Alla scoperta del pianeta degli Ultras della Casertana

mercoledì, 17 Maggio 2017

 

La tifoseria casertana fu protagonista di episodi di violenza già nel 1969, nell’ambito di quella che sarebbe divenuta nota come Rivolta del pallone. Si trattò di un’insurrezione sollevatasi in pieno centro cittadino tra l’8 e il 10 settembre 1969, causata dalla mancata possibilità della Casertana di iscriversi al suo primo campionato di serie B in quanto condannata per illecito sportivo.

Gli scontri tra tifosi e polizia del 1969.

 

Sino alla prima metà degli anni Settanta i tifosi casertani tendevano ad esporre striscioni che esprimevano la provenienza dalle varie zone della città; solo successivamente, alla fine dei Settanta, cominciarono ad affacciarsi i primi gruppi caratterizzati da matrice ultras. Nacquero infatti prima il Commando Ultrà Gradinata, che occupava solitamente la parte centrale del settore distinti dello Stadio Pinto, e poi i Fedelissimi. All’inizio degli anni Ottanta i due gruppi si sciolsero, e il cuore del tifo si spostò in curva sud; in particolare, dalle ceneri dei Fedelissimi sorsero nel 1981 i Fedayn Bronx, inizialmente presenti con la dicitura Ghetto Acquaviva, che sono ancora oggi il gruppo trainante del tifo organizzato.

La vecchia tribuna dello stadio “Pinto”.

 

Gli anni Ottanta sono coincisi con uno dei periodi più floridi dal punto di vista dei risultati per la compagine rossoblù, richiamando molto pubblico e favorendo la nascita di nuove fazioni: nacquero infatti i New Rebels (1983), i Crazy Boys, i Southern Boys (1988), le Brigate, i Boys Vanvitelli (dal nome dell’omonimo rione di cui sono originari), i Crips (1988) e i Mods Caserta (1990). Sino al 1990 gli ultrà hanno continuato a occupare la Curva sud, mentre dalla stagione 1990-’91 si sono spostati in Curva nord per motivi di capienza, essendo. Nell’estate 1991 la Casertana guadagnò la promozione in serie B e, in virtù di un crescente entusiasmo, si costituirono diverse sezioni di supporto.

Tra questi si ricordano il Gruppo Damigiana, i Crazy Bulldog, i Wild Kaos, il Cool Clan, le Menti Opache, le Anime Infette, gli Autonomi e l’InfernoDalla provincia provenivano invece i Pessimi elementi (Maddaloni), i Repoman (San Nicola la Strada) e i Boys Enzo Cuccaro (Macerata Campania, il loro nome era ispirato a quello del presidente del club e fautore della promozione).

Casertani in trasferta a Cosenza nella stagione 1991-’92.

 

Il fallimento del 1993 segnò una svolta negativa nel mondo ultras casertano, poiché in virtù di tanti anni tra i dilettanti e rischi continui di altri fallimenti si registrò una progressiva perdita di adesioni ai gruppi, che nella seconda metà degli anni Novanta si spostarono di nuovo in Curva sud e poi nei distinti una volta dichiarata inagibile la gradinata. Nei primi anni Duemila rimasero attivi, oltre ai Fedayn, solo i Boys Vanvitelli e i Crips, con l’aggiunta dei Fedelissimi (1999, da non confondere con l’omonimo gruppo degli anni Ottanta), dei South Kaos (nati intorno al 2000 a Casagiove e sciolti pochi anni più tardi), dei Neds e degli Sconvolti (entrambe esperienze di breve durata durante i primi anni 2000), seguiti poi da Rude Boys (2002) e BadBoys. Nel 2012 si sono sciolti anche i Crips.

Attualmente sono attivi tre gruppi maggiori (Fedayn Bronx, 1908 e The Black Sheep, quest’ultimo sorto sulle ceneri dei Crips), più alcuni minori come le Nuove Leve, gruppo giovanile nato nel 2014 dopo la promozione dei Falchetti in Lega Pro, con lo scopo di crescere con la mentalità dei Fedayn Bronx. Nello stesso anno si sono costituiti anche i Blood Brothers, che abitualmente popolavano la tribuna ma si sono sciolti nel corso del 2016.

Nell’estate 2016 si consuma una frattura nel tifo casertano, con un gruppo dissidente chiamato “Solo per la maglia” che abbandona i Fedayn Bronx e si sposta in tribuna, mentre il resto degli ultras occupa ancora il settore distinti in attesa di una ristrutturazione della Curva sud.

Dal punto di vista politico i supporters casertani hanno posizioni tradizionalmente vicine a quelle di sinistra; spesso infatti si sono espressi in tema di antirazzismo, supportando iniziative volte in tal senso e ospitando gli RFC Ska Lions, squadra di calcio amatoriale e popolare della città che si interessa proprio della lotta alle discriminazioni; hanno inoltre fatto parte, insieme alle tifoserie di Ternana, Ancona, Cosenza, Savona e Livorno, del “Fronte di resistenza ultras”, un’unione preposta a combattere l’ideologia di destra nelle curve italiane.

I Casertani hanno infine espresso posizioni critiche relativamente alle guerre in Afghanistan e Iraq negli anni Duemila, così come hanno intrapreso battaglie a carattere ambientalista, come fatto in occasione della mancata chiusura della discarica di Lo Uttaro.

