Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1975/1976
Serie C
19-10-1975 - Giornata: 6 - Monza - Gino Alfonso Sada


Monza AC - Alessandria Calcio US 1 - 0 (0 - 0)
RETI: 57. rig. Sanseverino [Mo]

Alessandria Calcio US Pozzani Flavio, Di Brino Marcello, Maldera (II) Attilio Benedetto, Borghi Ambrogio, Colombo Antonio, Valdinoci Andrea, Baisi Sergio Pietro, Vanara Elio, Corigliano Franco, Dolso Arrigo [64. Galassi Stefano], Pulitelli Giancarlo A disp.:Reja Edoardo, (P) Zanier Adriano All.: Viviani Franco

Formazione avversaria
MONZA AC: Colombo, Vincenzi, Gamba, Casagrande, Michelazzi, Fasoli, Tosetto [88. Oliva], Buriani, Peressin, Ardemagni, Sanseverino. A disp.: Terraneo, Zabotto. All.: Magni Alfredo

Arbitro: Lanzetti Franco (Viterbo)
Note
Ammoniti: Dolso [A]; Maldera [A] Spettatori: 5 mila circa, di cui 3.631 paganti, per un incasso di 7.386.300 lire. Inizio gara ore 14.30

Commento
AL «SODA» TRAMONTANO LE SPERANZE GRIGIE L’Alessandria, sconfitta su calcio di rigore, a sei punti dalla capolista # Una prestazione volenterosa, ma insufficiente per frenare lo slancio delle «furie rosse» L’undici di Viviani, surclassato sul piano del gioco, è andato a rete una sola volta in novanta minuti © Troppi interrogativi aleggiano sinistri sulla squadra, che alla vigilia del campionato era la favorita © A l mercato autunnale rinforzi o smobilitazione? # Aria di contestazione in vista del derby con i cugini della Juniorcasale Cinquemila spettatori monzesi hanno celebrato domenica il "sacrificio” dell’Alessandria, squadra retrocessa dalla serie cadetta. Il Monza da anni alla ricerca del rilancio pare essere finalmente riuscito a trovare la strada della riscossa vanamente inseguita per tanto tempo. Il confronto con i grigi costituiva per la compagine del giovane allenatore Magni una specie di banco di prova, un esame da superare per ottenere le credenziali per una pronta riabilitazione. Il responso del campo non ha lasciato dubbi: la capolista ha le qualità per primeggiare per porre una seria ipoteca alla serie B. I brianzoli hanno vinto per uno a zero, su calcio di rigore, ma ii successo è inequivocabile: se in campo c’era una squadra che meritava i due punti era proprio quella di casa. I dirigenti lombardi hanno operato in modo oculato, acquistando giocatori capaci di formare un complesso equilibrato, in grado di affrontare il lungo cammino della C con novantacinque possibilità su cento di spuntarla. L’Alessandria partita a sua volta con chiari proponimenti di riscossa — questi erano in fase d’avvio i proclami dichiarati dai dirigenti ed in particolare da Paolo Sacco — si è dimostrata alla resa dei fatti ben lontana dallo standard necessario per ipotecare il successo finale. La situazione di classifica dopo lo 0-1 di domenica è quasi fallimentare: sei punti dalla capolista sono veramente troppi per essere colmati anche se alla conclusione del campionato mancano ben trentadue partite. La stagione dei mandrogni è finita dopo sei giornate? La domanda è obbligatoria, necessaria per stabilire le reali capacità della compagine costretta a serrare i denti per resistere alle prime della classe e ad impegnarsi al massimo per strappare il successo alle squadre travet. Le quotazioni dell’Alessandria sono precipitate verticalmente il giorno del pareggio casalingo con il Mantova. I tifosi che avevano seguito prima con interesse e poi sbigottiti la fase precampionato e, il successivo cambio dell’allenatore, hanno gradatamente perduto fiducia nelle possibilità dei beniamini. Al ”Sada” di Monza solo una sparuta schiera di aficionados ha seguito la trasferta dei grigi: la massa è restata a casa ad attendere, nella speranza di essersi sbagliata. Sugli spalti sono scomparse le bandiere dei clubs, travolte dall’ondata di disinteresse che pare essersi abbattuta sui ragazzi i quali, a dire il vero, hanno ben poche responsabilità su quanto sta accadendo. Tutto tramontato per il vecchio Orso grigio? E’ la domanda che vorremmo rivolgere ai massimi responsabili della società, un tempo solleciti a magnificare le capacità e le possibilità dei giocatori ed ora misteriosamente eclissatisi. I] responso del campo ha reso giustizia a coloro i quali ammonivano e invitavano ad un