E nell’aria abbiamo sentito l’incitamento dei campioni del passato

mercoledì, 16 Dicembre 2015

Genoa-Alessandria_15_12_2015 (5) Bocalon, un gol per entrare nella leggenda.

 

Ad un certo punto – quando il pareggio del Genoa ad opera di Pavoletti al 47’ del secondo tempo – avrebbe tagliato le gambe e fiaccato l’anima a più di una squadra – anche ai massimi livelli -, abbiamo come sentito un forte richiamo proveniente dal cielo. Un fulmine che ha colpito in profondità i giocatori in maglia grigia durante i supplementari. Cuore, grinta, battaglia, lacrime.
È come se dall’alto – da dove li immaginiamo stiano ancora giocando con la loro classe – i nostri grandi campioni del nostro glorioso passato fossero tutti lì a suonare la carica a quelle dieci creature in maglia grigia che correvano ancora come delle furie, predestinati ad entrare pure loro nella leggenda della provincia grigia.
Mai come ieri sera li abbiamo sentiti vicini vicini i nostri campioni del passato: Carcano, Baloncieri, Bertolini, Banchero, Cattaneo, Ferrari, Pietruzzi, Armano… i gloriosi capitani come Bussetti e Pedroni… i giocolieri come Lojacono e l’Arrigo Dolso. Non ci stavano a perdere questa grandissima occasione di ritornare nella storia. E come se avessero detto: “Su, fatelo anche per noi!”.
Mai come ieri sera abbiamo sentito vicini vicini quei nostri nonni, padri e amici cari che piansero al termine del leggendario spareggio di San Siro contro il Brescia. La storia che insegue un pallone di cuoio insieme al popolo grigio in perenne cammino. Che mix di emozioni, mamma mia!

Genoa-Alessandria_15_12_2015C’è un popolo grigio sempre in cammino.

 

Il gol di Riccardo Bocalon. Delirio autentico. Lo stadio di Marassi è diventato un vero inferno, dove i padroni di casa del Genoa sono caduti a poco a poco nella pece bollente amalgamata proprio dagli antichi diavoli di quella leggenda che si sviluppò in riva al Tanaro, che pareva piegata definitivamente dalla sorte del tempo e che un giovane presidente come Luca Di Masi ha saputo rispolverare con autentico e genuino atto d’amore e di rispetto.

Genoa-Alessandria_15_12_2015 (3)Luca Di Masi in trionfo (foto Mauro Zoboli).

 

L’umanità di Mister Angelo Gregucci, che alla fine è commosso. È capace di entrare in profondità nello spirito e nella carne dei suoi giocatori, motivandoli sempre alla battaglia.
Noi di Museo Grigio abbiamo cercato di farlo capire tante volte. Chi ieri sera era al “Luigi Ferraris” – un’autentica invasione – lo sa. L’emozione che si prova nel vedere entrare in campo undici maglie grigie è impossibile da spiegare. Forse è proprio per quella maglia unica al mondo, quel colore che può assumere tonalità diverse ma rimane sempre elegante, sempre prezioso. Noi siamo i Grigi, è così che tutta l’Italia definisce giocatori e tifosi dell’Alessandria, una squadra nobile, mitica, da leggenda. E adesso che stiamo tornando grandi è ancora più bello.

Genoa-Alessandria_15_12_2015 (2)Il fascino della maglia grigia (foto Mauro Zoboli).

 

Quando l’Alessandria vinse per la prima volta a Genova – il 7 febbraio 1932, un 2-1 grazie a Marchina e Scagliotti – il calcio era ancora un sogno, un mito, era fantasia, se volete anche letteratura. Oggi abbiamo perso tutte queste caratteristiche, anche se alla fine il pallone comincia a rotolare e tutto quanto ritorna ad essere se vogliamo anche stupore.
Però noi dobbiamo sempre ripercorrere quello che è stato e andare all’epifania del calcio. Ecco perché ieri è stata scritta una nuova pagina che è già leggenda.

Mario Bocchio

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