Per il Parma l’approdo nel calcio che conta avviene negli anni Ottanta, sotto la presidenza di Ernesto Ceresini. Nel campionato ’85-’86, guidato da un giovanissimo Arrigo Sacchi, ottiene la promozione in Serie B, dove resterà per tre stagioni. Il punto di svolta è l’arrivo in panchina di Nevio Scala.
Nella stagione che conduce a Italia ’90, il Parma ottiene la prima Serie A. Il successivo passaggio alla Parmalat di Calisto Tanzi apre le porte del paradiso ai gialloblu. Al secondo anno in massima serie, i ducali ottengono il primo trofeo nazionale della loro storia: la Coppa Italia, vinta il 14 maggio 1992 battendo la Juventus per 2-0 (dopo aver perso l’andata 1-0). L’anno dopo, il 3-1 all’Anversa in finale di Coppa delle Coppe, con reti di Minotti, Melli e Cuoghi, vale anche il primo trionfo europeo.
È l’età dell’oro per il Parma che in questi anni può vantare, nella sua rosa, fuoriclasse come Asprilla, Zola, Thuram, Crespo, Fabio Cannavaro e Buffon. Se lo scudetto a Parma resta una chimera, il palmarès si arricchisce comunque di altre 2 Coppe Italia, 2 Coppe Uefa, 1 Supercoppa italiana e 1 Supercoppa europea, consentendo alla società di entrare nel gotha del calcio italiano.
A cavallo del nuovo millennio, però, il crac della Parmalat sconvolge il destino del Parma. Il 19 marzo 2015, dopo una lunga degenza, viene staccata definitivamente la spina e dichiarato il fallimento societario. Costretti a rinascere dalle proprie ceneri per l’ennesima volta, i gialloblu ripartono dalla serie D con la nuova denominazione S.S.D. Parma Calcio 1913 ed una proprietà condivisa, composta da una cordata di imprenditori locali e un azionariato popolare. Il legame con il passato viene garantito dalla nomina di Nevio Scala alla presidenza e dalla presenza del capitano, Alessandro Lucarelli, sul terreno di gioco. In tre anni il nuovo Parma riuscirà a riprendersi la Serie A, anche grazie all’ingresso in società di capitali cinesi. I tempi dei Tanzi sono lontani, ma il calcio italiano ha ritrovato una delle sue principali protagoniste.