sereno esame prima di trinciare giudizi che alla resa dei fatti si sono rivelati privi di ogni fondamento. L’assenteismo da parte dei tifosi va interpretato come un atto di protesta per il tradimento consumato ai loro danni; una contestazione dettata dal desiderio di vedere un’Alessandria di primo piano e non una squadra di mezza tacca come purtroppo accade attualmente. I responsabili, meglio il responsabile dell’attuale situazione, si identifica nella persona del presidente Paolo Sacco un ragazzo animato indubbiamente da ottime intenzioni, ma privo dell’esperienza necessaria per costruire una squadra degna delle tradizioni calcistiche della città. Una somma di errori iniziati lo scorso gennaio nel momento in cui il pupillo dell’ing. Remo Sacco tornò alla ribalta dopo il volontario esilio in cui si votò ancor prima che si concludesse la grande stagione che riportò le casacche grigie agli onori della serie cadetta. Paolo Sacco era riuscito laddove per sei anni il padre aveva vanamente tentato seguendo una politica discutibile, a volte assurda. Postosi al timone della società a stagione iniziata, e dopo che il padre si era rifiutato di spendere un centinaio di milioni per rinforzare la compagine, cercò di ripetere il miracolo del precedente anno. Per riuscirvi allargò i cordoni della borsa, promise premi eccezionali, ma la squadra spompata nulla poté per evitare il tracollo. I ragazzi affidati alle cure di Giorcelli, in attesa del ritorno di Dino Ballacci, si batterono con quanto fiato avevano in corpo per raggiungere la salvezza. Fu una lotta impari, a volte commovente quale mai si era vista in casa grigia. A conclusione dello sfortunato campionato sarebbe bastato, per creare una formazione valida, capace di affrontare le insidie del campionato semiprofessionistico, la conferma del vecchio blocco. Il presidente Paolo Sacco preferì invece agire faraonicamente impiegando, come ribadì recentemente, circa 700 milioni di lire per allestire una squadra capace di imporsi non per una incollatura, ma con largo margine. Lasciandosi trascinare più dall’istinto che dal giusto ragionare, si affidò a Giacomo Losi, allenatore sconosciuto, ma dalle risorse notevoli, così almeno si lasciò credere. Il neo mister acquistò giocatori a man salva attingendo a piene mani alle squadre meridionali ed in particolare alla Salernitana, società dalla quale proveniva. Giunse così ad Alessandria una schiera di baldi ragazzi che, alla resa dei conti dimostrarono i limiti più tecnici che agonistici. Quando sulla squadra piovvero le prime critiche non si tardò un solo istante ad accusare i pessimisti di disfattismo e di altri... reati. Trascorsero alcune settimane di incertezze ed alla fine si dovette ammettere che le cose andavano veramente storte. La mannaia cadde, come logica imponeva sul capo dell’ingenuo Losi, costretto a fare le valigie precipitosamente. Liquidato il responsabile dell’avventata campagna acquisti (ma, fu il solo?) si corse ai ripari chiamando alla guida tecnica Franco Viviani. L’allenatore genovese accorso al capezzale del grande ammalato ha tentato tutte le cure possibili per salvarlo. Ha lavorato con cognizione, ha ricostruito l’ambiente cercando di tagliare la testa ai responsabili delle sottili e sempre deleterie manovre di corridoio. I risultati purtroppo sono ancora da concretizzarsi, tutto è avvolto da una fitta coltre fumogena attraverso la quale è difficile leggere cosa si intende fare domani. Le contestazioni dei supporters dopo la gara con il Mantova hanno scavato un ulteriore baratro tra Paolo Sacco ed i tifosi stanchi di essere buggerati da promesse raramente mantenute. La cambiale del giovane presidente è scaduta il giorno stesso in cui la Reggiana piegò di misura la compagine mandrogna: si era pensato che l’amara esperienza fosse servita a qualcosa invece... Cosa accadrà domani è difficile a dirsi. L’allenatore al termine della partita con il Monza era tutt’altro che ottimista: pretattica o invece consapevolezza delle difficoltà che incontrerà nel cammino futuro? La squadra cammina a corrente alternata: gioca allo spasimo senza trovare il quid per riuscire ad imporre la propria volontà all’avversario. All’Alessandria mancano, in parole povere, i