L’Alessandria è generalmente annoverata tra le «nobili decadute» del calcio italiano, assieme ad altre «provinciali che non ce l’hanno fatta di fronte alle esigenze del calcio superprofessionistico», come ha scritto il giornalista Rino Tommasi.
In virtù di questa considerazione, ha addirittura ispirato il film del regista Mario Camerini “Gli eroi della domenica” (1952), la cui trama ruota attorno alle vicende di una squadra provinciale intenta a preparare una gara di campionato decisiva per la salvezza.
La trama del film
Una squadra provinciale che annaspa in fondo alla classifica deve affrontare la difficile trasferta contro il Milan. La sera precedente la partita, nell’albergo dove la squadra alloggia, il portiere Stefan conosce la cameriera Marica, un’esule istriana come lui. La nostalgia per la loro terra li avvicina e tra i due nasce l’amore. Nel tentativo di fuggire con la ragazza, Stefan si fa male e non sarà disponibile per la partita. Viene chiamato in fretta e furia la giovanissima riserva Marini. Gino Bardi, il centravanti ed eroe dei tifosi, è indotto dalla propria compagna Mara a giocare male per far perdere la sua squadra, in cambio di una grossa somma di denaro. Egli è alla fine della carriera ed è tentato dal fatto di poter guadagnare una fortuna in quella che potrebbe essere l’ultima occasione, per poi vivere agiatamente con la donna che ama, ma il senso di onestà e sportività prevale e rifiuta l’offerta. Mara però, convinta che il suo uomo per non perderla accetti di farsi corrompere, s’impegna con loschi individui che hanno scommesso forti cifre sul risultato della partita. Al tentativo di corruzione è presente un bambino tifosissimo e mascotte della squadra soprannominato Lenticchia. Il ragazzo però ha assistito solo alla prima parte del contatto tra Bardi e la donna, non sa che il suo idolo ha rifiutato la combine. Ma il giocatore è contattato dal medico, il quale gli riferisce che le sue condizioni di salute sono preoccupanti.
Raf Vallone sul set insieme ai giocatori del Milan Nils Liedholm, Gunnar Gren e Carlo Annovazzi.
L’incontro di calcio ha inizio e il Milan passa in vantaggio, anche perché Bardi, preoccupato del suo stato fisico, si risparmia, ma così facendo convince sia Lenticchia che Mara di aver accettato di farsi corrompere. Benti, un playboy sta insidiando Lucy la moglie del radiocronista e la invita a fare un giro in auto in campagna con l’obiettivo di sedurla, mentre il marito ignaro, è allo stadio per la radiocronaca. Piero e Carlo sono altri due tifosi della squadra che hanno approfittato della trasferta per andare a far visita ad una vecchia zia. I due pensano di sbrigarsela in pochi minuti e di andare poi allo stadio ma l’anziana signora li intrattiene per tutto il pomeriggio. Il Milan intanto è in vantaggio per 3-0 a causa dell’inesperienza del giovane portiere, e del gioco fiacco di Bardi. Al momento di battere un fallo laterale Lenticchia urla a Vagnetti, di non passare la palla a Bardi.
Da “Il Calcio Illustrato”.
Alla fine del primo tempo Bardi, uscendo dal campo è insultato dai suoi tifosi che gli urlano “venduto”. Prima di entrare negli spogliatoi è avvicinato dal medico che ha rivisto le analisi e ha scoperto che è molto più grave di quanto diagnosticato: giocando rischierebbe di morire. Bardi risponde di non voler deludere i suoi tifosi, soprattutto dopo aver sentito i loro insulti e non vuole assolutamente che sulla sua ultima partita aleggi anche solo il minimo sospetto. Nel frattempo Vagnetti interroga Lenticchia e il ragazzo confessa il tentativo di corruzione del giorno prima. Affronta perciò Bardi che però lo rassicura: il tentativo c’è stato, ma lui lo ha respinto e nel secondo tempo lo dimostrerà.
I grigi rientrano in campo trasformati e riescono a pareggiare, e a passare in vantaggio. Al gol del 4 a 3 Bardi stramazza a terra ed è costretto ad uscire in barella. Lucy è ormai sedotta dal play boy e sta per cedergli ma Benti sta ascoltando l’entusiasmante partita alla radio e decide di andare anche lui allo stadio, riaccompagna a casa la donna delusa e stupita, giustificando questo repentino cambiamento nel non voler tradire la fiducia di Cerchio, quindi si precipita a San Siro per assistere almeno al finale della partita. All’ultimo minuto con i grigi in dieci (Bardi è stato costretto ad abbandonare il campo), l’arbitro assegna un rigore al Milan, Marini para il rigore diventando l’eroe della giornata insieme a Bardi. Mara nella sua casa con i complici, spegne la radio delusa: ha perso sia il denaro che il suo uomo. Bardi, ricoverato in ospedale, riceve la visita di una ragazza conosciuta il giorno prima, Mariolina, con la quale si rifarà una vita.
In albergo i giocatori festeggiano e donano il premio partita a Stefan, che ha deciso di tornare nella sua terra e di sposare Marica.
Il nome della squadra non viene mai rivelato nel film, utilizzando lo pseudonimo I grigi; si può comunque dedurre che si tratti dell’Alessandria (la cui divisa è appunto grigia), anche se in quel periodo la squadra piemontese non era in serie A ma in serie C.
Stadio “San Siro”.
Nel film appaiono molti veri giocatori del Milan di quella stagione: Gunnar Gren, Gunnar Nordahl, Nils Liedholm, Lorenzo Buffon, Carlo Annovazzi e l’allenatore Lajos Czeizler. Lo stesso protagonista Raf Vallone era stato calciatore professionista, prima di intraprendere la carriera di attore.
Via Chinotto.
Il film è un primo tentativo di condanna nei confronti della corruzione nel calcio. Tuttavia appare poco credibile che degli scommettitori avessero puntato una forte cifra sul Milan vincente in casa contro una provinciale e che, per assicurarsi la vincita, avessero avuto bisogno di corrompere un giocatore.
Elena Varzi che nel film interpreta Mariolina la ragazza di cui s’innamora Bardi è stata per oltre cinquant’anni anni la moglie di Raf Vallone (Bardi nel film).
Mario Bocchio