
Sergio Notarnicola (primo in alto a sinistra) al fianco di Gianni Rivera nella stagione 1958-59
Grande commozione quando la nipote ha indossato la maglia grigia donata dall’ FC Alessandria, con il numero 1 ed il nome.
Sergio Notarnicola è stato ricordato così nel corso dell’ultimo saluto della sua Alessandria, città che lo ha visto protagonista in campo e nella vita di tutti i giorni.
La sua gente gli si è stretta attorno, come aveva fatto sui social nell’augurargli buon compleanno lo scorso 27 febbraio quando aveva spento 90 candeline.
“Aspettando l’ US Alessandria”, sono stati i rappresentanti della società grigia Forza e Coraggio a testimoniare il legame che unisce presente e passato del calcio fra Tanaro e Bormida, con il dirigente Beppe Straneo, il segretario Pepe De Venezia e lo Slo Gregorio Mazzone.

La maglia Grigia dell’ FC Alessandria realizzata per l’ultimo saluto a Sergio Notarnicola
Portiere dal fisico lungo e smilzo con una caratteristica lingua di capelli bianchi che faceva capolino sul capo. Freddo tra i pali, buona scelta di tempo nelle uscite e mai plateale nelle parate. Queste le caratteristiche fisiche e tecniche di un giocatore cresciuto nel vivaio della Lazio, militò tra il 1953 ed il 1956 in alcune società dilettantistiche romane (Boreale, Radiosa, Giannisport), per poi emigrare negli Stati Uniti d’America con la famiglia.
A New York fu tesserato dal Brooklyn Italians, con cui disputò una stagione; nel corso di quest’esperienza fu convocato nella Nazionale USA, giocando alcune gare da titolare. Tornato in Italia, fu tesserato tra le riserve del Torino per la stagione 1957-1958; posto in lista di trasferimento, nell’ottobre 1958 fu ingaggiato dall’Alessandria, che viveva una situazione di emergenza per gli infortuni a Stefani e Cuman. Debuttò in Serie A il 19 ottobre 1958, parando un rigore a Liedholm in Milan-Alessandria 5-1. Questa la sua versione dell’episodio: “Dopo appena sedici secondi si scatenarono i milanisti e dopo venti minuti perdevamo già 4-0. Iniziò la ripresa e ad un certo punto l’arbitro concesse un rigore al Milan e, come consuetudine, fu Nils Liedholm ad apprestarsi alla trasformazione. Era sicuro di sé, io lo fintai andando a sinistra e lui di sinistro calciò sicuro di trafiggermi, ma con un balzo fermai il tiro. Ci rimase male, mentre io mi caricai ed iniziai una sfida personale con gli attaccanti rossoneri. Il secondo tempo vide solo un gol per parte ed anche se il risultato finale 5-1 ci condannava, si parlò molto di quel rigore e delle mie parate”.
Notarnicola rimase tra i Grigi anche dopo la retrocessione del 1960, per un totale di quattro stagioni, nel corso delle quali giocò complessivamente 44 gare di campionato.
Successivamente vestì le maglie di Foggia (per quattro stagioni) e Piacenza, coinvolto nell’affare che portò in Puglia Gian Nicola Pinotti; con i biancorossi ritrovò il posto da titolare, disputando 24 partite sotto la guida di Sandro Puppo; a fine stagione si svincolò, chiudendo la propria carriera agonistica. Ormai alessandrino di adozione iniziò una seconda vita da commerciante.
Sergio Giovanelli
