Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1975/1976
Serie C
26-10-1975 - Giornata: 7 - Alessandria - Giuseppe Moccagatta


Alessandria Calcio US - Juniorcasale AC 1 - 0 (1 - 0)
RETI: 45. Giani P.[A]

Alessandria Calcio US Zanier Adriano, Di Brino Marcello, Vanara Elio [61. Maggioni Gian Luigi], Reja Edoardo, Colombo Antonio, Borghi Ambrogio, Giani Pierluigi, Pillon Giuseppe, Baisi Sergio Pietro, Dolso Arrigo, Frigerio Emilio A disp.:(P) Favot Sergio, Galassi Stefano All.: Viviani Franco

Formazione avversaria
JUNIORCASALE AC: Trombin, Gilardino, Zanella, Fait, Landini, Depetrini, Motta, Riva, Trevisani, Marongiu, Polvar [72. Militello]. A disp.: Grisendi, Gatti. All.: Vincenzi Guido

Arbitro: Tani Fernando (Livorno)
Note
Espulso Marongiu [J]. Ammoniti: Fait [J], Colombo [A], Dolso [A], Marongiu [J], Di Brino [A]. Angoli: 2-4. Spettatori: 4.775 paganti, incasso L. 13.320.750 Inizio gara ore 14.30

Commento
I MOSCHETTIERI GIANI E FRIGERIO RILANCIANO LE QUOTAZIONI GRIGIE La settimana più lunga della società grigia si è chiusa in gloria, persino la dea bendata ha dato una mano all’undici ’’riveduto e corretto” che Franco Viviani ha inviato in campo per fronteggiare le furie nerostellate. L’Alessandria nella giornata che si preannunciava nerissima è riuscita a bloccare la squadra di Vincenzi e a riportarsi a galla. Due punti che valgono oro nonostante il discorso promozione sia tuttora accantonato. Il Monza in vetta alla classifica procede con gli stivali delle sette leghe, liquidata l’Alessandria è andato a vincere a Cremona. I lombardi marciano a mille, fermarli sarà impresa tutt’altro che facile. L’Orso grigio bastonato in Brianza, in formazione inedita ha acciuffato la seconda vittoria stagionale, si accinge a recarsi sabato ad Alba per bere alcune sorsate di barbaresco per rinforzarsi. Abbiamo parlato di settimana più lunga: spieghiamo al lettore l’accaduto, seppure sommariamente. Il giovin presidente Paolo Sacco lunedì da Roma concede una intervista al corrispondente della « Gazzetta del popolo ». Dice a chiare lettere che è stufo di calcio, di sganciare quattrini o palanche. « Devo assolutamente rientrare e sfoltisco ». La parola sfoltimento significa che Pozzani, Di Benedetto, Valdinoci, Maldera, Corigliano, Marcolini, Pulitelli, Curcio, Di Meo cambiano aria. Nell’estate Paolo fece spese pazze su indicazione di Losi. Sull’altare della grandeur sacrifica la bellezza di 700 milioni di lire e sul piano pratico si trova a mani vuote. La squadra non gira, il pubblico protesta e contesta. Il presidente fa i suoi bravi calcoli dicendo di essere disposto a cedere pure la società, e spara la cifra, 900 milioni di lire trattabili come una partita di pomodori. La notizia ha l’effetto di una bomba al naplan: cosa succede nella sede di via Gentilini? L’allenatore Franco Viviani preso tra l’incudine e il martello fa buon viso a cattiva sorte e si mette al lavoro per salvare la barca che minaccia di affondare. Il responsabile alessandrino ribadisce che non tirerà fuori un soldo, gli ingaggi sono troppo salati, la gestione si appesantisce mentre le banche lo assillano. Il presidente dimentica che i giocatori firmarono in bianco e che la cifra sui contratti l’appose di proprio pugno. Nell’Alessandria da qualche anno a questa parte, ne accadono veramente di cotte e di crude, restare saldi è impresa tutt’altro che facile. Sacco va al ’’Leonardo da Vinci”, cede Pulitelli, permuta Maldera con Cazzola, inizia le trattative per alleggerire un bilancio che denuncia una passività superiore al miliardo e mezzo di lire. Papà Sacco per responsabilizzare il figliole è andato sull’Aventino ed il ragazzo per fronteggiare agli impegni deve necessariamente ricorrere alle cessioni per portare a casa un po’ dei soldi sperperati a luglio quando Losi pareva il salvatore della patria. Viviani