Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1975/1976
Serie C
05-10-1975 - Giornata: 4 - Udine - Moretti


Udinese AC - Alessandria Calcio US 1 - 0 (1 - 0)
RETI: 36. Gaiardi [Ud]

Alessandria Calcio US Pozzani Flavio, Di Brino Marcello, Maldera (II) Attilio Benedetto, Corigliano Franco, Colombo Antonio, Borghi Ambrogio, Marcolini Antonio [51. Galassi Stefano], Pillon Giuseppe, Baisi Sergio Pietro, Dolso Arrigo, Pulitelli Giancarlo A disp.:Di Benedetto Glauco, (P) Zanier Adriano All.: Viviani Franco

Formazione avversaria
UDINESE AC: Marcatti, Sgrazzutti, Ferrari, Battoia, Fabbro, Bellotti, Gustinetti [51. Flaborea], D'Alessi, Perego, Gaiardi, Garganico. A disp.: Tamburini, Galasso. All.: Rosa Humberto

Arbitro: Falasca Antonio (Chieti)
Note
Ammoniti: Marcolini [A]; Galassi [A]; Perego [A]; Pulitelli [A]; Battoia [U] Spettatori: paganti 4500 per un incasso di 9.500.000 Inizio gara ore 15.00

Commento
POZZANI.. FA I MIRACOLI I GRIGI BAISI E PULITELLI NO L’Alessandria domina territorialmente, ma l’Udinese la spunta di misura © i soliti problemi del centrocampo complicano ii lavoro di Viviani © Il ’’mister” concede fiducia ai ragazzi, certo di spuntarla alla distanza © A novembre arriverà il regista? © Un altro tradizionale avversario: il Lecco, prima dei "clou" col Monza Il « Moretti » è decisamente tabù per le maglie grigie: è accaduto tante volte in passato, si è ripetuto la scorsa domenica. Ha vinto nuovamente la tradizione ed i grigi sono precipitati nuovamente nella polvere. Una battuta d’arresto che complica maledettamente i piani dell'allenatore Viviani. Il Monza vessillifero della classifica procede con il vento in poppa, sfrutta il momento favorevole per distanziare le squadre pericolose; cerca insomma di costringere le antagoniste ad un duro inseguimento. I lombardi mantengono le promesse della vigilia, con piglio autoritario, senza concedere nulla. II cammino dell'Alessandria è in salita, le previsioni della vigilia trovano conferma con il trascorrere delle giornate. Franco Viviani accorso al capezzale della grande ammalata si fa letteralmente in quattro per ricostruire la squadra, per rilanciarla verso le zone alte della classifica. Compito ingrato, da spezzare i nervi ad un astronauta. La partita di Udine ha ribadito le riserve della vigilia, la riconferma si ha leggendo le cronache dei novanta minuti. Superato seppure con un certo affanno l’ostacolo del Sant’Angelo Lodigiano nel ricupero di mercoledì, si attendevano dal Friuli buone notizie. E’ giunta la doccia fredda della prima sconfitta, di misura, senza attenuanti viste le prodezze di Pozzani che ha parato l’impossibile per consentire ai compagni dell’attacco di ricuperare lo svantaggio. Il centrocampo per l’ennesima volta è sotto accusa: tiene la difesa, ma l’attacco, completamente isolato ha ben poche possibilità di cogliere il frutto. La compattezza, lo stile di una squadra 10 si valuta dal filtro costituito dai centrocampisti ai quali spetta 11 compito di bloccare le incursioni avversarie e di rilanciare gli avanti. La presenza del regista è indispensabile per orchestrare il lavoro, per suddividere la fatica, per tenere saldo il collettivo. L’Alessandria, sfortunatamente, ha iniziato il campionato con la grave lacuna, ripetutamente segnalata ma che secondo Giacomo Losi era una utopia dei giornalisti. Il trainer cremonese consigliando la campagna acquisti ha puntato su uomini adatti più al gioco dell’arrembaggio che del dialogo indispensabile per formare veramente una grande squadra capace di reggere lo sforzo di un torneo massacrante, a volte asfissiante. II mercato di luglio condotto all’insegna dell’abbondanza ha tratto in