Un grazie a Tinazzi per aver onorato la maglia grigia

giovedì, 18 Febbraio 2016

Tinazzi (3)Giorgio Tinazzi insieme al presidente Silvio Sacco.

 

Un uomo diventa eroe. Ma – pur innalzato sugli altari giusti ed eterni della gloria – conserva quella sua fragile essenza di creatura terrena che – per chi come me crede – ad un certo punto Dio decide di attrarre a sé nell’aldilà.
Giorgio Tinazzi era un uomo ed un eroe. Ho letto con profonda commozione le parole usate dal figlio Giancarlo per annunciarne la scomparsa: “Ciao papà, stai sereno che sei stato un grande come uomo, papà, nonno. Grazie di tutto!”.

TinazziTinazzi nel mitico spareggio di San Siro contro il Brescia: l’Alessandria è promossa in A.

 

Non voglio entrare nell’intimità dei sentimenti, ci mancherebbe altro. Ma ci teniamo ad aggiungere che lui può stare sereno per essere stato anche un grande calciatore e noi – perennemente innamorati della maglia grigialo ringraziamo per averla sempre onorata e per averci regalato la gioia immortale dello spareggio di San Siro contro il Brescia, l’ultima serie A.

Tinazzi (1)

Stefani, Brotto, Nardi, Traverso, Pedroni, Albertelli, Castaldo, Manenti, Vitali, Tinazzi e Morbello. Quella formidabile formazione ha finito per diventare una poesia che i nonni hanno insegnato ai nostri padri – che allora erano giovani- e loro a noi. E noi la insegneremo a nostra volta ai nostri figli con la raccomandazione che loro la tramandino a quelli che saranno i nostri nipoti. È il credo del popolo grigio, è una delle pagine più belle di un amore unico. È proprio vero, una volta mi sono soffermato a pensare: le vittorie aiutano a orientare il tifo, spesso se comincia da bambino, poi ci sono le tradizioni familiari. Al tifo non si comanda, e la grande differenza per esempio rispetto all’amore coniugale, è che si può cambiare la moglie ma difficilmente la squadra del cuore.

Tinazzi“Il Pungolo” celebra la promozione in serie A nel 1956-’57.

 

Quel 23 giugno del 1957 davanti a sessantamila spettatori, l’Alessandria in novanta minuti si giocò l’intera stagione. A dire la verità non bastarono neanche due tempi regolamentari, perchè al gol lampo (al terzo minuto) di Tinazzi, rispose Chicco Nova. L’1-1 del novantesimo non riuscì a mettere la parola fine all’equilibrio che aveva caratterizzato tutto il campionato. Altra mezz’ora di supplementari di sofferenza. Fu Castaldo a mettere la propria firma sul 2-1 finale, per l’immensa gioia grigia, in primo luogo quella del presidente Silvio Sacco.
Lo scorso novembre, alla vigilia del match di Tim Cup tra il Palermo e l’Alessandria avevo voluto incontrare Tinazzi, perché nel corso della sua carriera aveva indossato anche la casacca rosanero. È stata la sua ultima intervista.
Alla fine mi ha abbracciato commosso: “È passato troppo tempo, e oggi non posso più dimostrare niente. Deve sapere che con la Nazionale militare giocai allo stadio Monumental di Buenos Aires gremito di tanti nostri connazionali. Per un’ora e mezza fummo capaci di far sentire loro meno lontana l’Italia. Con me c’era anche Flavio Emoli, anche lui se n’è già andato, povero Flavio!”. Mi ha abbracciato. “Quando segnavo andavo sempre ad abbracciare per primo il compagno che mi aveva passato il pallone”.

Tinazzi (2)Spareggio promozione per la serie A 1956-’57. L’Alessandria batte 2-1 il Brescia a San Siro di fronte a oltre sessantamila persone ed è promossa in serie A.

 

Tra pochi giorni l’Alessandria ritornerà proprio a San Siro. Quella porta è ancora lì dopo tanti, troppi anni. Questa volta Tinazzi guarderà gli undici giocatori grigi e i tifosi dall’alto. Chissà. Il rapporto tra l’Orso e la sua gente è sempre stato di emozioni forti. Chissà se ci potrà essere una replica di quella lontana gioia sul prato di San Siro?

Mario Bocchio

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