Una delle più avvincenti partite dell’Alessandria negli anni Quaranta fu quella contro la Salernitana, nettamente battuta per 3-0 nel campionato di Serie A 1947-48. Allora il terreno del “Moccagatta” era veramente terribile nel periodo autunno-primavera, fango e ghiaccio erano il dodicesimo uomo in campo per l’Alessandria. Si giocò il 28 dicembre. Nel primo tempo i Grigi, pur essendo superiori, non riuscirono a dominare pur segnando tre gol.
Nella ripresa spadroneggiarono ma il risultato non cambiò. Fu un secondo tempo condotto a tutta andatura, una serie vertiginosa di attacchi, da giocolieri ed equilibristi dei terreni difficili. Della Frera preciso, Rosetta libero di fare il bello e cattivo tempo nella sua area di influenza favorito dallo strano schieramento dei salernitani, Gallea, uno dei migliori in campo, a sospingere gli avanti con regolarità, Coscia “Il bolide” capace di virtuosismi nel pantano. In attacco Ginetto Armano ridicolizzava il suo terzino ad ogni fuga ed effettuava buoni traversoni, il forte albanese Lushta si divertiva nell’arte del dribbling e Stradella, Pietruzzi e Sotgiu portavano regolari assalti alla difesa campana. Se nell’euforia degli attacchi, questi avanti sciupavano dei gol incredibili chi se ne accorgeva? Il pallone, sempre ballonzolante nell’area del portiere Masci, fermava l’attenzione di tutti. Il resto quasi pareva non contare. Per la verità dalla squadra campana ci si aspettava qualcosa di più come gioco. E’ vero che i suoi atleti stentavano a stare in piedi sul campo, ma a parte la resistenza fisica ed il fiato, misero in mostra ben pochi pregi tecnici. La prima rete dei Grigi venne realizzata al 22’, su punizione calciata da Gallea, in seguito ad un fallo di Jacovazzi. La palla spiovve davanti alla porta e Coscia fu prontissimo a deviare di testa in porta. Lo stesso Coscia, al 38’, segnò il secondo punto su rigore concesso per un ingenuo e vistoso scapaccione dato alla palla da Dagianti. Due minuti dopo Armano, il campione di Litta, lanciato da Stradella, fuggì velocemente e centrò. Il suo cross venne raccolto da Sotgiu libero e solo. Un tiro. Rete. Tre a zero. Proprio all’inizio della ripresa parve che l’Alessandria dovesse aumentare il bottino con un gol di Stradella, ma l’arbitro, non a torto, lo annullò per fuori gioco. Iniziò poi la sarabanda finale in area salernitana, durante la quale, un po’ per imprecisione e un po’ per sfortuna, gli avanti grigi non trovarono più la via giusta per segnare. “Poco male – disse negli spogliatoi il presidente rag. Mario Moccagatta – benedetti ragazzi, la prossima volta vedete di fare attenzione a tirare giusto in porta!”. In quella stessa giornata il Grande Torino di Valentino Mazzola stordì la Triestina 6-0.
Mario Bocchio