Alessandria e Juventus si sono incontrate 39 volte tra campionato e Coppa Italia: 25 i successi bianconeri, 8 quelli dei Grigi e 6 pareggi; 98 le reti realizzate dagli juventini, contro le 44 mandrogne.
“Nel 1929 affrontai vittorioso la Juventus. Una gara memorabile”, amava ricordare il mitico Luigi Bertolini. L’Alessandria schierò: Curti; Viviano, Casta; Lauro, Gandini, Bertolini; Cattaneo, Avalle, Banchero, Ferrari, Chierico. vinse 1-0 con un goal di Chierico. Al termine del campionato iniziò la smobilitazione. Se ne andò l’allenatore Carcano (proprio alla Juventus) portandosi appresso Ferrari. “E fu proprio Gioanin a caldeggiare con Carcano il mio acquisto l’anno successivo. La cifra di cessione fu di 150.000 Lire. Il mio stipendio passò di colpo da 100 Lire a 5.000 Lire mensili. Quando lessi il contratto mi parve di diventare matto. Di cifre del genere ne avevo, fino a quel momento, solo sentito parlare. E poi c’erano i premi di partita: 500 Lire per ogni confronto vinto, 250 per i pareggi. Nelle file bianconere assaporai davvero l’ebbrezza della fama”, ancora “Testa fasciata”.
Nel 1937 venne immortalata da tutti i giornali dell’epoca l’acrobatica sforbiciata di Bigando che tolse la palla al grande Guglielmo Gabetto.
“Il più bel gol realizzato nella mia carriera? Non ci sono dubbi, quello alla Juventus. Passai il pallone all’ala sinistra, Rosso, che prontamente la mise in mezzo. La colpii di testa: traversa, la palla affondò nel fango. Io fui il più lesto: la toccai sotto e la sfera andò in rete, nonostante l’inutile spaccata di Parola”. Il racconto è di Mario Pietruzzi, uno dei prodotti della prolifica scuola calcistica di Litta Parodi, il condottiero di quell’Alessandria, regina del fango, che seppe dire la sua nell’immediato dopoguerra.
Era il 23 febbraio 1947: Alessandria-Juventus 2-0, reti di Rosso e Pietruzzi. Formazione dei Grigi: Bodoira, Pietrasanta, Rava, Arezzi, Borgogno, Tortarolo, Armano, Pietruzzi, Lushta, Coscia e Rosso. Formazione dei bianconeri: Sentimenti IV, Vicick, Varglien II, Depetrini, Parola, Magni, Sentimenti III, Piola, Astorri, Candiani, Korostolev.
Archiviata la storica guardia che Gigi Bussetti fece a John Hansen in un incontro di Coppa Italia al “Moccagatta”, quello del 1957-’58, il primo dopo l’ultima promozione in serie A (lo spareggio vittorioso contro il Brescia a San Siro) viene considerato il più bel torneo in assoluto disputato dall’Alessandria nel dopoguerra. Ne è convinto anche Marcello Marcellini, che a quelle pagine ha dedicato una specifica monografia dal titolo molto impegnativo: “Giorni di grigio intenso”.
Lo scudetto venne vinto dalla Juventus, 51 punti, davanti alla Fiorentina 43, e allo strabiliante Padova di Nereo Rocco, a quota 42. Allora le vittorie valevano due punti. I Grigi terminarono la stagione al dodicesimo posto con 30 punti (due in meno dell’Inter!), frutto di 9 vittorie, 12 pareggi e 13 sconfitte, realizzando 36 gol ed incassandone 42. Il mastodontico gallese della Juve John Charles primeggiò tra i goleador con 28 reti, mentre nell’Alessandria il bomber fu l’enigmatico svizzero (ma dotato comunque di classe sopraffina mai del tutto esplosa) Roger Vonlanthen con 8.
