Classe 1936, grande tifoso del Toro, ha instillato nel figlio la passione granata portandolo con sé per anni ad assistere alle partite negli stadi di tutta Europa. Francesco Di Masi, papà di Luca attuale presidente dell’Alessandria Calcio, si è spento l’altra notte a Torino, dove i funerali si celebrano venerdì alle 11 nella chiesa della Madonna del Pilone in corso Casale 195.
E così se n’è andato un altro maitre dell’eleganza torinese, un’altra figura della via Roma che sta cambiando pelle. La malattia s’è portata via Francesco Di Masi, patron – fino a non molti anni fa – di «Olympic» in piazza San Carlo. E a parlarne adesso con la gente che ha fatto la storia commerciale di questo angolo di Torino, e sentire racconti di una vita fa, sembra di rivedere il «signor Di Masi», con i capelli grigi e sorridente, camminare sotto i portici. Nessun atteggiamento affettato o finto: quella era la sua cortesia. La stessa con la quale, alla cassa del negozio, ti inchiodava a parlare di cinture elastiche decantandone le doti: «Mi creda, sono indistruttibili».
Poi è giunto il tempo della malattia. E dell’addio – si fa per dire – alla boutique, passata in mano al figlio, Luca, presidente dei grigi dell’Alessandria. «Mi ricordo quella volta che riportai nel suo negozio un borsello che aveva perso andando in motorino. S’inginocchiò davanti a me, osannante. Da lì iniziò la nostra amicizia» confida Guido Scarzella, del Caffè San Carlo. Ecco Francesco Di Masi era così: elegante, raffinato. Con uno sconto per tutti. E quei gesti che soltanto lui sapeva fare, e da cui sbocciavano rapporti inossidabili.
Ieri, la società del figlio, l’Alessandria, ha rivolto un messaggio sul proprio sito: il club «si stringe forte al proprio presidente e partecipa al dolore suo e di tutta la famiglia per la scomparsa del suo caro papà». Un padre dal quale l’attuale patron dei grigi ha sicuramente ereditato la passione sportiva, che lo ha portato prima ad essere un assiduo frequentatore della curva granata, poi a costruirsi un proprio destino nel calcio che lo ha portato al Moccagatta. Prima come semplice tifoso, ultras della curva a seguire i grigi ovunque come il padre – sponsor con Olympic – fece con il Torino. Quindi, da cinque anni, nelle vesti di presidente a festeggiare, anche in casa, il suo primo trofeo vinto ad Alessandria: la Coppa Italia di serie C.
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