Verso Foggia-Alessandria, playoff di Lega Pro
Sarà una domenica di passione, una domenica che ci riporterà a respirare il profumo del calcio di una volta. Lo stadio “Zaccheria” di Foggia esploderà con il suo autentico muro di tifo assordante: sia in campo che sugli spalti sarà battaglia vera. Battaglia per uomini veri, pronti a sacrificarsi, ognuno a suo modo, per la causa e per la propria gente. Alessandria è – come affermano molti – una piazza del Sud piantata per errore nella nebbia padana. Bene, ora avremo nuovamente la possibilità di dimostrare che nulla può intimorire l’Orso Grigio. Con un autentico esperto del mondo degli Ultras in Italia, Davide Ravan, riopercorriamo la storia dettagliata del tifo del Foggia.
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Nel cuore del tifo foggiano
Gli albori del movimento Ultrà a Foggia si possono racchiudere nei nomi dei gruppi che si alternano, e talvolta convivono, tra le curve (a un piano) e la gradinata (in cemento dal 1974) dello “Zaccheria”: Commando ultrà, Panthers, Foggia club via Silvio Pellico, Inferno rossonero, Commandos. Siamo nell’ultimo scorcio dei Settanta, più precisamente nell’autunno del 1977. È un tipo di aggregazione che rispecchia quegli anni: comitive di quartiere che si dotano di fumogeni, confezionano bandieroni, aprono “club” in città. Dalla stagione 1978-‘79, poi, i gruppi si moltiplicano, occupando tutti i settori dello stadio: Yankees, Red-black fever, Fedelissimi, Boys, Gioventù rossonera. Nella primavera del 1979, sul neutro di Napoli, i ragazzi di Foggia si affrontano con i Pescaresi in cerca del biglietto per la A. Il primo giugno del 1980, sul campo neutro di Caserta, i numerosi foggiani al seguito si scontrano pesantemente con gli Ultras giunti da Cava dei Tirreni. L’evento modifica radicalmente la mappa del tifo. Si eclissano gruppi “storici” e trainanti, si fanno largo aggregati di giovani ben più determinati a seguire gli aspetti più radicali del “movimento”. Nell’80-‘81 vengono costruite le curve così come appaiono adesso. E si popolano di colore e passione: Yankees, Boys, Panthes e Masters in Sud, Giovani Ultras in Nord. Ma la stagione che segna la svolta è quella successiva, allorquando gli Ultras devils supporters tentano un primo superamento della frammentazione e scelgono la Sud come covo.
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Nel novembre del 1981, a seguito di un’aggressione subita in quel di Bari, i gruppi decidono di accelerare il percorso di sintesi. Nasce il Regime rosso nero: trenta metri di striscione e una diversa concezione del vivere Ultras. Gli incidenti di San Benedetto del Tronto sono l’antipasto del battesimo del fuoco, la “vendetta” nei confronti dei baresi: 4 aprile 1982. Il primo RRN avrà vita breve: diciannove mesi in tutto. Lo scioglimento avviene nel giugno del 1983, dopo la guerriglia urbana che fa seguito alla sconfitta interna col Varese e alla conseguente retrocessione in C1 “ottenuta” sul neutro di Avellino contro la Pistoiese. Una protesta radicale, legata all’esito del campo, che nel mondo Ultras moderno ci appare incomprensibile. Eppure, la stagione 1983-‘84 – nota per l’inizio della rivalità coi barlettani – e quella successiva, vedranno la presenza “in incognito” degli Ultras foggiani. Che torneranno a mostrare uno striscione in Sud nel 1985 (Italia-Norvegia U21, la prima del cosiddetto “Regime della rifondazione”). Sono gli anni della consacrazione. Torce e coreografie fanno dello “Zaccheria” uno dei campi più caldi del girone meridionale della serie C1. Le trasferte sono libere ed epiche, senza scorte e con tanto coraggio: il “Vestuti” di Salerno, il “San Vito” di Cosenza, il “Veneziani” di Monopoli, il “San Francesco” di Nocera Inferiore. Proprio in queste città, e contro queste tifoserie, si verificano gli incidenti più significativi dell’epoca. Oltre all’attenzione prestata ai barlettani (7 dicembre 1986). Sono gli anni dei legami coi leccesi (presenza agli spareggi promozione a San Benedetto) e coi beneventani.