due-tre elementi per equilibrare i vari reparti, per trasformare il gioco attuale in qualcosa di maggiormente vivo e concreto. Per la partita clou della sesta giornata di campionato il mister aveva studiato lungamente ogni possibilità per riuscire ad imbrigliare la capolista. Sapendo che l’Alessandria si sarebbe giocata una grossa fetta di campionato ha puntato le maggiori chances sulla difesa, una tattica prudenziale elastica per sorprendere l’avversario in contropiede. Ricuperato Vanara gli ha affidato il compito di francobollare sulla fascia centrale affiancato da Borghi e il giovane Corigliano schierato con la maglia numero nove, ma in pratica funzionante come un ulteriore punto di appoggio del pacchetto difensivo. Negli intendimenti del tecnico il doppio filtro doveva frenare lo slancio delle punte brianzole consentendo a Dolso di sganciarsi per lanciare o affiancare le punte Baisi e Puntelli. Sulla carta le scelte si sono rivelate esatte, sono mancate però nel movimento condizione indispensabile per porre il bavaglio a giocatori come Sanseverino, Peressin e Tosetto, clienti piuttosto difficili da tenere sotto controllo. Quasi non bastasse, Casagrande si è rivelato un mediano di spinta inesauribile che costringeva Dolso ad un lavoro massacrante: Arrigo davanti alla prospettiva di seguirlo e di sfiancarsi ha preferito attenderlo in zona per contrarlo. 11 mediano tuttavia, assai svelto negli smarcamenti, si muoveva con una facilità impressionante portandosi ripetutamente in zona tiro. L’Alessandria non possiede scattisti, ma uomini che ragionano sulla palla per cui contro squadre giovani e fresche diviene sempre problematico riuscire a trovare la giusta quadratura per evitare danni peggiori. Lo stesso Vanara pure abile nel difendersi, nel contrastare ogni pallone in diverse occasioni si è trovato tagliato fuori dalla bagarre. La compagine grigia presa d’infilata da un complesso che si affidava al movimento per sorprendere l'avversario, ha finito per abbandonare ogni velleità d’offesa per cercare di salvare lo zero a zero unico risultato possibile in ' simili frangenti. Le stesse manovre di alleggerimento si sono rivelate stantie perchè invece di puntare sugli improvvisi capovolgimenti di fronte (lunghi traversoni, aperture sulle estreme) si avanzava con un gioco corto, asmatico, verticalizzato al punto da essere incentrato sulla linea centrale del campo. Manovrando al rallentatore, senza la possibilità di compiere sganciamenti improvvisi sulle punte (Pulitelli e Baisi non posseggono lo sprint dei cento metri) si finiva con il favorire il gioco dei monzesi pronti a ricucire l’offensiva con rapidi scambi sulle fasce laterali. L’undici di Magni pur in difficoltà al centro per l’attenta guardia esercitata da Colombo a Peressin, riusciva ugualmente a rendersi pericoloso sulle fasce laterali dove Tosetto e Sanseverino dominavano per scatto e incisività. Alla fresca vena dei monzesi i grigi riuscivano a malapena a contrapporre schemi troppo elaborati per riuscire a sovvertire il pronostico che li vedeva battuti ancor prima di scendere in campo. Il risultato di 0-1 a favore dei lombardi non fa una grinza: solo la grande giornata di Pozzani unitamente a Valdinoci e Colombo ha evitato una punizione assai più severa. Al voto positivo del pacchetto di retroguardia si contrappongono quelli negativi del centrocampo e delle punte. A proposito di queste ultime potremmo aggiungere che non vanno a segno da diverse domeniche. Realizzati i due gol nella seconda giornata a Treviso e altrettanti nel ricupero con il Sant’Angelo Lodigiano, Pulitelli, Baisi e Dolso non hanno saputo trovare lo spunto e lo spiraglio per passare. Due domeniche orsono propizia fu l’autorete del lariano Santi, ma a Monza il miracolo non si è ripetuto determinando la sconfitta senza attenuante. Una squadra con mire di alta classifica incapace di impensierire in continuazione l’estremo difensore avversario ha poche possibilità di uscire dall’anonimato del campionato. Lunedi si è aperto il calciomercato d’autunno, l’ultima possibilità per cercare di porre una pezza agli errori di luglio. Paolo Sacco ha manifestato ripetutamente l’intendimento di sfoltire notevolmente la rosa: come si