Per la delicatissima sfida interna di sabato scorso contro il Pordenone, il tecnico dell’Alessandria Moreno Longo ha deciso di schierare inizialmente questa formazione:
Pisseri; Parodi, Di Gennaro, Coccolo; Pierozzi, Casarini, Milanese, Lunetta; Palombi; Marconi, Corazza.
Come si vede, sul prato del Moccagatta sono scesi in campo undici giocatori italiani. Il maxi utilizzo degli stranieri è una delle cause individuate per il flop della Nazionale
Da anni si sviluppano riflessioni che partono dai modelli esteri, dove i club promuovono i talenti locali senza il timore di lanciarli in tenera età curando formazione e strutture con metodi moderni, ma sostanzialmente la tendenza è rimasta la stessa. Considerando i primi sette club della Serie A, che forniscono il quantitativo maggiore di giocatori alla Nazionale (14 su 23 contro la Macedonia del Nord, 60,8%) si ha la conferma che non si tratta soltanto di percezioni.
Quattro club di vertice hanno una rosa composta per oltre il 70% di stranieri. Il picco è toccato dal Milan, che ne conta 20 per un’incidenza del 74,1%. A seguire ci sono la Lazio con 19 (73,1%) e la coppia Napoli-Atalanta che ha gli stessi numeri: 18 calciatori non italiani, il 72% della squadra. Anche la Roma ha 18 giocatori provenienti dall’estero, ma rappresentano soltanto il 64% degli effettivi a disposizione di Mourinho. L’Inter ne ha 17 (68%), mentre la Juventus ribadisce una tradizione molto “nazionalista” con 14, pari al 56%.
Nell’organico dell’Alessandria figurano solo due calciatori stranieri, il franco-senegalese Abou Ba e l’albanese Aristidi Kolaj.
Mario Bocchio