Brio: “Dalle Vedove esempio per il calcio di oggi”

giovedì, 20 Ottobre 2016

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Nell’ambiziosa Pistoiese che affronta il campionato di Serie C 1976-’77 guidata da Bruno Bolchi, ci sono alcuni personaggi che hanno fatto (o faranno) la storia del calcio italiano.  Il portiere titolare è Lido Vieri, con 400 partite in A tra Torino ed Inter, poi c’è l’ex alessandrino Giampiero Dalle Vedove, una colonna del centrocampo; i due giovani Stefano Di Chiara, proveniente dalla Lazio e, soprattutto Sergio Brio, in prestito dalla Juventus, dove tornerà per vincere tutto.

1976-pistoiese-palilla-primo-da-sinistra-nella-fila-d-mezzoLa Pistoiese nel 1976.

 

Il “vecchio” Danny e il “bambino” Brio formeranno una bella coppia di amici. Nell’anno e mezzo di convivenza in maglia arancione (Dalle Vedove lascerà la Pistoiese per Montecatini nel gennaio 1978) i due giocheranno molte partite assieme condividendo un’esperienza importante per entrambi.briofigurina

Con loro l’ “Olandesina” vincerà il campionato di C con otto punti di vantaggio sul Parma secondo.

La stagione successiva, in una serie B che la Pistoiese non vedeva da ventinove anni, inizia non benissimo per la pur rinforzata squadra toscana, tanto che Bolchi deve lasciare la panchina a Riccomini.

1977-pistoiese-palilla-il-primo-in-basso-da-sinistra“L’Olandesina” nel 1977.

 

Brio e Dalle Vedove sono ancora lì, ma Danny a gennaio lascia per andare a consumare gli ultimi spiccioli di una grande carriera a Montecatini.

Sergio Brio in questo periodo fu titolare inamovibile giocando 35 partite in C e 37 in B contribuendo alla salvezza degli arancioni; Dalle Vedove invece, giocò la stagione della promozione da protagonista giocando 31 partite; molto meno incisivo nella prima parte della stagione tra i cadetti con solo 5 presenze, le sue ultime giocate tra i professionisti.

Dalle vedove (5)Dalle Vedove nella Pistoiese: è il secondo in piedi da destra, accanto a lui il giovane Brio.

 

Oggi Brio è impegnato come opinionista. Lo abbiamo contattato e lui è stato molto felice di poter parlare del “vecchio Danny”.danny-e-brio

“Pensando a lui mi vengono le lacrime agli occhi: ho saputo in ritardo della sua scomparsa e me ne rammarico profondamente, perché avrei voluto essergli vicino per l’ultimo saluto. Ma lo porterò sempre nel mio cuore” le prime parole dell’ex difensore juventino.

Ed ancora: “Era il massimo della signorilità. Tutti vorrebbero giocare con un compagno come Danny”.

Su come era Dalle Vedove in campo: “Giocavo accanto a lui e ci capivamo al volo. Aveva doti eccellenti. E nella vita di tutti i giorni era una persona splendida. Dovrebbe essere l’esempio per i giovani di oggi. La società dei nostri giorni dovrebbe scegliere modelli giusti, veri, migliori”.

Sui momenti piu belli vissuti insieme: “Parlavamo a lungo. Dava sempre consigli utili, a tutti. Mi ha insegnato a diventare un calciatore”.

Sergio Giovanelli

Mario Bocchio

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