inganno: si era parlato di uomini capaci di polarizzare l’attenzione della platea poi, si sono scoperti i limiti, gli errori di impostazione. Nella trasferta di Udine la squadra ha battagliato, disordinatamente, tentando l ’arrembaggio alla difesa bianconera senza trovare lo spiraglio per risalire la china come invece era accaduto a Treviso. L’Alessandria ha evidenziato alcuni solisti come Pozzani, Borghi c Corigliano, il più intraprendente tra i ventidue in campo. L’ex salernitano punzecchiato dalle critiche si è rimboccato le maniche, è ripartito alla riscossa guadagnando preziosi punti nella scala dei valori. Il calcio resta gioco collettivo per cui la fatica, l’abilità di pochi raramente riesce a controbilanciare le sfasature, la mancanza di coordinazione negli schemi essi difensivi o d’offesa. Riportiamo brevemente alcuni dei giudizi espressi dalla stampa. Incominciamo con la « Gazzetta del Popolo ». « Concludendo 1 grigio-azzurri non hanno giocato una brutta partita, ma sono stati costretti ad inchinarsi alla maggiore determinazione dei padroni di casa. Hanno dimostrato, comunque, di potere aspirare alla promozione perché costituiscono una squadra compatta, equilibrata in tutti i reparti, ricca di individualità e con schemi tattici buoni ». Proprio perché il calcio è sport da interpretarsi con aperture diverse annotiamo il giudizio più ponderato e meno euforico della « Stampa sera ». « La vaio rosa squadra ospite si è presentata come ci si attendeva: quadrata in ogni reparto ben disposta tatticamente. II suo gioco compassato ha forse favorito nell’occasione l’entusiasmo e la determinazione dei friulani. La difesa era ben orchestrala dal prodigioso portiere Pozzani al libero Borghi. Maggiore difficoltà è stata riscontrata a centro campo, che ha risentito delle marcature quasi ossessive dei bianconeri. Tale situazione ha finito con Pisolare le punte che per loro natura non si sono dimostrati dei mostri di mobilità... E’ stata una partita corretta, brillante ». Veniamo al « Tuttosport ». « La manovra di centrocampo alessandrina è risultata lenta, troppo lenta per produrre i suoi effetti per non parlare poi delle punte, Pulitelli e Marcolini ed il sostituto di quest’ultimo Calassi e soprattutto l’evanescente centravanti Baisi assolutamente nullo contro il quale il roccioso Fabbro ha fatto la parte del leone. E’ chiaro che in queste condizioni per l’Alessandria era difficile passare a meno di una disattenzione della difesa friulana che in effetti è stata perfetta per tutto rincontro ». Concludiamo con la sintesi del corrispondente della « Gazzetta dello Sport ». « ... Forse agli alessandrini è mancato il risolutore, l’uomo che si incaricasse di concludere il gran lavoro creato dalle retrovie e portato avanti dalle due mezze ali; però bisogna anche riconoscere che quasi sempre i difensori bianconeri hanno anticipato le intenzioni e interdetto con decisione i suggerimenti che a Baisi e Pulitelli venivano fatti da Pillon e Dolso ». Il giudizio emergente dalla lettura delle cronache del lunedì lascia perplessi, ma ribadisce un dato fondamentale: l’Alessandria pur impegnandosi al meglio della condizione, pur stringendo i denti non riesce a tradurre in gol il lavoro svolto dalla squadra. Al termine della partita Viviani ha sottolineato il progresso compiuto rispetto alle prime tre gare di campionato. « Il pareggio era nelle nostre possibilità, purtroppo sono stati mancati gol quasi fatti. L’Alessandria ha riconfermato di possedere la stoffa per divenire grande, per battersi senza complessi di inferiorità con le favorite. La migliore condizione — prosegue il mister — la si raggiungerà tra un mese. Lavorando