Peccato. Anzi peccati. Sono i due commessi da Abou Ba nel corso della partita del Menti. Il primo, la reiterata ed inutile protesta nel corso del primo tempo costata il giallo, è quasi mortale. Giocarsi il primo giallo così significa condizionare il rendimento dell’intera partita. Il secondo, veniale ma decisivo, è il fallo irruente commesso a inizio ripresa anche questo evitabile ma più comprensibile. Ovviamente la responsabilità della sconfitta non finisce tutta sulle spalle del centrale alessandrino; come sembra essa ha molti padri. A partire dalla splendida invenzione di Diaw da cui è scaturito il gol decisivo (da sportivi non possiamo che alzarci in piedi ad applaudirlo, ma da tifosi ci chiediamo: perché proprio contro di noi?), poi dalla prova sottotono di alcuni elementi che non sono riusciti a ripetere la prestazione maiuscola della scorsa settimana; infine – nostra riflessione – non è che l’obbligo della vittoria, come già accaduto altre volte in stagione, abbia psicologicamente limitato i Grigi a differenza di altre partite giocate a testa libera?
Detto questo rileviamo che siamo qui a fare le pulci di una partita persa che tranquillamente poteva essere pareggiata: anzi tutto indicava che l’esito finale sarebbe stato una equa divisione della posta se non fosse arrivata la testa di Diaw.
I contemporanei pareggi di Crotone e Cosenza negli altri recuperi di hanno lievemente peggiorato la classifica dei Grigi che ora dovranno affrontare il “Tappone Dolomitico” del campionato: Pisa, Brescia e Lecce sono come Sella, Pordoi e Stelvio per un velocista. Ma dal cilindro di Longo potrebbe uscire una nuova impresa degna del miglior Pantani.
Sergio Giovanelli