Sembravano giorni scuri. Che se un gatto nero fosse passato dal Moccagatta si sarebbe toccato e se ne sarebbe andato via.
Noi chiedemmo direttamente al presidente Luca Di Masi di dire che cosa avrebbe voluto fare. Richiamammo espressamente il concetto profondo e serio della dignità.
Qualcosa si è mosso, un minimo di fisionomia alla squadra è stato dato. Il problema è che da queste parti i supereroi non si vedono da un pezzo. Di Masi in tutti questi anni si è mangiato un patrimonio per strapagare calciatori che hanno disatteso le aspettative e – fatto ancora più criticabile – per andarsene hanno addirittura preteso l’incentivo all’esodo.
Il mercato, affidato a gente non all’altezza, in questi anni è stato un problema: non solo l’Alessandria è stata distrutta dal punto di vista tecnico, ma Di Masi si è ritrovato sfilacciato e stordito mentalmente. Dal nostro punto di vista ha fatto bene a fare piazza pulita, volendo adottare la cosiddetta sostenibilità. Siamo in Serie C e non servono campagne acquisti con le figurine, quelle per aggiudicarsi a suon di ingaggi nomi di spicco al termine della carriera. Bisogna avere il coraggio di puntare sui giovani con spese oculate, altrimenti sarà veramente la fine di un calcio serio e morale.
Certo. Peccato che l´altra faccia della medaglia ci dice che l’Alessandria si deve salvare.
Quanto saranno motivati i nostri nuovi giocatori? E affamati? Mah. La risposta sta nella testa dei nuovi giocatori in Maglia Grigia che da qualche parte avranno un po´ d´orgoglio, si spera. E non può certo essere solo un contratto a smuovere i cuori. Sarebbe troppo triste.
Adesso, per esempio, l´acqua calda è diventata notizia: certo, detta così questa cosa suona un po´ cattiva, cinica e irrispettosa. Nessuno dubita che questi ragazzi abbiano delle qualità e possano fare bene. Ma il fatto è che adesso non “possono” fare bene, ma “devono” fare bene. In fondo salvare l’Alessandria è il minimo che possono fare per ritrovare proprio la dignità. Quindi non resta che lottare contro il passato e contro il presente. Alternative? Zero, of course.
Mario Bocchio