Gli anni – che precedono i Novanta – della nascita di piccoli gruppi a sostegno: Crazy devils, Gioventù rossonera, Strakaos, Arancia Meccanica. La serie B, riconquistata nel 1989 (i quattrocento di Trapani contro il Palermo nello scontro diretto all’ultima giornata) e, soprattutto, la A centrata due anni dopo (il “Comunale” col Toro, l’esodo con scontri a Pescara) modificano per intero il quadro generale. La stagione 1991-‘92 è, per Foggia e i foggiani, quella delle migrazioni di massa (Firenze, Napoli, l’Olimpico di Roma, “San Siro”, il “Delle Alpi”) e delle prove del fuoco (Bergamo, Verona e poi Brescia). Gli anni dei confronti coi genoani (1992) e laziali (1993), ma anche coi Milanisti. Dell’avvicinamento, durato poco, coi romanisti e i fiorentini. Il Foggia resta in massima serie per quattro stagioni di fila. Da qualche tempo (1989) esiste il primo nucleo del gemellaggio (che poi diventerà “fratellanza” prima di finire, malamente, nel 2012) coi cagliaritani. E divampa, devastante, la rivalità coi napoletani (rapporto nato come amicizia, ma mai digerito da pezzi molto importanti di entrambe le tifoserie). Coi napoletani ci si scontra, pesantemente, nell’autunno del ’92 e nella primavera del ’93. Poi ci si perderà di vista per un po’, senza che l’odio reciproco ne risulti scalfito. Nel 1993 nascono, dall’unione di diversi gruppi (TNT, Gruppo nocivo, Fazione Ellenika, Collettivo) gli Original fans, sodalizio destinato a modificare radicalmente il modo di stare sui gradoni e di vivere Ultras.
Gli OF introducono stile e goliardia negli schemi leggermente affaticati della Sud del RRN. Gli anni che vanno dalla retrocessione in B del 1995 a quella in C1 del 1998, a quella in C2 del 1999, sono anni di profondo ridimensionamento delle prospettive della città. Il tifo ne risente in quantità, ma ne guadagna in qualità. Del resto, passare dal “Bentegodi” a Marsala e Gualdo non è semplice per nessuno. Gli anni Duemila si aprono con gli scontri di Fasano, di Pozzuoli e di Taranto. E con la spaccatura del RRN e la conseguente nascita degli Ultras 1980 (a maggio del 2001, prima volta dello striscione a Senigallia, in amichevole) e del Vecchio Regime (dicembre 2001), che in un primo momento della loro storia restano in Sud. Poi passeranno in Nord, insieme ad una parte degli Original fans (l’altra rimarrà in Sud con lo striscione “1993” in cifre romane). Nascono i Fedelissimi del Borgo, che si affiancano ad Indiavolati, Indomabili – nati nel 1990 -, Borgo Croci, Skizzato, Ultras Spelonca, Nocivi, Armata dauna, Sacro Cuore e Strakaos nel panorama Ultras cittadino. Il 30 marzo del 2002 muore Piero La Salandra, storico “condottiero” del RRN. La stagione 2002-‘03 è trionfale. Con Marino in panchina, il Foggia scala la categoria e riconquista la C1. Di quella cavalcata si ricordano gli incidenti di Giugliano, di Andria, di Brindisi; l’amicizia con Latina, il rinsaldamento del gemellaggio col Cagliari (trasferta di Olbia) e i 76 diffidati di Frosinone. I duemila del “Flaminio” salutano la promozione. Nella successiva Coppa Italia si incrinano i rapporti coi Beneventani. Nel 2004 rissa in campo a Lanciano e, soprattutto, scontri a Foggia coi Napoletani (8 dicembre) e rivalsa Napoletana in casa (24 aprile 2005). Il 2006 vede altri incidenti, con gli Stabiesi allo “Zaccheria” e soprattutto allo “Iacovone” di Taranto e a Castellammare. Il Foggia non riesce ad uscire dalle sabbie mobili della terza serie. Perde uno spareggio dopo l’altro, un playoff dopo l’altro (ad Avellino, nel 2007, anno della morte di Raciti, la trasferta è addirittura vietata ai foggiani).
