Notti e Gastaldi entrano in campo al “Moccagatta”.
Alfredo Notti era un centravanti abile nel gioco di manovra più che nella finalizzazione, e in tale veste si segnalava soprattutto come uomo-assist e per le doti di intelligenza tattica.
Figurine edizioni S.I.D.E.A. Firenze.
Alessandrino di nascita, Notti, classe 1908, noto come Notti I per distinguerlo dal fratello minore Aristide anch’egli calciatore, venne soprannominato “Négher”, a causa della sua carnagione scura.
L’ Alessandria nella stagione 1932-’33. Da sinistra in piedi: Fenoglio, Avalle, l’allenatore Molnar, Costenaro, Barale, Borelli, Mosele. Accosciati: Cattaneo, Scagliotti, Notti, Marchina, Perazzo.
Dopo le prime esperienze nelle serie inferiori con Pro Gorizia e Vogherese venne ingaggiato dal Genoa nel 1929. Dopo l’esordio in serie A con il Genoa, nel 1931 passò all’Alessandria e vestì da titolare la maglia del club piemontese per cinque stagioni; nel campionato 1933-‘34 mise a segno 16 gol e nella stagione 1935-‘36 disputò la finale di Coppa Italia.
Ancora un undici grigio nel campionato 1932-’33. La fopto venne scattata a Firenze. In piedi da sinistra: Cattaneo, Scagliotti, Grillo, Avalle, Notti, Barale, Marchina, Perazzo. Accosciati: Fenoglio (che si sta sedendo), Mosele e Borelli.
Passò al Modena nel 1936-‘37 e la stagione successiva contribuì con otto reti alla conquista della promozione in serie A degli emiliani. Nel 1940-‘41 ottenne un’altra promozione in A con il Modena, in quest’occasione come giocatore-allenatore.
Notti in una fotografia in studio (a sinistra) e ritratto sul “Guerin Sportivo”
Ricoprì lo stesso ruolo al Prato e alla Sambenedettese dove vi giocò fino alla veneranda età di 42 anni.
Dopo le prima citate esperienze come allenatore-giocatore, andò alla Lazio come allenatore delle giovanili e della squadra Riserve, divenendo anche assistente del tecnico Giuseppe Bigogno; dopo l’esonero di quest’ultimo, divenne allenatore dei romani per nove giornate nel campionato di serie A 1952-’53.
Nel 1954 subentrò sulla panchina del Treviso, in serie B, prima di far ritorno per un’altra stagione alla Sambenedettese. Nel campionato 1955-’56 allenò il Pescara, mancando la promozione in serie C dopo lo spareggio perso contro la Reggina. Per i problemi societari della società abruzzese si trasferì all’Ascoli, dove allenò a più riprese fino al 1965, con un intermezzo nella stagione 1958-’59, quando si alternò a Sergio Rampini sulla panchina del Piacenza. In seguito allenò la Casertana e poi tornò sulla panchina del Pescara, dove subentrò a campionato in corso venendo poi esonerato, e quindi allenò la Valenzana, in Promozione piemontese, riavvicinandosi a casa. Come calciatore vanta un totale di 183 presenze e 52 reti in serie A.
Mario Bocchio
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