È stato il classico attaccante di area. Alto e forte fisicamente, sfruttava queste sue caratteristiche nel gioco aereo e in quello di sponda per i compagni di reparto. È stato un girovago nei vari campionati e un girovago in varie società. Forse nel Vicenza ha fatto meglio che in altre piazze, segnando in 101 presenze 35 reti, tutte di ottima fattura.
Ha anche difeso i colori dell’Alessandria. Stiamo parlando di Roberto Murgita. Forse non aveva la caratteristica di essere implacabile in area di rigore. Probabile lo pensasse anche il professor Scoglio al Genoa se, in alcune partite, lo provò addirittura nel ruolo di stopper per sfruttare il suo stacco di testa. Tuttavia, Murgita ha contribuito con una buona mole di gol e di assist per i compagni di reparto ai successi del Vicenza di Guidolin.
Sono 35 le volte in cui il “Romeo Menti” esulta insieme a lui, in particolar modo quando abbatte la resistenza del Bologna nella semifinale di Coppa Italia del 1996-‘97, contribuendo in maniera decisiva alla vittoria dei berici. Con l’andar degli anni si trasferisce per quattro volte in tre anni andando prima a Piacenza, poi a Napoli ed infine a Ravenna e Treviso. Non ci sono più le percentuali realizzative dei tempi della Massese, ma Murgita si rivela efficace nell’ultimo passaggio.
Chiude la carriera a livello professionistico con due esperienze in Serie C2, all’Alessandria, in cui ha totalizzato 21 presenze e quattro reti, e al Savona, dove ritrova l’ex compagno di squadra nel Genoa Marco Nappi. Gioca in Grigio nella stagione 2001-’02, Serie C2, presidente Antonio Boiardi, due allenatori (Piantoni e Caligaris), giocatori di grandissima esperienza, come Porrini, ma che alla fine deludono. L’Alessandria perde il confronto con il Prato per la promozione diretta, ma è anche protagonista in negativo del rocambolesco playoff contro la Sangiovannese.
Mario Bocchio