Uno scudetto con il Toro e due promozioni in A con i Grigi
Un vero e proprio demiurgo, un grande allenatore.. Stiamo parlando di Mario Sperone, nativo di Priocca. Come giocatore, da mediano, Sperone vestì per tutta la sua carriera la maglia granata del Torino (foto sotto), squadra con la quale collezionò 138 presenze (di cui una in Coppa Italia) in nove stagioni consecutive. Esordì in prima squadra il 10 febbraio 1924 in Torino-Novese 5-0; disputò oltre 70 partite nei campionati di Divisione Nazionale fra il 1926 e il 1929, vincendo il titolo nel 1926-‘27 (poi revocato) e nel 1927-‘28. Dal 1929 al 1932 giocò 47 partite in tre campionati di serie A. L’ultimo incontro disputato fu Milan-Torino del 29 maggio 1932 (6-1). Il 17 aprile 1927 esordì in Nazionale nella gara amichevole di Torino vinta per 3-1 contro il Portogallo.
Una curiosa immagine di Sperone allenatore, con spolverino e scarpe bullonate.
Tra i granata intraprese anche la carriera di allenatore, come secondo nel 1938 di Egri Erbstein, nel 1940 di Tony Cargnelli e nel 1941 di Andràs Kuttik. Nel dopoguerra allenò l’Alessandria, vincendo il campionato di serie B-C 1945-’46, sostituendo il grande Renato Cattaneo. Nel 1947-‘48 vinse lo scudetto alla guida del Grande Torino, con 16 punti di vantaggio sulle seconde classificate e 125 goals realizzati in 40 partite disputate.
L’Alessandria nel campionato misto B-C 1945-’46. In piedi da sinistra: il presidente Benzi, Frugali, Cassano, Vitto, Bassi, Rosso II, l’allenatore Sperone. Accosciati: Arezzi, Rampini, Pietrasanta, Miglio, Pietruzzi e Stradella.
Sperone insieme all’Alessandria 1956-’57 prima di dimettersi dall’incarico.
Allenatore e tecnico di constatate capacità, ha allenato anche Lazio, Milan e Palermo, ottenne una nuova promozione in A con l’Alessandria (nel 1956-‘57, insieme a Robotti, anche se nel febbraio del ’57 si dimise e venne rimpiazzato dal giocatore Pedroni) per poi collaborare nel settore degli osservatori del Torino.
Il presidente Silvio Sacco portato in trionfo. La promozione in A dei Grigi dopo lo spareggio di San Siro del 1957, onestamente fu anche merito di Sperone.
Il suo motto era “palla lunga e pedalare”. Nel corso della sua esperienza nei Grigi, dove giunse sostituendo Scamuzzi, è ricordato anche per aver avuto un insanabile contrasto con lo storico capitano Luigi Bussetti.
Complice anche un serio infortunio rimediato contro il Marzotto, lo stesso Bussetti alla fine decise di porre fine alla sua carriera.
Mario Bocchio