comporterà? Rispondere alla domanda è tutt’altro che facile. Una cosa è tuttavia certa: gli sportivi sono sul piede di guerra pronti ad esplodere, piuttosto rumorosamente. Le troppe promesse non mantenute hanno reso l’atmosfera alquanto pesante. Evidenziano i tifosi che la famiglia Sacco rilevò l’Alessandria in serie B: dal giorno del loro avvento le maglie grigie hanno subito un periodo d’oscurantismo mai avuto in precedenza. Basta sfogliare un qualsiasi annuario per averne conferma: gli otto anni di serie C contro i tre di B dimostrano chiaramente che sinora si è molto chiacchierato e, se vogliamo speso, senza raggiungere i traguardi annunciati sovente in maniera roboante. Le frasi ’’faremo la squadra di serie B per andare in A » e così via sono ben presenti nella memoria degli sportivi i quali alle turlupinature vogliono i fatti. In caso contrario resta sempre la strada dell’abbandono o dell’esilio, senza rimpianto da parte di nessuno. La prossima settimana sapremo se i Sacco hanno ancora intenzione di tenere fede alla parola data oppure se preferiscono ritirarsi in trincea come è sovente accaduto in passato. (Il Piccolo - Il Gattopardo) A MONZA ALT ANCHE PER L'ALESSANDRIA Doccia fredda sulle ambizioni dei grigi. La vittoria più netta di quanto dica il risultato - Gol di Sanseverino su rigore A Monza duro colpo alle ambizioni dell'Alessandria. La sconfitta dei grigi, scaturita da un rigore provocato dall'irruenza di Valdinoci. spegne o, per lo meno attenua, le tante speranze della vigilia. Il cammino della serie C, è ovvio, è ancora molto lungo e tutto è possibile, considerata la durezza e l'incertezza del torneo, ma i grigi di Viviani sono ora a sei punti dalla capolista Monza, che viceversa è in piena salute e oggi l'ha dimostrato ampiamente. Quindi, viene difficile in questo momento concedere all'Alessandria qualche chance nella corsa alla promozione. Vorremmo condividere in questo momento l'ottimismo dimostrato al termine dell'incontro dall'allenatore Franco Viviani, il quale ha candidamente dichiarato che tutto sommato questa squadra non è poi così male come dicono in giro. Ma è difficile dargli ragione. Il risultato di oggi fa torto al Monza. Se è vero che i lombardi sono riusciti a passare solo su un calcio piazzato, è altresì vero che per tutta la partita non hanno mai mollato la loro incessante pressione sotto la porta difesa i non senza affanno dal vecchio Pozzani, mancando in modo incredibile alcune grosse occasioni per arrotondare il punteggio. E' giusto, comunque, riconoscere i meriti della difesa alessandrina, l'unico reparto che dia una certa garanzia di sicurezza. Ben asserragliato attorno al libero Valdinoci (forse in qualche occasione un po' fuori misura), il reparto ha retto gli assalti forsennati che la squadra di Magni ha portato fin dal primo minuto di gioco e si è trovato in difficoltà per la prima volta solo al 17' su affondo di Peressin. Le cose sono andate meno bene in centro campo. Il reparto non ha avuto polmoni per reggere il confronto con cursori indiavolati come Buriani, Ardemagni e Casagrande, gli uomini che creano le premesse per i molli gol (12 per la precisione) che il Monza ha fin qui segnato. Le due punte Baisi e Puntelli (irriconoscibile quest'ultimo rispetto al goleador opportunista ammirato l'anno passato nel Teramo), non hanno mai preoccupato la difesa monzese. Qualcosa hanno fatto solo nel primo tempo; nella ripresa, invece, non si sono mai, proprio mai, avvicinati a Colombo. Viviani, che a Monza è stato vivacemente contestato dai tifosi locali che lo ricordano alla guida dei monzesi nell'anno della retrocessione in serie C, si è trento in mano una squadra già fatta, con uomini che non ha scelto e che ora sta impiegando come può. Il clima di tensione scaturito dal mancato ripescamento in serie B e dall'improvviso cambio della guida tecnica voluto dal presidente Sacco, turba ancora la squadra. Alcuni episodi di nervosismo (per esempio uno scambio di spinte tra Valdinoci e Puilitelli) e tanti altri gesti disofferenza, sono sintomi dell'irrequietezza che ancora turba i \| giocatori. Probabilmente la società si I muoverà sul mercato di novembre per cercare di reperire gli uomini più adatti per uscire da questo