“Ciccio” Marescalco è ritornato a calcare il terreno del “Moccagatta”, come un tempo. Ormai lontano se guardiamo lo scorrere inesorabile degli anni, ancora vicino per una generazione di persone che ancora ricordano e si esaltano. Perchè allora erano giovani sui gradoni della Curva Nord.
Lui esce dagli spogliatoio, ma la fisionomia dello stadio è mutata. A cominciare dalla curva, non c’è più la recinzione alla quale si aggrappava con furia dopo ogni gol segnato, non ci sono nemmeno più i parterre con appena sopra la cabina radio utilizzata dallo speaker (“Attenzione, attenzione… comunichiamo le formazioni delle squadre oggi in campo! , oppure “L’omaggio floreale è offerto da Cosola”, o ancora “Bulova Accutron “), con sopra l’immancabile pubblicità Cinzano.
Ad Alessandria il nome di “Ciccio” Marescalco continua a far sobbalzare chi ha il Grigio dentro di sé. Correva la stagione 1984-‘85 e arriva questa punta ambidestra. Campionato di C2.
Arrivò per segnare: per questo venne ingaggiato dalla Reggina I numeri dicevano che era adatto. D’altronde un tempo agli attaccanti non era richiesto altro: solo far gol e portare gioia per i tifosi e punti per la squadra. Adesso devono fare di tutto e nei ritagli di tempo anche buttarla dentro.
“Ciccio” inizia a segnare e ogni volta che lo fa, cerca quei ragazzi che assiepano la Curva Nord. Si crea un feeling particolare con loro. Lui parla dal campo a suon di marcature. Ogni volta lo sguardo finisce verso di loro. Come una madre che cerca il figlio in mezzo alla folla e lo trova sempre.
Si crea un’alchimia particolare tra “Cicciogol” e la curva dove ribolle il cuore passionale della tifoseria dell’Alessandria. Alla fine diventa un vero e duraturo amore.
Marescalco non riesce a vincere nulla con l’Alessandria, perde il tanto discusso spareggio di Modena contro il Prato. Ma non il risultato è la seconda cosa che conta. La prima cosa è dimostrare in campo di poter indossare questa Maglia.
Mario Bocchio