Fedayn Bronx 1981 e Crips

Fedayn Bronx 1981: nati nel 1981 e sin dall’inizio elemento trainante del tifo rossoblù. Inizialmente erano originari dell’area sud di Caserta, cioè il rione Acquaviva, da cui la scritta Ghetto Acquaviva presente nei primi anni di attività. Il primo striscione esposto dai F.B. ’81 presentava lo storico slogan «Quando il tifo è magia» e come simbolo aveva il disegno di un tifoso su sfondo bianco con delle stelle; in seguito il tifoso lasciò il posto ad una sola stella. Nel 1995 fece la sua comparsa una nuova versione dello striscione, che differiva dalle precedenti per la scritta gialla su sfondo a strisce orizzontali rosse e blu (prima era bianca) e che è tuttora in uso.

Negli anni 2010, fino al 2015, lo slogan dei Fedayn è diventato «Resistiamo e non molliamo». A partire dal 2014 il nuovo simbolo distintivo degli ultrà casertani è composto da due semplici strisce rosso-blu verticali, ma sovente compaiono anche un fulmine o una bomba. Il 29 ottobre 2016, in seguito alle numerose diffide che li avevano colpiti nei giorni precedenti, annunciano con un comunicato la propria auto-sospensione in segno di protesta.

Crips: fecero la propria comparsa nel 1988 e si sono sciolti nel 2012. Legati maggiormente alla sottocultura britannica casual, si sono contraddistinti negli anni per la produzione di materiale ultras (sciarpe soprattutto) particolarmente apprezzati dal punto di vista estetico. Avevano come slogan «Fuori dal coro» e il loro simbolo era un leone rampante.

Gemellaggi, amicizie e rivalità

La tifoseria casertana è gemellata con quelle di Cosenza, dal 1985, e di Terni, dal 1983.

L’amicizia coi cosentini nacque al termine del primo raduno ultras italiano tenutosi proprio a Cosenza nel 1985. Proprio nel campionato seguente le due squadre si ritrovarono avversarie in campionato e, sfruttando la sfida di andata a Caserta, suggellarono il gemellaggio.

Altre amicizie importanti sono quelle con le tifoserie di Avellino, Cassino, Marsala e, la più recente e se vogliamo la più particolare, Mainz.

Gemellaggio tra Casertani e Avellinesi.

 

Con i tedeschi l’amicizia è nata quasi per caso durante una vacanza estiva. Durante il campionato 2015-’16 poi, alcuni sostenitori tedeschi hanno fatto visita alla curva campana, senza esporre striscioni o pezze. L’amicizia si è cementata quando gli ultras teutonici hanno esposto uno striscione in onore di Mario Cavallo, storico ultras casertano scomparso lo scorso anno. Pochi mesi dopo, in occasione della trasferta di Lecce, fu esposta per la prima volta una pezza tedesca nel settore casertano.

Gli ultras del Mainz.

 

Le rivalità più sentite sono quelle con Salernitana e Savoia

Salernitana: la rivalità con i supporters salernitani resta una delle più sentite dai Casertani. Fu subito rivalità dal primo incontro storico tra le due squadre nel campionato serie C 1941-’42 disputato a Salerno: sul risultato di 5-2 per i granata, il calciatore Casertano Mario Fusco (che da quel momento si guadagnò il soprannome di Mario Cazzotto) schiaffeggiò l’arbitro, colpevole di avergli annullato un gol, dopodiché i tifosi rossobluinvasero il campo di gioco. Dopo la nascita del movimento ultras nelle due città, le due squadre si trovarono a lungo a competere per gli stessi obiettivi e le tifoserie ne risentirono: nel 1982-’83 a Caserta i tifosi di casa, istigati dai calciatori, ferirono il direttore di gara con il lancio di oggetti, colpevole di aver concesso allo scadere un rigore dubbio alla squadra avversaria permettendogli così di pareggiare, la tifoseria ospite uscita prima del fine partita, distrusse diverse auto ma a farne le spese fu solo un piccolo gruppo di tifosi granata tra cui il capo ultrà “siberiano” che fu vittima di un vero linciaggio.

Si verificarono violenti scontri tra le forze dell’ordine e la tifoseria Casertana anche nel 1989-’90 in via Irno a Salerno e nel 1992-’93 dove un pullman di tifosi rossoblu fu vittima di una sassaiola da un cavalcavia autostradale. Durante il derby di ritorno del campionato 2014-’15 gli ultrà granata hanno infine tentato un assalto al pullman che trasportava i rivali, causando 34 daspo (22 per i tifosi di casa, 12 per gli ospiti).

Derby con la Salernitana giocato allo stadio Arechi nel 2014-’15. I tifosi casertani occupano la parte inferiore della curva opposta.

Savoia: la rivalità tra casertani e savoiardi nacque nel 2004, durante la gara di ritorno della semifinale playoff di serie D. Nonostante all’andata non si fossero verificate grosse schermaglie, al ritorno le due tifoserie si scontrarono sia fuori che dentro lo stadio. Le violenze si protrassero persino in campo, con l’invasione da parte di alcuni ospiti e la conseguente risposta degli ultras rossoblu.

A farne le spese furono anche un addetto alla sicurezza, aggredito dai Savoiardi, il calciatore Marco Vitiello e il massaggiatore Vincenzo Chirulo, entrambi oplontini. Al termine dell’incontro, continuato solo pro forma per motivi di ordine pubblico, furono presi provvedimenti disciplinari tra i quali la sconfitta per 3-0 a tavolino a entrambe le squadre. Il Savoia poté accedere alla finale in virtù del risultato dell’andata. Casertani e Savoiardi si sono poi incontrati solo nel 2014-’15, ma entrambi i matches sono stati vietati alle tifoserie ospiti.

Davide Ravan

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