Si sa, il football è nato in Inghilterra e un po’ per motivazioni reali e un po’ per snobismo i connazionali dei primi calciatori sono stati i padroni assoluti e inarrivabili per almeno un cinquantennio, tanto da non disputare la prima Coppa Internazionale (gli Europei ante-litteram) per manifesta superiorità. Nell’Europa continentale dei primi decenni del Novecento però regnavano i danubiani, nonostante il Trattato di Versailles abbia avuto conseguenze anche a livello sportivo: nel 1919 le neonate repubbliche di Germania, Austria e Ungheria furono escluse dalle Olimpiadi e si tentò di bandirle anche dalla Fifa.
Baloncieri premia Béla Révész.
Ciò non impedì ai club di questi Paesi di giocare all’estero e una tournée toccò anche l’Italia nel 1921: tutte vittorie tranne un pareggio, per mano di una rappresentativa di Casale e Alessandria fuse insieme contro la Wiener Amateur: La partita venne giocata al mitico Campo degli Orti e terminò1-1.
Josef Banas, allenatore ungherese ma anche giocatore di Cremonese, Milan, Venezia e Padova, definì ironicamente il calcio italiano dell’epoca “poco tecnico, con molto brio”: traducendo, era basato solo su foga agonistica e impeto, caratteristiche per nulla sufficienti a impensierire l’organizzatissimo ed elegantissimo gioco mitteleuropeo la cui apoteosi fu il Wunderteam austriaco di Meisl e Sindelar.
Una formazione dell’Alessandria nel 1923. Un dirigente, Béla Révész., Gandini, Moretti, Bay I, Costa, Baloncieri, Banchero I, Carcano, Lauro, Capra I, il massaggiatore Assandro, Cagnina, Viviano.
Sta di fatto che tra 1920 e 1926 in Italia sbarcarono circa 80 giocatori danubiani e più della metà delle squadre di club erano allenate da austriaci o ungheresi, i quali introdussero non solo gli insegnamenti tecnici – i fondamentali, come si diceva una volta – ma anche la già citata obbedienza all’allenatore.
L’Alessandria nel campionato 1925-’26. Rangone, Viviano, Morando, Costa, Assandro, Guerci, Firpo, Lauro, Gandini, Papa II, Avalle, Cattaneo, Banchero, Tritz, Tosini.
Come abbiamo visto nella nostra puntata precedente, anche l’Alessandria non disdegnò di ingaggiare giocatori e tecnici ungheresi e austriaci.
Da sinistra: Tritz, Simoka e Kostza.
Tra coloro che indossarono la maglia grigia, non possiamo non ricordare Lőrinc Tritz (nella stagione 1925-’26), Sandor Simòka (anche lui nel campionato 1925-’26) e Imre Koszta (nel torneo 1926-’27).
I Grigi nel 1926: Capra II, Simoka, Banchero I, Morando, Tritz, Cattaneo, Avalle, Papa II, Viviano, Costa, Lauro.
Alessandria campionato 1923-’24. Assandro (mass.), Capra II, Banchero, Gandini, Baloncieri, Avalle, Gariglio, Lauro, Béla Révész, Bay I, Capra I, Viviano, Cagnina, Costa.
Un gol di Tritz alla Juventus.
Quattro sono stati i tecnici austriaci sbarvati in riva al Tanaro. Il viennese Karl Stürmer, Franz Hänsel (1933-’34), Rudolf Soutschek – nella foto a fianco – (nei campionati 1935-‘36 e 1937-’38): vinse un campionato italiano di serie B con la Fiorentina nel 1938-’39 e la stagione successiva fu il secondo allenatore dei Viola – vice di Giuseppe Galluzzi – vincendo la Coppa Italia. Infine Tony Cargnelli (nel torneo 1950-’51). n Italia cominciò ad allenare nel 1927-‘28 guidando il Torino e vincendo lo scudetto. L’annata successiva, riconfermato, sfiorò il successo perdendo in finale nazionale contro il Bologna. Nel novembre 1929 venne esonerato dalla società granata e l’anno successivo passò al Palermo, in B, portando la squadra siciliana ad un passo dalla promozione in A, persa per soli due punti.
I Grigi nel campionato 1950-’51 serie C. In piedi da sinistra: Scarrone, Giraudo, Arezzi, Giorcelli, Mario Moccagatta (presidente), Albertelli, Cargnelli (allenatore), Guaschino. Accosciati: Gabbiani, Savoini, Pietruzzi, Dania, Soffrido.
Cominciò con i rosa-neri anche la stagione seguente ma fu esonerato nel suo corso. Passato al Foggia, in terza serie, la portò in B. Nel 1933-‘34 Cargnelli passò al Bari, in B. Questa volta la promozione fu sfiorata: i pugliesi terminarono in vetta della classifica nel girone finale a pari con la Sampierdarenese perdendo poi lo spareggio contro i liguri per 0-1.Tornato al Torino evitò la retrocessione nel 1935. Meglio fu il 1936 quando i granata giunsero terzi. Inoltre vinsero la Coppa Italia. Nell’estate del 1936 tornò al Bari, già in A, e vi rimase fino alla stagione 1937-‘38, due volte salvando la squadra dalla retrocessione.
Cargnelli durante un allenamento della Lazio. (Foto LazioWiki).
Dal 1938 al 1940 Cargnelli fu nell’Ambrosiana-Inter vincendo la sua seconda Coppa Italia nel1939 e il suo secondo scudetto nel 1940. Lasciò poi l’Inter per tornare per la terza volta al Torino dove rimase fino al marzo del 1942. Ottenne un settimo posto ed una semifinale Coppa Italia nel 1941. Per il 1942-‘43 Cargnelli si legò al Liguria, ma il campionato fu disastroso e la squadra giunse ultima. Il campionato venne poi interrotto per la Seconda guerra mondiale e nel campionato 1945-‘46 Cargnelli si lega alla Lazio. Il sodalizio durò fino al 1948 (con due volte di giungere in mezza classifica e l’esonero dopo il girone d’andata di serie A 1947-‘48). Dopo la Lazio l’allenatore austriaco guidò per un breve periodo la Lucchese Libertas, aiutandola a salvarsi in massima serie. Nell’estate 1948 inizia a lavorare nel Bologna. La prima stagione diviene soddisfacente, Cargnelli si riconferma ma i risultati peggiorano e l’allenatore viene licenziato nel dicembre. Nel 1950-‘51 Cargnelli andò all’Alessandria, in serie C, ma non ottenne oltre il quarto posto nel girone A.
Per quanto riguarda gli allenatori provenienti dall’Ungheria. Béla Révész, László Gonda (1925-’25), Árpád Weisz, Ferenc Molnár – foto a fianco – , (1932-‘33), Otto Chrappan (1934-’35, 1939-‘40 e 1940-‘41), Lajos Kovács (1946-‘47 e 1947-‘48). Nato a Budapest nel 1894, allenò tra le altre anche il Padova, guidandolo alla promozione in serie A nel 1931-‘32, il Bologna, con cui vinse una Coppa Mitropa nel 1934. Fu lui, nel 1947, a fondare quello che, probabilmente, è stato il primo club dei tifosi grigi. Infine László Székely.
L’allenatore Kovács e la mascotte nel 1946.
Mario Bocchio
– continua –
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