Cosa che, per l’epoca, era l’eccezione. Poi diventerà triste norma). Il 2007-‘08 è stagione da girone settentrionale, col portato di “emigranti” che seguono le sorti dei rossoneri in tutte le trasferte al Nord (Sassuolo, Sesto, Busto, Venezia, Padova, Monza, Legnano, Lecco, Cittadella, Novara). È la stagione dei veronesi che arrivano eludendo la scorta e si scontrano e dell’incrocio pericoloso coi Cavesi. L’invasione di Cremona non vale la vittoria dei playoff. Dalla stagione successiva entra in vigore il regime di terrore dell’Osservatorio e delle sue imprevedibili, talvolta folli, decisioni. Molte le trasferte vietate. Il lancio di pietre dei Beneventani – ancora ai playoff, ancora persi – chiude definitivamente un rapporto figlio di un’altra epoca. L’introduzione della Tessera del tifoso, nel 2010, a Foggia coincide col ritorno della triade che aveva fatto sognare la città nei primi anni Novanta: l’imprenditore Pasquale Casillo, mai particolarmente amato dalla piazza, riconquista i satanelli e richiama Zeman in panchina (il terzo è Peppino Pavone, già dirigente in A). Il risultato è nel numero impressionante di abbonamenti – quasi 5mila – e di conseguenti tessere sottoscritte, coi gruppi che ingaggiano uno scontro quasi frontale col resto del pubblico. Un evento senza precedenti per una piazza calorosa e solitamente molto unita. Il fallimento calcistico di quella stagione precede di un anno la bancarotta di Casillo, che costringe il Foggia a ripartire dai dilettanti. Le trasferte tornano quasi libere e gli Ultras possono tornare ad assaporare il gusto dei chilometri.
Gli Ultras del Foggia allo stadio “San Paolo” di Napoli nel 1991.
In tanti seguono i rossoneri a Santa Maria Capua Vetere, Sant’Antonio Abate, Nardò, Pomigliano d’Arco, Pozzuoli. Il 16 novembre 2012, di sabato, i pochi foggiani che – senza scorta – seguono la squadra al Vomero per la sfida col CTL Campania, vengono attaccati dai Napoletani, che – in netta superiorità numerica – si prendono la rivincita degli scontri di Piazza Libanese, otto anni dopo. Il primo agosto del 2013 viene ufficializzato lo scioglimento del Regime rosso nero.
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La notizia era nell’aria da molto tempo. Il Foggia, ripescato, torna in C2. E il 2012-‘13 è la stagione in cui i tre gruppi della Nord (Ultras 1980 e Vecchio Regime, ai quali si è aggiunta da due anni la Ciurma Nemica, nata in Sud nel 2008) decidono di seguire la squadra ovunque, per protestare contro la Tessera. Riusciranno ad entrare a Teramo, a Lecce in Coppa, a Poggibonsi, mentre altrove saranno costretti a seguire la partita da postazioni di fortuna. O a levare le tende. L’8 novembre 2013 muore tragicamente Matteo Amoruso, leader storico del RRN. Le curve lo omaggiano come merita, con una torciata da brividi in Sud. Tutti insieme. Il Foggia torna in C1, che ormai si chiama Lega Pro. In un girone bellissimo, se solo lo si potesse vivere appieno. A livello Ultras, invece, finisce per essere una pietra tombale: le vecchie abitudini sono state spazzate via da quel coacervo di diritti televisivi, sponsor, anticipi e posticipi, tessere e divieti che chiamiamo “calcio moderno”. Per dono della sintesi.
Il culmine della stagione è segnato dal 20 dicembre 2014. Nel giorno di Foggia-Barletta, infatti, si verificano sin dal primo pomeriggio scontri pesantissimi tra foggiani e celere, che degenerano in aperta guerriglia nel post-partita, dopo che i carabinieri hanno attaccato la Nord. Una decina i blindati danneggiati, più di 80 lacrimogeni sparati, 38 diffidati. Un colpo pesante ai gruppi, parzialmente compensato dal nuovo entusiasmo popolare scatenato dal Foggia di questa stagione che, con De Zerbi alla guida, ha riportato allo stadio anche 15mila persone. Cosa che non si vedeva da tempo (Foggia ha portato anche 18mila persone in C2, qualche anno prima). Anche questa stagione, estremamente affascinante a scorrere i nomi delle partecipanti al girone meridionale, è stata vissuta in maniera monca, coi grossi numeri interni annullati dalla diserzione dei gruppi in trasferta. La contestazione alla squadra del marzo scorso, ampiamente amplificata dai media e sfruttata dalla repressione, ha rappresentato un punto morto nel rapporto tra la squadra, accusata di scarso impegno, e la tifoseria organizzata. Che, comunque, non ha mai fatto mancare il proprio supporto. Anche nei momenti più bui. Al momento, la mappa del tifo vede Fedelissimi, Indomabili, Facce strane, Borgo Croci, Sfunn in curva Sud, Ultras 1980, Vecchio Regime, Ciurma Nemica e Club Candelaro in curva nord e Real Bronx e Skizzato in gradinata. Le rivalità sono quelle di sempre, più o meno storiche (Bari e il barese, Taranto, Brindisi, le campane tutte, Cosenza, Messina, Frosinone, Pescara). Le amicizie, eclissatasi quella unificante rappresentata dal Cagliari, sono ormai appannaggio dei singoli gruppi: i Monzesi per gli Indomabili (rapporto ultra-ventennale), i RK Grenoble per la Ciurma.
Davide Ravan
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