La classica “beffa” di fine stagione, arrivata con un calcio di rigore estremamente dubbio per non dire inesistente, che umilia un’Alessandria comunque apprezzabile per volontà e gioco, fischiata al termine dai propri tifosi nonostante avesse sfiorato fino ad un minuto dal 90’ di tornare al successo che mancava dal lontano 31 ottobre con l’Atalanta U23. Uno sfogo sicuramente epilogo dell’intera stagione più che per il 2 a 1 incassato contro il Vicenza.
Ma se per la squadra veneta in realtà a finire è stato il campionato regolare, per i Grigi è stata l’epilogo di un’agonia che ha portato, sul campo, alla retrocessione.
Un verdetto sportivo cui ora seguiranno per l’Alessandria altre partite, lontano dal terreno verde, tra scadenze e situazioni societarie che dovranno definire il futuro dell’Orso Grigio.
In un Moccagatta desolatamente vuoto (e non poteva essere diversamente) con i cori vicentini a chiedere il gol ai propri beniamini e quelli di fede grigia a contestare la società, è stata la squadra di Binotto a passare in vantaggio per merito di Tommaso Busatto che si è guadagnato un rigore al 37’ (fallo di Ronaldo) per poi trasformarlo.
L’Alessandria ha disputato una partita egregia (il che fa pensare che qualcosa in più si poteva chiedere a questo campionato) ma va considerato che il Vicenza ha giocato cercando a livello fisico di non disperdere energie inutili in vista dei play off e solamente a tratti è emersa la qualità della squadra allenata da Stefano Vecchi. Come nell’episodio del pareggio, al 89’ della ripresa con Giovanni Busato al termine di una tambureggiante azione d’attacco vicentina mentre il rigore, poi trasformato da Ferrari 95’ è evidente che probabilmente sono il direttore di gara ha visto il fallo che lo ha determinato.
Finisce così, con la fede biancorossa che festeggia e mestamente l’Alessandria che lascia la categoria.
Cala il sipario, quale futuro aspetta l’Orso Grigio?
Mauro Bavastri
Foto di Andrea Prifti