con determinazione, giocando come al Moretti i risultati non tarderanno a giungere. La situazione va evolvendosi nel modo migliore, occorre tuttavia pazientare, non arrendersi. II campionato è lungo e le forze vanno centellinate per evitare il pericolo di restare in panne. I ragazzi hanno affrontato i bianconeri con notevole grinta cercando sino all’ultimo di risalire la china del gol subito. Poteva andare meglio: accettiamo il risultato guardando al domani perchè nulla è compromesso ». Viviani continua a credere nella ’’sua squadra”, nel predicare la necessità di stringersi attorno alla società per evitare fratture, complicazioni dannose. Se una vittoria non fa... primavera, neppure una sconfitta deve gettare nella disperazione, annullare quanto di buono sì è fatto e si farà per uscire dal periodo di stallo. Un ragionamento valido dell’uomo che continua a credere negli uo. mini, che li vede crescere con il trascorrere dei giorni. Gli sportivi tuttavia restano piuttosto perplessi davanti all'altalena dei risultati; accettano supinamente senza trovare la forza di reagire, di continuare a vedere nell'undici il complesso capace di riconquistare nuovamente la promozione. Le ultime vicende lasciano perplessi, increduli. La campagna acquisti condotta con larghezze di mezzi — « abbiamo speso oltre 700 milioni di lire — dice il presidente Paolo Sacco — scegliendo i giocatori indicati da Losi al quale avevo concesso ampia libertà per approntare una compagine capace di affrontare il campionato con ambizioni di promozione » all'insegna di un probabile ripescaggio in serie B si è dimostrata sin dalle prime partite di Coppa Italia un vero disastro. Un parco giocatori ampio per fronteggiare le necessità di una stagione che si trascina dalle prime brume autunnali al caldo, a volte soffocante, dell’estate attraverso inverno e primavera è da elogiare; si tratta però di giudicare la validità degli elementi a disposizione. Ba. stava riconfermare l’intero pacchetto difensivo (Pozzani, Maldera, Di Brino, Unere), i centrocampisti Reja, Dolso, Vanara, Volpato, il libero Colombo puntando sul rafforzamento degli altri settori per varare una compagine veramente dotata, capace di resistere al periodo di rodaggio in attesa di spiccare il volo come accaduto durante la gestione dell’allenatore Ballacci. Losi ha preferito rinnovare completamente il complesso disordinatamente acquistando doppioni (il trasferimento in grigio dello spezzino Biloni resta un mistero come la comproprietà di Curcio giocatore dalle caratteristiche complesse) oppure mutando in continuazione l’intelaiatura della compagine alla ricerca di un assetto di gioco che tardava a venire, mancando, come sottolineato ripetutamente, l’uomo regista, il capitano nel vero senso della paro, la. I settecento milioni impegnati nella campagna balorda pesano maledettamente sulla società guardata con sospetto dagli sportivi molti dei quali alla domeninica preferiscono raggiungere Milano, Torino o Genova per assistere ad incontri calcistici elettrizzanti o di tono elevato. L’apporto del pubblico resta condizionato alle prestazioni della squadra: gli ultimi campionati lo hanno dimostrato e ribadito. Quali le prospettive future dell’Alessandria U.S.? La domanda è insidiosa, la risposta avvolta da un alone di incertezze. Le possibilità di resurrezione sono legate a doppio filo con il mercato novembrino ormai prossimo: acquistando un regista i grigi possono inserirsi veramente nella lotta per il primato; rinunciando alla possibilità offerta dal mercato si corre il grosso rischio di disputare un campionato di centro classifica. Quale strada sceglieranno i dirigenti? Franco Viviani ha