Gonzalez, meglio essere la testa del topo piuttosto che la coda del leone (prima parte)

lunedì, 25 Luglio 2016

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Pablo Andrés González è nato nel 1985 a Tandil, una città dell’ Argentina situata nella provincia di Buenos Aires. Dista 160 chilometrida Mar del Plata e 360 dalla stessa Buenos Aires.

È il fratello minore di Mariano González, che in Europa ha giocato con Palermo, Inter e Porto, campione olimpico con l’Argentina ad Atene nel 2004 e con nove gettoni di presenza nella Selección, dove ha conquistato un secondo posto nella Copa America.

Mariano+Gonzalez+Porto+v+Manchester+United+Wqr9RRrx3tblMariano Gonzalez con il Porto.

 

In patria Pablo Andrés è soprannominato “Puci” o “Cartero“, visto che prima di essere tesserato dal Novara svolgeva il lavoro di portalettere per arrotondare lo stipendio, mentre in Italia è diventato “Speedy“. La sua esultanza dopo un gol deriva da una mossa del celebre cantante gaucho  Indio Solari.

Cresciuto nelle giovanili del Racing Avellaneda, ha esordito in prima squadra nella stagione 2006-‘07 sotto la guida tecnica di Diego Simeone, giocando quattro partite della Primera Division.

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Venne poi acquistato dalla squadra svizzera del Locarno in Challenge League, la nostra serie B. Il debutto arrivò alla seconda giornata in trasferta contro il Winterthur (sconfitta per 2-0) partendo dalla panchina, mentre la prima partita da titolare la giocò alla quarta giornata, in Kriens-Locarno (2-0). Con il Locarno, nel quale trovò poco spazio (14 presenze), segnò due reti: la prima in Vaduz-Locarno (2-2, gol valido per il pareggio finale), mentre la seconda ed ultima in Delémont-Locarno (5-2).

Tornò allora in Argentina al Tandil nel Torneo Argentino B ovvero la quarta divisione argentina: 28 partite e partite e 17 reti.

Ancora Gonzalez

Nel 2009 firmò con il Novara, segnalato da Aldo Sensibile a suo figlio Pasquale, direttore sportivo della squadra piemontese. Esordì con la nuova maglia in Novara-Sorrento (2-1) valida per la seconda giornata del campionato di Lega Pro Prima Divisione, mentre la prima rete arrivò in Novara-Monza (1-1) alla quinta giornata. Chiuse la stagione segnando cinque gol in 25 presenze di campionato (conclusosi con la promozione in serie B), una rete nell’unica partita giocata dalla squadra in Coppa Italia Lega Pro (sconfitta contro il Como ai tiri di rigore), tre gol in Coppa Italia contro squadre di massima serie come Siena (doppietta) e Milan e un gol nella finale di ritorno della Supercoppa di Lega di Prima Divisione vinta a maggio dopo il doppio confronto col Portogruaro, per un totale di 10 gol in stagione.

Segnò la sua prima rete nella serie cadetta durante la seconda giornata di campionato contro la Triestina, partita vinta dai piemontesi per 2-0. Il 10 ottobre 2010 realizzò una quaterna nella vittoria dei piemontesi per 1-5 in trasferta contro il Portogruaro. Al Novara giunse un’offerta per Gonzalez parte dell’Atalanta, squadra che come i piemontesi allora militava nella serie cadetta.

Gonzalez PalermoCon la maglia del Palermo.

 

Il 31 gennaio 2011, ultimo giorno della sessione invernale del calciomercato, fu però il Palermo ad acquistare il giocatore per 5 milioni di euro, lasciandolo in prestito al Novara fino a fine stagione; nella trattativa rientrarono le compartecipazioni del portiere Samir Ujkani e del difensore Michel Morganella, fino a quel momento solo in prestito alla squadra piemontese. Chiuse la seconda stagione al Novara (iniziata bene e conclusa in calo, in cui si rivelò comunque uno dei migliori giocatori del campionato cadetto) con 38 presenze in campionato (terzo posto) più le quattro dei playoff, segnando 14 reti nella stagione regolare ed uno nella finale di ritorno dei playoff vinta per 2-0 sul Padova (la sua rete fu quella che sbloccò il risultato) che regalò al Novara la promozione in serie A; a questi dati si aggiungono due presenze in Coppa Italia.

Finito il prestito, si trasferì al Palermo. Il 4 agosto fece l’esordio ufficiale in maglia rosanero, e contestualmente nelle Coppe europee, in occasione della sfida di ritorno del terzo turno preliminare di Europa League contro gli svizzeri del Thun (1-1), giocando titolare; dopo aver segnato il gol del vantaggio rosanero, uscì al 63′ per far posto ad Eran Zahavi. Fu questa l’unica presenza con il Palermo.

pablo-andres-gonzalez-siena-march-18-2012-football-soccer-italian-CA1DCDCon la maglia del Siena.

 

Passò al Siena in prestito oneroso di 100.000 euro con diritto di riscatto sulla compartecipazione. Esordì in maglia bianconera in occasione di Catania-Siena (0-0) della seconda giornata di campionato (la prima è stata rinviata), debuttando così nella serie A italiana. Segnò la prima rete sia A che con la maglia bianconera in Siena-Cesena (2-0) dell’ottava giornata, sbloccando il risultato.

Con il Siena giocò 16 partite in campionato (segnando la rete già citata) e 4 in Coppa Italia, competizione nella quale realizzò due centri arrivando fino alla semifinale: per il Siena, che mai aveva superato gli ottavi, si trattò di un traguardo storico.

Scaduto il prestito al Siena, il Palermo ha ceduto il giocatore a titolo definitivo al Novara. Per cercare di capire che cosa abbia rappresentato Gonzalez proprio per il Novara, basta leggere quello che è apparso su “ilvenerdiditribuna.it”:

“Bye-bye Pablo, ci mancherai. Pablo Gonzalez lascia il Novara e si accasa all’Alessandria: finisce così l’avventura in azzurro di uno degli artefici della recente storia del Novara. Ci sarà tempo per ragionare se il matrimonio non avrebbe potuto continuare in altro modo, con una ulteriore spalmatura del contratto dell’argentino; o per capire quanto perde, tecnicamente, la squadra di Boscaglia. Adesso è il momento della nostalgia: con Pablo e con il ritiro di Charlie Ludi finisce davvero l’era del grande Novara, quello che, guidato da Attilio Tesser, costruì la meravigliosa cavalcata dalla serie C alla serie A. Gonzalez fu davvero uno dei protagonisti, soprattutto nell’anno della B, ma non ebbe mai modo di giocare in A con la maglia azzurra (nel frattempo era stato acquistato dal Palermo). Sappiamo che il cuore di Pablo è tinto d’azzurro, ma immaginarlo con la maglia dell’Alessandria… Tutte le storie finiscono, prima o poi; è vero, ma non per questo fa meno male”.

Mario Bocchio

– continua –

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