Fiorentina, Atalanta, Genoa, Alessandria, Torino, Sampdoria e altri club: gli Ultras di un tempo oggi hanno i capelli bianchi, sono coloro che hanno contribuito a fondare il mondo del tifo organizzato. L’appuntamento sabato mattina, lo scorso 13 novembre, al Moccagatta, per un’iniziativa quasi spontanea, come spiega Mario Di Cianni, uno dei capi storici degli Ultras ’74 e ora responsabile dei rapporti società-tifosi per l’Alessandria. “Un amico genoano ha lanciato l’idea che in tanti abbiamo raccolto – spiega nell’articolo di Massimo Iappini su “La Stampa” -: quello fra Ultras grigi e genoani è fra i gemellaggi più vecchi d’Italia. Nacque il 4 maggio 1975. Noi eravamo un bel gruppo, ci vennero incontro i genoani e iniziammo a parlare legandoci sportivamente. Attorno a un aperitivo, grazie a Claudio Bartoli, agli amici del Bar Stadio e a Museo Grigio che ci ha fornito il materiale fotografico e il supporto logistico, rievocheremo quei tempi”.
Da Firenze sono arrivati alcuni supporters che erano al Moccagatta l’8 settembre 1974: “Si presentarono per un match di Coppa Italia con striscione ‘Ultras Viola’, tamburi e coriandoli – racconta Di Cianni -. Per noi fu una folgorazione, riuscimmo a creare subito un nostro gruppo. Molti di loro non sapevano di essere stati i nostri modelli. Non ne avevamo mai parlato, ci sarà l’occasione domani. Noi, il 29 settembre del 1974 debuttammo col nostro striscione a Como. Eravamo una trentina quasi tutti del quartiere San Rocco. A fine anno superavamo i 300 e per lo spareggio con la Reggiana a San Siro esordirono le nostre ‘girl’, con tanto di magliette cucita nottetempo».
Al Al Moccagatta c’erano pure i bergamaschi, presenti a uno storico scontro avvenuto il 25 aprile 1982: nel mondo ultras quella è ricordata come la “giornata dell’abbracciamoci e vogliamoci tanto bene”.
“Negli anni ’70 la curva era voce, tamburi e carta, niente megafoni, arrivati un decennio dopo – conclude Mario Di Cianni -. Servivano voce e fantasia e un bravo ‘lancia cori’ come il nostro Italo Bertassello. Oggi prevale altro, ma i nostri ricordi affascinano le nuove leve. Domani verranno ricordati anche ultras che non ci sono più, «come Roberto Scotto, genoano doc e mio amico. A giugno gli avevo mandato la maglia che indossavo in curva per la promozione dei grigi in B. C’era un’amicizia profonda”.