avuto negli ultimi giorni ripetuti contatti con Paolo Sacco per definire una strategia comune, ma sull'argemento si mantiene il massimo riserbo per evitare il complicare il quadro globale della situazione. Il mister pare intenzionato a cercare altrove l’interno che gli necessita: un uomo d’esperienza capace di raggiare a centrocampo, di smistare il pallone al momento giusto, di trovare l’attimo dell’ultimo passaggio che è quello vincente. L’operazione pare possibile nella misura in cui si intende sfoltire i ranghi dagli elementi giovani, attualmente sacrificali all’anticamera in attesa della maturazione. Le prossime settimane saranno decisive per sciogliere il rebus, per consentire una esatta valutazione sugli intendimenti degli attuali responsabili della conduzione della società mandrogna. Nel frattempo è imperativo l’obbligo di stringere i denti, di resistere per restare nell’occhio del ciclone, vale a dire nella sfera della promozione. La fila della classifica si allunga con il trascorrere del- i le domeniche, restare invischiati nella zcna centrale è pericoloso e deleterio. Il prossimo turno di campionato prevede il confronto con il Lecco, un avversario tradizionale. Ricordate tre campionati orsono l’elettrizzante bagarre tra i grigi e i lombardi per aggiudicarsi la testa della classifica e il primato? Il confronto si preannunciava interessante in quanto l’Alessandria deve assolutamente vincere in attesa di trasferirsi a Monza a visitare il campo della capolista. « Non drammatizziamo oltre misura la sconfitta, commenta Franco Viviani, perchè la squadra si è battuta decisamente. 11 risultato ci dà torto, il gioco no anche se è necessario migliorare il tono atletico e la tenuta. L’importante è mantenere i contatti: le squadre che partono in testa non sempre arrivano prime alla meta. La collaborazione degli sportivi — conclude il mister — è importante per superare il momento critico. La vera Alessandria la si vedrà tra un mese ». L ’allenatore vagliato il materiale umano a disposizione resta del parere che i grigi possono recitare un ruolo di primo piano: la metamorfosi deve avvenire in un clima di distensione, evitando ulteriori dannosi colpi di scena. (Il Piccolo - Il Gattopardo) UNA RETE GALEOTTA AL 36' PIEGA I GRIGI A UDINE: 1-0 Dopo il tonfo di Venezia, dove domenica aveva perso con un secco 3-1, tutti si attendevano un nuovo capitombolo dell'Udinese. Era infatti logico, secondo i pessimisti, pensare che se la squadra di Rosa aveva perduto contro i lagunari allineatisi alla partenza di questo campionato privi di ambizioni, contro l'Alessandria dalle mire di promozione dovesse sottostare ad una nuova punizione. Erano in molti con le armi spianate pronti a gridare al « cruciale » di coloro che hanno messo in piedi questa formazione, ritenuta debole e dal gioco incolore. Invece i bianconeri hanno smentito, se è vero che sono riusciti a mettere il bastone tra le ruote ad un avversario che pensava di avere facilmente i due punti in tasca. La valorosa squadra ospite, s'è presentata come ci si attendeva: quadrata in ogni reparto, ben disposta tatticamente. Il suo gioco compassato ha forse nell'occasione favorito però l'entusiasmo e la determinazione del friulani, che dovevano riscattare la cattiva prova lagunare. La difesa era ben orchestrata dal prodigioso portiere Pozzani al « libero » Borghi che sovente si è spinto anche all'attacco. Maggiore difficoltà è stata riscontrata a centrocampo, che ha risentito delle marcature quasi ossessive dei bianconeri. Tale situazione ha finito coll'isolare le punte che già per loro natura non sono dei mostri di mobilità. Ecco spiegata perciò la sconfitta, che tutto