Gazzi: “Naturale domandarsi cosa si poteva fare di più”

martedì, 17 Maggio 2022

Alessandro Gazzi (foto © Albeto Gandolfo)

“È dura, il giorno dopo il ko col Vicenza non sono uscito di casa io che non ero uno dei protagonisti, figurarsi i giocatori. Ricordiamoci sempre che chi va in campo è una persona che vive di emozioni, spesso i giocatori sono i più delusi perché credono nel loro lavoro”. È quanto ha affermato Alessandro Gazzi, membro dello staff tecnico dell’Alessandria, ritiratosi dal calcio giocato giusto un anno fa.

L’ex giocatore del Torino e dei Grigi (ma non solo) ha presentato a Fresonara il suo libro Un lavoro da mediano. Ansia, sudore e Serie A. Come riportato da La Stampa nell’articolo di Maurizio Iappini, è stata anche l’occasione per analizzare il campionato dell’Alessandria da poco concluso con la retrocessione in C dei Grigi.

“Serve guardare a tre fattori. La storia del club, il dato tecnico e quello economico. Il dato certo è che tutti abbiamo lavorato per la permanenza in categoria dando il massimo anche se è naturale domandarsi cosa si poteva fare di più. La retrocessione è una batosta dura da digerire ma cerco di pensare ai momenti belli, come il Moccagatta pieno, il tifo dagli spalti, le emozioni provate.

Chiarello, Corazza, Parodi e i tanti con cui giocavo l’anno scorso sono cresciuti e anche chi è arrivato in estate ha fatto la sua parte. Per me vivere la B ad Alessandria dove la categoria cadetta mancava da 46 anni è stata un’esperienza particolare paragonabile a un film epico anche se il finale non è stato quello sperato. Abbiamo ricercato la salvezza sempre vivendo perennemente sul filo del rasoio. Sapevamo che la salvezza era l’obbiettivo primario e ci abbiamo creduto anche perché sono convinto che se fossimo arrivati a giocarci il playout le chance sarebbero state importanti. La squadra aveva caratteristiche buone per le sfide a eliminazione diretta”.

 Sul futuro l’ex capitano grigio non si è pronunciato.

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