Franco Pedroni e Clemente Romanò, protagonisti della prima serie A del Como ad inizio anni cinquanta, furono determinanti, nella crescita e nella formazione di un giovanissimo Gianni Rivera. Nel 1948 il Como di Mario Varglien, cercava un centromediano da affiancare a Bosco e Travia, per costruire un invalicabile difesa, per conquistare la serie A.
I dirigenti comasch,i l’anno prima notarono in un incontro in serie B contro la Gallaratese, finito 1 a 1, la forza e le capacità tecniche del giovane Franco Pedroni, che giocava in più ruoli in difesa e lo portarono a Como per la stagione successiva. Pedroni giocatore inossidabile, conquistò la serie A con il Como e giocò quasi tutte le partite dal 1948 al 1952, totalizzando 144 presenze in quattro stagioni. Il 5 Novembre del 1950, Pedroni marcò Nordhal, in un Como Milan finito 2 a 2, e l’azzurro fece un partitone e riuscì a non far segnare lo svedese, e dal quel giorno entrò nei desideri di mercato dei rossoneri. Alla fine del campionato 1951-’52, il Como fu praticamente costretto a cedere all’insistente corteggiamento del Milan, che voleva a tutti i costi il giocatore.
Pedroni passò al Milan e il Como senza il suo baluardo, tornò in serie B. “Pedro” giocò quattro buone stagioni a Milano per poi venir ceduto nel 1956, all’ Alessandria dove divenne una bandiera dei Grigi. Pedroni ad Alessandria divenne subito un leader, tanto da diventare giocatore ed allenatore e riuscì a portare anche l’Alessandria in serie A, dopo un drammatico spareggio promozione contro il Brescia. Una delle prime mosse di Predroni ad Alessandria, fu quella di portare in Piemonte, il fido Clemente Romanò, preparatore atletico del Como, dal 1947 a 1957. Romanò professore di educazione fisica di diversi istituti scolastici comaschi, era responsabile tecnico della sezione Atletica della Ginnastica Comense 1872 ed applicava tecniche sulla preparazione fisica, rivoluzionarie per quel periodo, tanto da collaborare sia con la Nazionale di atletica che di calcio. Il Como con Romanò, volò in serie A e fu confermato dagli allenatori del periodo, Varglien e Lamanna, ma quando chiamò il suo amico Pedroni, non resistette e lasciò il Como e la Comense. Ad Alessandria Romanò si occupò non solo della prima squadra, ma anche del settore giovanile, dove era appena arrivato un giovanissimo Gianni Rivera. Romanò e Pedroni decisero di testare Rivera in un amichevole insieme alla prima squadra, contro l’AIK, una squadra svedese, nel maggio 1958 quando Rivera aveva quattordici anni. Il Golden Boy ricompensò Pedroni segnando anche un gol. Pedroni la stagione seguente portò Rivera in ritiro con la prima squadra e lo fece esordire al suo fianco in serie A, il 2 Giugno del 1959 in un’Alessandria Inter finito 1 a 1. Nella stagione seguente, Rivera giocò 25 partite con Pedroni in campo e a fine campionato si fecero avanti a suon di milioni, quasi tutte le società di serie A per acquistare Rivera. L’Alessandria trovò un pre accordo con la Juventus, ma il suo pigmalione Pedroni, si mise di traverso e portò Rivera al Milan per farlo giocare al fianco di Schiaffino. Pedroni poi giocò un ultima stagione alla Pro Vercelli, prima di intraprendere la carriera di allenatore e dirigente sportivo. L’ Alessandria ricambiò il favore anni dopo, dando al Como, Pippo Marchioro, ma questa è un’altra storia.
Enrico Levrini per www.calciocomo1907.it
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