Chiedimi se sono felice

lunedì, 31 Marzo 2025

Novanta e più minuti di cori, applausi, tifo appassionato poi, al triplice fischio finale l’apoteosi.

Ma in che categoria siamo? Siamo in promozione ma non conta, ci sono i Grigi!

Al “Garrone” di Arquata Scrivia, nel ricordo di chi ha tifato da lassù, è andata in scena una delle pagine più belle della stagione in corso “in attesa dell’US Alessandria”.

Un bagno di folla, un muro Grigio, accolto e accompagnato allo stadio come se si giocasse in casa, eppure si trattava di una partita di grande importanza per entrambe le contendenti: i padroni di casa dell’Arquatese per rimanere agganciati ai vertici della classifica, l’FC Alessandria per continuare la corsa solitaria guardando tutti dall’alto.

Il prato (in sintetico) è stupendo, intorno la tribuna naturale nel verde dove in tanti hanno preso posto per assistere alla partitissima. E’ una festa di suoni e colori. In campo un match maschio ma corretto. Una fase di studio iniziale poi i Grigi prendono il sopravvento e dilagano con Grandoni e Ventre (rispettivamente nel primo tempo al 40’ e 47’), il tempo di rientrare in campo che ancora Grandoni sferra il colpo del KO dopo soli 4 minuti, un “uppercut” che mette in ginocchio la pur volitiva ed organizzata squadra di casa. La ciliegina sulla torta la mette Boveri che firma il suo primo gol “tra i grandi” al 14’ chiudendo definitivamente la contesa. Si arriva così al triplice fischio (bravo Canegallo a sventare l’unica occasione pericolosa dei locali) e scoppia la festa.

Sale alto “la capolista se ne va”, è l’apoteosi e anche il pubblico di Arquata si unisce all’applauso generale.

Mister Alberto Merlo non piange ma ci va molto vicino, la commozione nei suoi occhi è lampante.

Dopo aver oliato a dovere gli ingranaggi ormai questa è una macchina perfetta, una squadra alla quale puoi in corso d’opera sostituire gli interpreti ma che gioca a memoria e si diverte, vincendo.

Il 4 a 0 maturato al “Garrone” è frutto di tanto lavoro tecnico e mentale, adesso testa bassa e via verso la volata finale, i piedi sono ben saldi per terra ma con un pubblico così come si fa a non volare?

Mauro Bavastri

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