Intervista esclusiva
Non c’è dubbio che sia l’uomo del momento, il simbolo di quell’Alessandria bellissima nelle notti di Coppa, perché i suoi goals hanno significato le vittorie contro il Genoa e lo Spezia.
Al “Picco” Bocalon – soprannominato Il Doge per le sue inequivocabili origini veneziane -, si è alzato dalla panchina e ha segnato due volte, nell’ultimo scampolo di partita.
Da ex promessa della Primavera dell’Inter, ha ridato fuoco al braciere delle speranze che parevano ormai spegnersi, guadagnando per sè e per l’Alessandria di Angelo Gregucci, il diritto di esibirsi a San Siro, in quella che fino a qualche anno fa era la Scala del calcio.
– Che cosa significa indossare la maglia grigia?
“È una maglia da onorare, portiamo sulle spalle il nome di un grande club a cui bisogna dar tanto, e credo che lo stiamo facendo nel migliore dei modi”.
– Quale emozione saper di fare parte di un gruppo che ha riportato l’Alessandria nella storia, nella tradizione?
“Sicuramente è un qualcosa di forte che fa onore a tutti noi, che abbiamo scritto qualcosa di veramente importante. Per quello che stiamo facendo in Tim Cup, ma anche in campionato. Era veramente importante vincere contro il Cuneo, e lo abbiamo fatto”.
Si è cercato più volte – proprio per capire pienamente – di mettere sotto la lente d’ingrandimento l’emozione unica di vedere entrare in campo undici maglie grigie.
– Bocalon, qual è il suo rapporto con i tifosi, che sanno diventare un tutt’uno con la squadra nei momenti che contano?
“Esatto, i nostri tifosi sono il dodicesimo uomo in campo e il loro affetto ci sta dando una grandissima mano, per cui sono anche loro complici dell’impresa che stiamo facendo”.
– Alessandria-Milan. Frullano tante, troppe cose per nella testa …
“Sicuramente anche per me sarà una partita molto importante, penso che il novanta per cento della nostra squadra non abbia mai messo piede a San Siro e nemmeno all’Olimpico di Torino, per cui questa doppia sfida avrà ancora più fascino. Bisognerà cercare nella gara di ritorno di essere ancora in partita per poterci giocare le nostre chances”.
L’uomo della storia, dicevamo. Per la seconda volta. Perché era stato sempre lui, Riccardo Bocalon da Venezia che “Bepi” PIllon fece esordire in B nel Treviso, a firmare un’altra impresa leggendaria cinque anni e mezzo fa: nel maggio del 2010, un suo goal in spaccata negli ultimissimi minuti dello scontro diretto contro il Verona aveva regalato la serie B diretta al Portogruaro. Cinque anni e varie esperienze più tardi – dal Viareggio alla Cremonese, dal Carpi al Südtirol, dal Venezia al Prato – Bocalon è tornato a colpire. Non si tratta di una prima volta, come nel caso del Porto, ma di un’impresa storica sì. Un’impresa che, ancora una volta, porta la sua firma.
Riassunta in quello che ormai da queste parti è diventata un una nota festosa da hit-parade: Din don, din don, din don, din don, din don intervengo da La Spezia, ha se-gna-to Bocalon!
Mario Bocchio