Le due partite contro la Juventus terminarono entrambe con la sconfitta per 2-1, ma i Grigi furono pienamente all’altezza di quella che ancora oggi è considerata una grande formazione bianconera, e che alla fine riuscì a cucirsi lo scudetto sulle maglie: Mattrel, Viola, Corradi, Garzena (ex grigio), Emoli, Ferrario, Colombo, Montico, Nicolè (anche lui entrato nella storia alessandrina), Stacchini, Boniperti, Charles, Sivori e Stivanello.
L’andata venne disputata in un “Moccagatta” stracolmo di tifosi nonostante fosse l’inizio dell’anno 1958. Per avere la meglio sul ghiaccio il terreno venne ricoperto da una fitta coltre di segatura, l’arbitro fu addirittura richiesto all’Uefa e fu l’austriaco Grill. Capitan Pedroni ingaggiò continui duelli aerei con il gallese Charles.
Omar Sivori, appena sposato, venne affidato alle “cure” di Snidero: alla mezzora i bianconeri conducevano già per 2-0 grazie proprio alla doppietta del fuoriclasse oriundo. Ma nella ripresa avvenne il quasi miracolo, l’Alessandria operaia si mise a credere nella rimonta: al 65’ Castaldo accorciò le distanze e alla fine furono in molti a dire: “Ci è mancata la fortuna e non il coraggio!”. Deviazione impossibile di Mattrel su tiro di Savioni, colpo di testa di Vitali e traversa, punizione dal limite di Savioni e palo, all’89’ spiovente di Savioni e Charles salva sulla linea di porta. La Juve lasciò Alessandria dopo aver conosciuto da vicino la paura.
Al “Comunale”, il 18 maggio, con i padroni di casa certi dello scudetto e con i Grigi matematicamente salvi, andò in scena una partita gradevolissima: vantaggio juventino con Montico, pareggio di Savioni e rete del successo bianconero realizzata da Ferrario, soprannominato “Mobilia”.
Nel successivo campionato l’Alessandria andava male, tanto che a dieci giornate dal termine la retrocessione sembrava scontata. La riscossa coincise con due vittorie consecutive, a Roma contro la Lazio, e al “Moccagatta” contro il Napoli.
Il portiere Sergio Notarnicola venne richiamato proprio alla vigilia della trasferta a Torino contro la Juventus. Si scherzava su quante reti i Grigi avrebbero incassato. Invece accade ciò che nessuno si era solo sognato di pensare, nemmeno gli scommettitori del Totocalcio.
Era il 17 maggio 1959 e l’Alessandria pareggiò 2-2 facendo saltare il Totocalcio che pagò soltanto gli 11, il massimo allora era 12. Proprio il portiere grigio fu splendido protagonista di una squadra scesa in campo con: Notarnicola, Nardi, Giacomazzi, Snidero, Boniardi, Pistorello, Lorenzi, Filini, Vonlanthen, Dorigo e Tacchi.
Putroppo, molte volte grazie ad un evidentissimo divario tecnico, i Grigi rimediarono sonore sconfitte, come il 6-1 nel 1948, il 6-2 in Coppa Italia nel 1959, ed il 7-0 a Torino nel torneo 1959-’60.
Infine, anche Michel Platini si fermò ad ammirare “Cicciogol” Marescalco. Ci riferiamo proprio all’incontro amichevole Alessandria-Juventus del 29 dicembre 1984.
“A fine dicembre del 1984 – ci scherza su ancora oggi, ma con una certa vena di rincrescimento che a distanza di tutti questi anni fa ancora fatica a celare – giocammo al ‘Moccagatta’ un’amichevole contro la Juventus di Platini. Mi marcava Pioli, io lo feci venire matto ed alla fine riuscì ad infilare Tacconi. Trapattoni mi fece chiamare fuori dallo spogliatoio mentre stavo per andare sotto la doccia, voleva conoscermi e mi disse chiaramente: ’’eccato che sei così avanti con gli anni, altrimenti …’.”.
Mario Bocchio