Nel mondo degli sport di squadra quando si deve descrivere la vittoria in una competizione si usano termini che definiscono il campionato (la Premier, la Liga) oppure il trofeo (Lo Schale – lo scudo, premio per la squadra che vince la Bundesliga tedesca – la Champions, o l’anello – premio che va ai giocatori nei campionati professionistici USA). Solo in Italia si parla di scudetto, cioè del triangolino di stoffa che mette sulla maglia la squadra che ha vinto il campionato.
Per moltissimi anni solo le squadre italiane esponevano un distintivo raffigurante le vittorie; negli altri paesi, al massimo, le divise sociali riportavano lo stemma sociale. Con il passare del tempo abbiamo fatto scuola al punto che una formazione italiana che sia contemporaneamente: campione d’ Italia, detentrice della Coppa Italia, vincitrice del Mondiale per club ed abbia vinto in passato almeno 10 titoli italiani e almeno 5 Coppe dei Campioni potrebbe sfoggiare: 1) lo scudetto tricolore; 2) la coccarda tricolore; 3) lo stemma FIFA di campione del Mondo 4) la stella d’oro degli scudetti; 5) sulla manica il badge UEFA con il numero di Champions vinte; 6) partecipando alla Champions lo stemma con il logo della manifestazione; 7) lo stemma societario …
Tutto questo per raccontare, in breve, la storia del triangolo tricolore e di un piccolo record che riguarda anche l’Alessandria, benché i Grigi lo scudetto lo abbiano visto solo da lontano.
Inizialmente, pur avendo la forma che mantiene tuttora, era un tricolore contenente lo stemma sabaudo sormontato dalla corona regia. Dopo l’avvento del fascismo si aggiunse il fascio littorio e nel dopoguerra divenne come lo conosciamo oggi.
Venne introdotto nell’ordinamento calcistico a partire dalla stagione 1924-’25; la prima squadra che ebbe il diritto di fregiarsi dello scudetto fu il Genoa che pochi mesi prima aveva vinto il suo ultimo titolo.
Il Genoa lo indossò per la prima volta, e fu l’esordio assoluto, nell’amichevole giocata a Marassi il 28 settembre 1924 contro l’Alessandria, partita finita 3-3.
Di Cadeddu il primo gol “scudettato”, di Baloncieri il primo punto segnato a una squadra con il tricolore sulla maglia. I grigi andarono al riposo in vantaggio per 3-1 ma nella ripresa vennero raggiunti dai rosso-bleu.
Genoa – Alessandria 3-3 (1-3)
Reti: 14. Cadeddu (G), 23. Baloncieri (A), 30. Bay I (A), 41. Lauro (A), 49. Cadeddu (G), 87. Moruzzi (G).
Genoa: De Prà, Bellini, De Vecchi, Barbieri, Burlando, Leale, Neri, Boer [25. Moruzzi], Catto, Lamon, Cadeddu.
Alessandria: Cagnina, Costa, Viviano, Lauro, Gandini, Capra II, Gariglio, Ferrari, Baloncieri, Avalle, Bay I.
Arbitro: Pinasco della Sestrese.
Boer uscito per infortunio intorno al 15. sostituito da Moruzzi una decina di minuti più tardi.
Sergio Giovanelli