Il presidente Luca Di Masi ritorna a parlare. Lo fa in videoconferenza con i giornalisti, per fare chiarezza sul presente e futuro dei Grigi.
L’errore
“Mi pento di aver detto che la parte sportiva era in secondo piano, non lo è mai stata, viaggiava in parallelo con quella societaria. Ho sbagliato nella comunicazione, ho fatto un errore, utilizzando termini non corretti ma stavo metabolizzando una serie di cose personali molto pesanti. Sono stato molto duro su tanti aspetti. Me ne sono accorto riascoltandomi. La reazione della piazza alle mie parole è stata molto dura e l’ho subita molto. Con molte di queste persone in questi anni in cui abbiamo reso grandi i Grigi abbiamo avuto un grande e appassionato rapporto, fa male essere colpiti da persone con le quali si aveva un rapporto franco e molto diretto. Ma una conferenza stampa sbagliata non può cancellare 10 anni indimenticabili. Continuo a credere che i grigi potranno essere quello che sono sempre stati, anche con calcio diverso. Possiamo continuare a essere un esempio per il calcio nazionale. Per questo mi sono rimboccato le maniche per avviare un progetto sportivo sostenibile. L’obiettivo sarà la salvezza diretta”.
La sostenibilità
“Nel calcio il sistema è un po’ malato: se spendi tanto puoi vincere, altrimenti sopravvivi. La strada di un progetto sostenibile e credibile, paragonabile al 75-80% delle altre società di Lega Pro è una scelta coraggiosa che può portarci lontano. Avremo un budget diverso da quello degli altri anni, entro il milione degli emolumenti, che in tutti questi anni l’Alessandria non ha mai avuto, nemmeno durante l’anno con mister D’Agostino in panchina. Tutti i giocatori dello scorso anno partiranno, anche gli ultimi due rimasti. A giugno ho iscritto la squadra alla cieca, rischiando di mio veramente tanto, ma sono una persona responsabile verso la società e la città. Alcuni toni duri e violenti della mia conferenza stampa di giugno erano in un certo senso dettati dalla volontà di cedere i giocatori dell’anno scorso. Non certo quelli sul progetto sportivo, però. So che ho usato un modo un po’ tranchant, che ha rotto qualcosa ma che spero di poter riattaccare. Le operazioni in uscita sono state molto faticose, ma questo passaggio andava fatto. Capisco benissimo che la piazza abbia reagito in modo duro, anche se ci sono stato molto male. Ci sta che molti non riescano a metabolizzare subito e comprendermi, capisco che ci siano tifosi che mi dicono di andarmene. Il progetto sostenibile? Si tratta di un passaggio duro e difficile, ma sono convinto che sia quello corretto. Ora vogliamo far crescere ragazzi del settore giovanile, acquisendo poi giocatori giovani di proprietà. Insomma, pensando al futuro. L’entusiasmo dei ragazzi che ho incontrato in queste settimane, Massimo Cerri, mister Rebuffi e il responsabile del settore giovanile Corrado Buonagrazia mi hanno ridato energia, sono persone affidabili, l’ideale per ripartire. L’essere stati inseriti nel girone B comporterà trasferte più costose e impegnative, ad esempio in Sardegna. Ci saranno momenti di difficoltà ma daremo battaglia su tutti i campi”.