Sono trascorsi quarantasei anni da quello maledetto spareggio di San Siro contro la Reggiana, che cancellò la Serie B per l’Alessandria. Tanti, troppo anni di anonimato, speranze, illusioni e drammatiche delusioni, che hanno finito per generare una sorta di tremendismo grigio. Oggi, a poche ore dalla sfida del Vigorito di Benevento, ci rendiamo veramente conto che la Serie B è ritornata. È stata il capolavoro di Moreno Longo, che ha saputo prendere per mano l’Alessandria nel momento di maggior sconforto, dopo la sconfitta interna contro il Como e l’esonero di Angelo Gregucci, per portarla ad una superlativa e rocambolesca rincorsa, alla quale il rigore di Matteo Rubin al Padova ha posto fine. Una dolcissima fine. Non ci ingannino i sette gol incassati dai Grigi in amichevole contro l’Atalanta, reginetta della Serie A e della Champions, ragioniamo invece sulla gara di Coppa Italia a Marassi contro la Sampdoria. Abbiamo visto un’Alessandria grintosa e capace di mettere in difficoltà i più quotati avversari. Grigi per due volte in vantaggio, che hanno chiuso in dieci per l’espulsione di Benedetti, ma che hanno lottato sino alla fine. Il lutto sportivo della mancanza dei grandi palcoscenici del calcio è stato difficile da elaborare per quasi mezzo secolo. Ha finito per farci precipitare tutti in un appiattimento da provinciali. Poi è arrivato un giovane presidente, entusiasta ed ostinato, Luca Di Masi, che non si è mai fatto piegare dalle tante, troppe delusioni che lo hanno afflitto. E certamente gli hanno fatto male. Ma lo hanno anche fortificato nelle ambizioni. Sul ritorno in B dopo la lunghissima assenza c’è la sua volontà, ci sono i suoi tanti soldi spesi. C’è la sua mentalità aperta di imprenditore. Poi c’è l’impronta, come detto, di Moreno Longo, cuore granata e cervello fino. E di imprese dovrà compierne un’altra, l’ex del Torino. Perché mantenere la categoria, in un’annata in cui pullulano le corazzate, non sarà facile. Sarà come vincere lo scudetto, proprio per appropriarci del pensiero di Di Masi.
Al fianco di Longo c’è anche Alessandro Gazzi, storico capitano che ha appeso le scarpe al chiodo, ma che non ha voluto fare mancare il suo bagaglio di esperienza alla squadra. Ci sono ancora altri pilastri del calibro di Prestia, Di Gennaro, Bruccini, Casarini e Pisseri. Oppure l’attaccante Arrighini, che di gol pesanti ne ha messi a segno nell’ultima C. La rosa è stata rinforzata con, tra gli altri, l’arrivo di Beghetto dietro, Orlando in fascia, Palombi e il bomber Marconi davanti. Ci saranno ancora alcune entrate, si dovrà ancora lavorare per le uscite. Tra poche ore il fischio d’inizio a Benevento. L’obiettivo, al momento, è uno solo: stabilire il record di partecipazioni consecutive alla B. Ovvero salvare la categoria. Che ci dovrà aiutare tutti quanti a cambiare mentalità e dimensione.
Mario Bocchio