Il corsivo di Mario Bocchio
In tutta sincerità siamo delusi per quanto successo dopo Alessandria-Reggiana. Personalmente ritengo gli insulti e le minacce concetti lontanissimi da quello che dovrebbe essere il calcio. Allo stadio si viene per sostenere la squadra. Quando la gente si comporta com’è accaduto sabato, si corre il rischio di esagerare. Chi non ha capito chi sia questa proprietà e cosa stia facendo, urlando non fa di certo il bene dei Grigi.
Il momento è certamente strano e possiamo capire l’amarezza e la delusione. Ci è capitato di vivere altre contestazioni di tifosi. Però questa ci sembra prematura, visto che comunque la squadra ha raggiunto l’obiettivo dei playoff.
Oggi tutti dovremmo buttare il cuore oltre l’ostacolo per cercare di portare a casa il risultato prendendoci, ognuno, le nostre responsabilità. I tifosi hanno sempre chiesto il massimo impegno, hanno incitato in maniera straordinaria la squadra soprattutto nella storica cavalcata della TimCup. Oggi molti di quelli che dopo l’impresa di La Spezia avevano festeggiato di notte nel “Moccagatta” illuminato a giorno parlando di veri e propri eroi, si accaniscono con veemenza contro questi eroi non più eroi. Scelta incoerente.
Onestamente non ci sembra una squadra morta o senza carattere e cuore. Anzi. Nel calcio però ci sono momenti nei quali le cose non vanno e bisogna essere bravi a limitare i danni e resettare il cervello per ripartire.
Questa piazza ha vissuto troppi anni di situazioni particolari, perciò crediamo che sia doveroso aiutare la società e stare vicino al presidente che sta cercando di riportare l’Orso Grigio nel campionato che più compete al suo blasone.
Chi ha contestato lo ha fatto per frustrazione, nel senso che i tifosi vorrebbero sempre vincere. Siamo certi che in fondo in fondo i giocatori questo lo sanno. Ma loro – i giocatori – non vanno in campo per perdere o pareggiare. Vanno in campo per vincere, ma è normale che l’andamento di una gara sia imprevedibile.
La protesta che possiamo condividere è solo quella civile di chi ha chiesto alla squadra di tirar fuori, diciamo così, il cuore. Ed è quel desiderio che i giocatori devono recepire, per essere più cinici, più cattivi e più caparbi.
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