Quando si dice “andare a Castellazzo” per i tifosi dei Grigi, è una pugnalata allo stomaco (non ce ne vogliano gli amici castellazzesi, tanti di loro sempre presenti in Curva Nord e non solo) ma tutti noi sappiamo a cosa ci riferiamo. Non vado oltre.
A Castellazzo i Grigi sono tornati dopo vent’anni per affrontare le casacche biancoverdi.
E contro la squadra di paron Curino è andato in scena il primo derby della settimana, quasi un antipasto del “derby dei derby” contro il Casale.
Così, mentre la tifoseria già pregustava la lunga settimana del derby (non contano le categorie, il derby è derby contro i nerostellati) i ragazzi di mister Alberto Merlo hanno dovuto lottare con il Castellazzo, in un campo insidioso per le dimensioni ridotte ed in particolar modo contro una squadra che ha dato tutto sapendo che contro aveva i Grigi.
Castellazzo che però non aveva fatto i conti con tal Maurizio “Icio” Ammirata, quasi un “amuleto” portafortuna che quando ha dovuto sostituire Merlo per squalifica non ha mai perso e poi con SuperMario Erbini autore della doppietta vincente (30’ pt, 26’ st). In mezzo il momentaneo pareggio castellazzese firmato da Schiavone (12’ pt).
Una partita maschia, ruvida, con i nervi al limite della tensione: da campionato di Promozione anche se i valori in campo sono sicuramente diversi ed il grande pubblico Grigio ha invaso Castellazzo.
Ma serviva calarsi nella categoria per “sfangare” Castellazzo e così è stato.
Sicuramente tante recriminazioni tra i padroni di casa nel dopo gara poi, “a bocce ferme”, con l’ausilio dei mezzi tecnologici scopriamo che all’ultimo secondo il rigore per il Castellazzo pare non esserci (anche l’arbitro ha visto i due giocatori biancoverdi ostacolarsi a vicenda e tirare a terra l’avversario in Grigio) mentre sulla traversa colpita da Pellegrini la palla sembra avere varcato la linea di porta.
E come diceva Vujadin Boškov riferendosi all’arbitro … (non vado oltre).
Con l’augurio di tornare a Castellazzo per i centauri o a trovare qualche amico, buona settimana a tutti e prepariamoci al derby.
Mauro Bavastri
