Quelle volte che ho visto i Grigi contro il Milan (seconda parte)

venerdì, 19 Febbraio 2016

BAGGIOIl “Divin Codino” al “Moccagatta”.

 

La seconda volta che vidi i Grigi giocare con il Milan è stato nel luglio del 1995, esattamente il giorno 28.

alessandria1L’ingresso delle due squadre in campo.

 

La città di Alessandrina è pervasa da una vera e propria frenesia, con il traffico che va letteralmente in crisi.

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amic21_1996Alessandria-Milan prima del fischio d’inizio. (Foto da magliarossonera.it).

 

Tutti a al «Moccagatta» a vedere le stelle. La «prima» stagionale del Milan calamita attenzione, è già una ghiottoneria per i guardoni dell’effimero calcio d’estate. Affamato di spettacolo, compare anche Silvio Berlusconi: s’accomoda in tribuna, accanto a Liedholm, Albertini e Savicevic. Il montenegrino ha marcato visita (problemi muscolari), così il Cav non può gustarsi il piatto più saporito: niente «gemelli del genio», Baggio è orfano, Simone fa la controfigura di Savicevic senza possederne l’anima creativa. Però ha il fiuto del gol. Per l’occasione risorge dalle tenebre il vecchio stadio «Moccagatta», dopo il martirio dell’alluvione novembrina: l’incasso (quasi mezzo miliardo, una tribuna a 180 mila) sarà interamente devoluto all’Alessandria e servirà per completare la ricostruzione.

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amic25_1996Alcune fasi della partita. (Foto da magliarossonera.it).

 

Così volle Berlusconi. Eccolo, Baggio, con quello strano n. 18, con la sua voglia di riscatto dopo tre mesi di troppe chiacchiere. Ecco Weah, l’altra stella che il pianeta rossonero smania di scopre!. Nasce sotto il loro segno il Milan della nuova frontiera. Ielpo gioca il primo tempo al posto dell’acciaccato Rossi, Baresi l’intramontabile guida il pacchetto arretrato completato da Panucci, Maldini e Costacurta; in mezzo Boban sostituisce Albertini (pure lui ko), Eranio e Desailly fanno le prove generali per una stagione che li vedrà spesso sulla graticola, a supporto di un attacco brillante quanto a rischio nei ritorni. Via. Tutti gli occhi sul Codino che si becca qualche fischio dai tifosi grigi. Tocca la prima palla do po 4′, quindi imbecca bene in profondità prima Weah e poi Boban.

Alcuni volti grigi di quella sfida

Avallone Memmo Mariotto             Partendo da sinistra: Avallone, Memmo e Mariotto.

 

Parte trotterellando, zona centrodestra, immaginando la posizione che dovrà occupare quando arriverà Savicevic. In prima linea Weah è possente ma ancora macchinoso, Simone combatte, lavora, segna. Boban e Desailly sono già in forma. Non è proprio entusiasmante, davanti, il «new Milan»: tira poco, eccedendo in narcicismi. E l’Alessandria (che Motta vuol portare in B) regge bene l’impatto, impegna anche Ielpo. Ma basta un cambio di marcia e arrivano i gol. Segna Simone, al 22′, raccogliendo di testa una pennellata di Boban. E ancora Simone raddoppia al 36′: ma questa volta il merito è davvero tutto di Baggio, che dopo due lanci lunghi inventa un numero di qualità.

La Stampa 29 luglio 1995“La Stampa” del 29 luglio 1995.

 

Il «genio» esce dalla lampada, salta tre avversari in velocità e mette il compagno solo davanti alla porta. Il pubblico applaude, Berlusconi gongola. Sorriso Durban’s e umore ottimo, replica con simpatica ironia alle battute dell’Avvocato (che rimbalzano da Torino) sul Baggio rossonero: «Non farà brutta figura, tranquillo. Alla Juve ha imparato tutto? Beh, Agnelli non può certo sbagliare certe battute su Robi, gli riescono sempre bene. Noi non abbiamo bisogno di scoprirlo, Baggio: è bastato quell’assist a Simone per incantarci. Del resto abbiamo costruito una squadra da spettacolo. Splendido pure Weah, tecnicamente è un fenomeno e quando va in profondità diventa un pericolo vero. Abbiamo scelto bene».

amic7_1996L’esultanza di Di Canio dopo il terzo gol. (Foto da magliarossonera.it).

 

Elogi assortiti: «Simone ha ribadito tutto il suo talento del gol; mi dicono che quando lui fa la prima rete stagionale il Milan vince lo scudetto, non lo sapevo ma devo trarne auspici confortanti. Baresi, poi, non finisce mai di stupire. Io sono molto soddisfatto, mi spiace solo di non aver visto anche Savicevic. Non potevo mancare all’esordio del Milan. E avevo promesso all’Alessandria di aiutarla con un piccolo gesto, che però ritengo carico di significati, come dimostra la nostra presenza qui».

Tutti pazzi nel mondo per vedere all’opera il nuovo Milan ad Alessandria. Ecco addirittura la telecronaca in spagnolo.

 

Nella ripresa Capello cambia tutta la squadra, l’unico superstite è Desailly che si sorbisce altri venti minuti. Davanti, nel Milan Due, compaiono Lentini, Futre e Di Canio, tre personaggi in cerca di vetrina. Il primo prende la traversa, il portoghese regala serpentine a gogò. Di Canio ha miglior sorte e realizza un gran gol, il terzo rossonero, dopo 17′ con un pallonetto velenoso. Poi colpisce un palo. A dodici minuti dalla fine Sordo spedisce alle stelle un rigore che il portoghese aveva conquistato presentandosi solo in area e costringendo al fallo l’attento Graziani. Ma il vero Milan, almeno un po’, si è visto solo nel primo tempo.

Ancora una fotogallery

 

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Il tabellino

ALESSANDRIA – MILAN 0-3

Reti: 21′ e 36′ Simone, 62′ Di Canio.

ALESSANDRIA: Toccafondi (66′ Graziani), Ferrarese (46′ Bonadei), Gutili, Argentesi, Carletti, Avallone, Sacchetti (46′ Memmo), Mariotto (46′ Viviani), Giraldi (60′ Damiani), Fontana (62′ Cappelli), Fresta (82′ Salierno). All.: Motta.

MILAN: Ielpo (46′ S. Rossi), Panucci (46′ Tassotti), P. Maldini (46′ Coco), Eranio (46′ Sordo), Costacurta (46′ F. Galli), Baresi II (46′ Nava), Boban (46′ Donadoni), Desailly (69′ Lorenzini), Weah (46′ Di Canio), Baggio I (46′ Futre), Simone (46′ Lentini). All.: Capello.

Arbitro: Lana

Mario Bocchio

– fine –

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