“Guardiamo più al futuro che al passato”

martedì, 28 Giugno 2022

Il presidente di “Museo Grigio” Emanuele Bellingeri, “Il Conte” (foto © Mario Bocchio) 

Il presidente di Museo Grigio invita tifosi e città a sottolineare la storia della società, i conti a posto, lo stadio, il “Mocca”, rimesso a nuovo e a guardare più al futuro che al passato

In attesa che compaia un «mister X» un po’ salvatore della patria un po’ nuovo principe Azzurro, Alessandria si interroga sull’Alessandria e sul suo futuro. L’estate 2022 non ha fatto altro che riportare dopo un decennio la città a un deja vu che nessuno avrebbe voluto più vivere, con il patron dei grigi che lascia senza nessun acquirente credibile in vista e con la città che se la prende – a torto o ragione non importa – con il presidente uscente.

Un copione che qualcuno non condivide. Come Emanuele Bellingeri, presidente di Museo Grigio, l’associazione culturale che preserva la memoria della squadra.

La visione di Bellingeri guarda al domani: «Invece di prendercela con il presidente uscente dovremmo essere bravi a “fare sistema”, a far capire al potenziale acquirente dell’Alessandria che quel che trova in città è un “sistema” in grado di essere valore aggiunto. Imprenditoria, politica, tifosi o appassionati, dovremmo riuscire a mettere in mostra il bello che questa piazza può offrire. Invece anche in questo frangente si pensa più a criticare il patron di turno che a lavorare per il domani».

Un concetto che tende a identificare il ruolo di ciascun protagonista. Continua Bellingeri: «Il tifoso può dare il suo contributo con l’abbonamento e il sostegno allo stadio ma il tessuto economico deve farsi trovare pronto al pari di quello politico, indipendentemente dal colore di chi amministra la città».

Il presidente dell’Alessandria Calcio Luca Di Masi con Emanuele Bellingeri, “Il Conte” (foto © Mario Bocchio) 

Un ragionamento che in questi giorni passa in secondo piano con i commenti sui social che parlano più del giudizio su Di Masi che su quel che sarà il futuro della squadra perché l’impressione anche per Emanuele Bellingeri è quella di una città che preferisce delegare da anni la gestione economica del club cittadino ad altri salvo riservarsi una «golden share» che si traduce in diritto di critica se le cose non vanno bene: «Alessandria dà un’impressione sbagliata di sé stessa: non siamo una città fredda e criticona ma se un imprenditore interessato all’acquisto dei Grigi basasse le sue volontà su quel che legge sui media o sui social, scapperebbe a gambe levate. Non siamo capaci di valorizzare il buono che c’è attorno al club inteso come passione, sostegno e supporto non solo economico».

Una valutazione assoluta quella di Bellingeri che esula dalle vicende attuali dell’Alessandria e che vale un po’ a ogni cambio della guardia alla presidenza del club. Con una speranza nuova: «La serie B è stata una vetrina importante. Credo che qualcuno ingolosito dalla nostra storia e dai conti a posto ci sia. Sta a noi fargli venire l’appetito di imbarcarsi in un’avventura. Anche chi vende come Di Masi sarebbe incentivato a ridurre le sue eventuali pretese se il progetto nuovo fosse credibile. Ci chiamiamo Museo Grigio e vorremmo che la memoria del club rimanga un riferimento di una società viva e dinamica, capace di invogliare un imprenditore ad acquistarla» conclude Emanuele Bellingeri.

Articolo di Maurizio Iappini su “La Stampa” ed. Alessandria

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