mano allo Spezia, che anche a inizio ripresa ha fatto la partita: al 63′ imperdonabile (e nel bilancio finale letale) errore dello stesso Calaiò, che ha fallito il 2-0 in contropiede sparando addosso a Vannucchi dopo un perfetto assist di Situm. Gregucci a quel punto aveva ancora una carta da giocare, e al 70′ ha fatto togliere la tuta a Bocalon, che ha ripagato puntualmente la fiducia del suo allenatore.
Al minuto 83’ il capocannoniere del girone A della Lega Pro ha trasformato in oro un pallone capitato casualmente in area: colpo di testa per portarsi avanti la sfera e pallone in rete col destro. Lo Spezia ha accusato il colpo, e nel primo dei cinque minuti di recupero si è completata l’esecuzione: traversone dalla destra di Nicco, Bocalon ha preso il tempo al difensore e di pura elevazione è andato a deviare di testa nell’angolino alla sinistra di Chichizola.
In semifinale va dunque l’Alessandria: l’ultima squadra di terza divisione a riuscire in un’impresa del genere fu il Bari di Bolchi nel 1984, che eliminò anche la Juventus. La settimana prossima affronterà all’Olimpico di Torino il match d’andata contro i rossoneri di Mihajlovic.
In queste ore si sprecano i paragoni e gli aggettivi per commentare il traguardo raggiunto dall’Alessandria.
Hanno scritto che la Cenerentola è diventata una principessa e che il brutto anatroccolo si è trasformato in cigno.
A noi piace semplicemente ribadire che ci siamo riappropriati di una storia che ci aveva già visti grandi.
Ce lo hanno fatto anche capire i complimenti dei tifosi dello Spezia al triplice fischio finale, mentre gli stessi urlavano “buffoni” ai loro giocatori.
Pazzesco. Una volta da La Spezia uscivamo sempre tra insulti e botte. Tutto improvvisamente cambia. Ma che cosa hanno mai fatto questi ragazzi in maglia grigia? Forse è ancora troppo presto per rendercene pienamente conto.
Mario Bocchio
Le due curve
Il tabellino con le nostre pagelle
Spezia (4-4-2): Chichizola 5,5; Valentini 5,5, Postigo 6, Terzi 6, Migliore 5; Ciurria 6 (71′ Kvrzic 5), Pulzetti 6, Canadija 5,5 (90′ Vignali sv), Situm 6,5; Nenè 5,5 (75′ Catellani 5,5), Calaiò 6,5. All.: Di Carlo 6
Alessandria (4-3-3): Vannucchi 7; Ceijak 5,5, Sosa 6, Sirri 6, Sperotto 6,5; Nicco 7, Loviso 6 (70′ Bocalon 8), Branca 6; Marras 6, Fischnaller 6 (90′ Boniperti sv), Marconi (86′ Vitofrancesco sv). All.: Gregucci 7
Arbitro: Tagliavento 6
Marcatori: 20′ Calaiò (S), 83′ Bocalon 92′ Bocalon (A)
Ammoniti: Ciurria, De Col, Pulzetti, Čanadija (S), Celjak, Nicco, Marras (A)