sommato i grigi non hanno meritato. E' stata una palla galeotta del primo tempo a far soffrire i grigi e a togliere loro quella lucidità indispensabile per rimontare. Una divisione dei punti sarebbe stato un risultato più giusto ed equo di un incontro, quanto mai vivace e non privo di spunti tecnici. E' stata una partita brillante, corretta, giocata per tutti i 90 minuti di gioco. Viviani, l'allenatore degli alessandrini, a fine partita ci ha precisato che l'incontro si è risolto nel primo tempo « quando — ha affermato — potevamo anche spuntarla. Sta di fatto che siamo in netto progresso, e la nostra squadra potrà dire qualcosa di più tra un m;se, Ho fiducia nei nostri atleti, che oggi hanno dimostrato carattere tentando di rimontare il distacco ad ogni costo, sbagliando però dei gol già fatti ». L'Udinese lasciando in panchina il portiere Tamburini e mettendo tra i pali Marcarti ha ritenuto di dare maggior consistenza al sestetto difensivo. E per ciò, almeno per i primi 45 minuti di gioco, i fatti gli hanno dato ragione, in quanto l'Udinese non soltanto ha tenuto validamente testa all'avversario, ma è anche riuscita ad infilarlo con una rete di Gaiardi, dopo la mezz'ora, e quindi sulle ali dell'entusiasmo per la segnatura e continuare a giocare da pari a pari, difendendo a denti stretti il vantaggio. I bianconeri avrebbero forse potuto mettere al sicuro il risultato al 71', con Gustinetti, ma la palla calciata dall'ala destra veniva deviata in angolo da un difensore, a portiere ormai fuori causa. Si finiva la partita con tutti gli alessandrini protesi all'attacco; però era ancora Ferrari a costringere il portiere ospite ad una grande parata per impedire ai bianconeri di dare maggior consistenza al loro successo. (La Stampa - Ed. Sport - G.M.C.) Risultati: Albese - Bolzano 0 0 Belluno - Venezia 0-1 Clcdiasott. - Vigevano 1-1 Juniorcasale - Cremonese 0-0 Lecco - Seregno 0-0 Mantova - S. Angelo Lod. 1-0 Monza - Pro Vercelli 2-0 Trento - Padova 1-1 Treviso - Pro Patria 2-0 CLASSIFICA: Monza p.7; Juniorcasale, Seregno, Udinese 6 ;Clcdiascttom., Cremonese, Treviso, Mantova, Padova 5; Venezia, Alessandria, Bolzano, Pro Patria 4; Lecco, Trento, Vigevano, Albese 3; S. Angelo Lod. 2; Belluno, Pro Vercelli 0 Marcatori: 3 reti: Marcello Ressi (Bolzano), Basili (ClodVìsottomarina), Motta (Juniorcasale), Ardemagni (Mon. za), Aschettino (Venezia); 2 reti: Bortot (Cremonese), Polvar (Juniorcasale). Pardini (Mantova), Sanseverino (Monza). Manservigi (Padova), Foglia (Pro Patria), Martini (S. Angelo), Canzi (Seregno), Jori (Trento) ,Pasinato, De Bernardi e Osellame (Treviso), Perego (Udinese). Il punto sul campionato Una doppietta di Ardemagni in apertura e chiusura di match ha giustiziato la Pro Vercelli che è apparsa, al cospetto del Monza, alquanto deconcentrata particolarmente in fase offensiva. Il Mantova ha superato parecchio per battere il S.Angelo alla sua terza sconfitta consecutiva, ma la vittoria è stata meritata. C'è voluta un'ora al Casale per vedere un proprio attaccante portare una serie minaccia alla squadra avversaria, la Cremonese: entrambe le squadre non hanno regalato particolari emozioni al pubblico. Deludente 0-0 tra Albese e Bolzano: il risultato di parità ha rispecchiato l'andamento del match, equilibrato sotto il profilo del gioco anche se le maggiori recriminazioni, per le occasioni avute, sono da parte Albese. Non è stato fortunato, nè incisivo il Belluno in fase offensiva ma ha costretto il Venezia alla difensiva per gran parte del match: i neroverdi hanno sfruttato al meglio l'unica vera occasione avuta. Affermazione netta del Treviso anche se in parte propiziata dalla inferiorità numerica.