Per un grande intenditore di calcio, quale Italo Cucci, per l’allontanamento di Roberto Mancini dall’ Inter non bisogna dare la colpa ai cinesi. “È stato Thohir. Forse il suo ultimo tocco di potere. Forse l’unico sensato. Ancorché ingrato. Dopo venti mesi e decine di milioni dissipati in acquisti strampalati voluti dal tecnico più smarrito che volubile, si è forse reso conto – lui che di soldi da spendere ne aveva pochi (dippiù da prestare) – dell’errore che aveva commesso esonerando Walter Mazzarri, colpevole, secondo i media locali, di essere un piangina”.
Il Mancini bis non ha funzionato. E i motivi sono molteplici. Certo, un cambio di allenatore in pieno precampionato, anzi a tredici giorni dal debutto in serie A, dopo la preparazione atletica, le amichevoli, la tournée e un mercato fatto di acquisti per accontentare il tecnico ora uscente non sembrava uno scenario realistico. Invece tutto è precipitato.
Il Mancio era arrivato nell’autunno 2014 per sostituire proprio Mazzarri. Aveva subito chiesto acquisti: arrivarono Shaqiri, Podolski, Santon, Brozovic, oltre a Felipe. Un mercato poi quasi tutto rinnegato. Risultato? Ottavo posto e Inter fuori dalle Coppe.
La passata stagione sembrava quella della svolta: dieci acquisti, un avvio da urlo, poi da Natale in poi un calvario, fino al quarto posto. E, di nuovo, un mercato in parte rinnegato. La svolta, vera, non è mai arrivata: il salto di qualità che il primo Mancini aveva dato, preparando la strada a Mourinho per il ritocco decisivo, non è mai arrivato.
Mancini voleva campioni pronti, è la sua peculiarità: farsi valere, scegliere gli uomini preferiti. Non è stato possibile: Thohir ha passato la mano, il fair-play finanziario ha messo i paletti. Il nervosismo, Mancini, non l’ha nascosto. E si è arrivati all’addio.
Mentre l’Inter era impegnata negli States con Mancini, Gregucci ha diretto gli allenamenti dei nazionali a Brunico.
Lunedì è stato il giorno dell’addio del Mancio, ma il suo staff tecnico ha diretto l’ultimo allenamento, poi tutti i suoi collaboratori hanno chiuso il rapporto con il club nerazzurro uno a uno: ad Appiano c’erano Ausilio, Gardini e Zanetti (che poi è partito). Andrà via anche Sylvinho che inizialmente si pensava sarebbe rimasto per fare da tramite tra la squadra e De Boer. Via pure Angelo Gregucci, lo scorso anno sulla panchina dell’Alessandria.
Gregu dunque, saluta l’Inter dopo nemmeno un mese dal suo arrivo: era stato voluto fortemente proprio da Mancini come suo secondo. Con l’arrivo di De Boer, il vice allenatore dell’Inter sarà Orlando Trustfull.
Lo staff del Mancio non ha transato e rescisso il contratto. Tradotto: saranno tutti pagati fino al termine della stagione.
Mario Bocchio
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