tunnel. Forse sarà tardi. Il Monza si sta allontanando con \| la velocità della lepre inseguita e in questo momento all'Alessandria mancano le gambe necessarie per essere un buon cane da caccia. Oggi esce da Monza k.o. Di fronte ha avuto una squadra che veramente merita la serie B e con tutta probabilità ci arriverà e senza troppi affanni. La prima nota di cronaca della partita è — fatto significativo — l'ammonizione di Dolso per scorrettezze. Solo al 17' c'è lavoro per uno dei portieri. Il primo che corre pericoli è l'alessandrino Pozzani. minacciato da una bella combinazione Sanseverino-Peressin. Due minuti dopo è ancora Sanseverino che fa tutto da solo. Salta come birilli quattro difensori grigi, ma spara sopra la traversa. Insiste il Monza nella sua tambureggiante azione e per la terza volta Sanseverino va vicino al gol raccogliendo al volo una corta respinta dì Borghi. Al 25' il primo dei tre tiri in porta dell'Alessandria. Lo effettua Puntelli, ma Colombo para a terra con sicurezza. Pochi attimi e si rifà sotto il Monza alla ricerca di un gol che per un motivo o per l'altro non vuol venire. Al 30' c'è gran confusione in area ospite. Un difensore salva sulla linea a portiere ormai battuto su un tiro a colpo sicuro di Sanseverino. Tre minuti dopo secondo velleitario affondo dell'Alessandria, ma il colpo di testa di Corigliano va alto. Ancora un tentativo del Monza con Tosetto che Pozzani sventa con bravura; poi la fine del tempo. Riprende la partita con la stessa fisionomia. Già al 47' Peressin manda di poco a lato con un bel colpo di testa. Al 57' l'atto decisivo della partita. Burian: scatta con irruenza in area, Valdinoci lo affronta e lo atterra. Batte il rigore Sanseverino e segna. L'Alessandria si sbanda ancora di più. Un errore di Dolso mette in moto Tosetto, ma Pozzani rimedia ancora una volta. Viviani tenta la carta Galassi (una punta) e fa uscire Dolso. La mossa non riesce perché Valdinoci e compagni non hanno ormai più energie sufficienti per insidiare lo porta monzese. Anzi, sono i padroni di casa a farsi sempre più pericolosi imbaldanziti dal vantaggio. Fra le ultime azioni della gara create dagli avanti lombardi, da segnalare ancora un tentativo di Sanseverino (sempre lui) al 65' e un tiro di Ardemagni al 68'. Finisce in crescendo per il Monza. Negli ultimi 10 minuti qualcuno degli alessandrini si sveglia, ma è troppo tardi. (La Stampa - Ed. Sport - Fabio Vergnano) Risultati: Albese - Sant'Angelo Lod. 0-0 Belluno - Padova 1-1 Clodiasott. - Udinese 1-1 Juniorcasale - Seregno 2-1 Lecco - Pro Vercelli 1-0 Mantova - Cremonese 0-0 Trento - Bolzano 3-0 Venezia - Treviso 0-0 Vigevano - Pro Patria 0-0 CLASSIFICA: Monza p.11; Cremonese, Juniorcasale, Padova 8; Clodiasott., Treviso, Pro Patria, Seregno, Mantova, Udinese 7; Venezia, Bolzano, Lecco 6; Trento, Alessandria 5; Albese, S. Angelo Lod., Vigevano 4; Pro Vercelli 2; Belluno 1 Marcatori: 4 reti: Scolati (Bolzano) Basili (Clodiasottomarina) M otta (Juniorcasale), Sanseverino (Monza); 3 reti: Poivar (Juniorcasale), Ardemagni (Monza), Canzi (Seregno), Jori e Di Giovanni (Trento), Pasinato (Treviso) Aschettino (Venezia), Marcello Rossi (Bolzano). 2 reti: Rossi (Belluno) Bortot (Cremonese), Pardini e Mongitore (Mantova), Tosetto (Monza), Manservigi (Padova), Foglia e Fomara (Pro Patria), Codogno (Pro Vercelli), Marini (Sant’Arigelo Lodigiano), Bertogna (Trento), De Bernardi e Osellame (Treviso), Garganico (Udinese). Il punto sul campionato Prima vittoria al "Natal Palli" del Casale a spese del Seregno: la vittoria non ha destato eccessivo entusiasmo. Primo sofferto punto conquistato dal Belluno contro il Padova: nel primo tempo la rete di Fanani, nella ripresa il pareggio di Rossi. Mantova d'attacco per tutta la partita e Cremonese raccolta in difesa: questo lo specchio della partita terminata con un pareggio senza gol. I limiti dell'attacco e della manovra del Vigevano sono emersi nel confronto casalingo contro la Pro Patria: l'incontro è terminato a reti inviolate. Sfortunata prestazione della Pro Vercelli a Lecco: ha perso ma avrebbe meritato il pareggio se si considera che gli ospiti hanno fallito un calcio di rigore nel corso del primo tempo e colpito una traversa nella ripresa.