si dà un gran da fare, a Como conosce Beltrami ed altri per cui bussa alla porta per avere Giani e Frigerio in prestito. Potrebbe acquistarli, ma Sacco non ’’intende spendere una lira”. Perchè rovinarsi per il calcio? Meglio fare l’indiano sperando che i risultati gli diano ragione. I tifosi nel frattempo rumoreggiano, minacciano di usare il bastone; invitano Sacco ad essere presente al derby, ma il giovane preferisce starsene in disparte. Presentarsi al Moccagatta è rischioso: se vincono le casacche grigie tutto fila via liscio, in caso contrario... La massa degli sportivi è interdetta per la sequenza di interviste rilasciate dal presidente deciso a mollare L’ultima dichiarazione è di venerdì: « Cerco di rientrare il più possibile. Attendo che qualcuno mi venga a rilevare per la cifra indicata. Dello stesso parere anche se la squadra vincesse il campionato »». Più chiaro di cosi... Cosa dicono i possibili acquirenti della vecchia c gloriosa società? Diciamo che sono pochi e nessuno intende sborsare una sola lira anche se il valore di quest’ultima è da fallimento. « I dieci anni di gestione Sacco hanno caricato la società di debiti ingenti. Perchè dovremmo pagarli noi? Novecento milioni di lire: scherziamo. I Sacco riportino la società nella serie cadetta dove la rilevarono, azzerino il bilancio indi vedremo sul da farsi »». Il discorso non fa una grinza, nessuno insomma intende accollarsi la gestione appesantita dall’industriale di Spinetta che ha sempre fatto il bello e il cattivo tempo con il risultato di tenere i grigi otto anni in serie C c solo uno in B. Quest’ultima promozione piovve tra capo c collo tanto da disorientare il "patron” e Dino Ballacci pagò con la testa il troppo ardire. Paolo Sacco stanco del giocattolo regalatogli dal padre, ha deciso di farla finita (ma non era già fuori del giro lo scorso anno?) iniziando un processo distruttivo i cui risultati saranno visibili c controllati a fine stagione. Il presidente ha molti pregi, ma il difetto di dimenticare facilmente cosa dice. Due anni orsono vaticinò l’Alessandria nientemeno che in serie A ed invece rischia la D. Cosa da fare rabbrividire nonostante gli sportivi siano abituati agli umori del massimo esponente della società mandrogna. L’Alessandria dei ”700 milioni di lire” destinata a fare un sol boccone degli avversari è ridotta piuttosto maluccio: Maggioni, Pillon, Giani e Frigerio in prestito: Gaiassi in comproprietà; Vanara, Reja, Baisi. Dolso in età pensionabile. Restano Zanier, Di Brino, Cazzola, Colombo e Borghi, troppo pochi per lavorare a lunga scadenza conoscendo l’intenzione del figlio dell’industriale di mollare la baracca in altre mani o di vendere per ricuperare un passivo incolmabile. Meglio ignorare il futuro, coprirlo con una grossa pietra e sperare nel miracolo nonostante gli eventi soprannaturali siano sempre più rari. Esaurita la premessa per illustrare il modo "nuovo” di amministrare in seno alla società grigia torniamo alla squadra sulle cui spalle pesa l’onore e l’onere di evitare la retrocessione in serie D. Dimenticavamo di raccontare l’ultima trattativa andata a monte, quella di Mazzia trasferito a Biella e tornato precipitosamente alla corte grigia dopo il recupero in extremis di Elio Vanara. Con l’ex juventino conosciuto pure come "l’AItafini dei poveri” era stato raggiunto un accordo di massima, tutto era pronto, bastava solo la sigla del contratto. All’ultimo momento colpo di scena: Mazzia vuole il denaro in anticipo, non lo ottiene e sdegnato si reca a Vercelli firmando il contratto. Mister Viviani con nervi d’acciaio ha affrontato il derby con la Juniorcasale come il generale che cerca nell’offensiva improvvisa l’unica via per rompere l’accerchiamento per rimettere ordine nelle file. Il mister sino alla vigilia è rimasto in attesa delle decisioni del presidente sul futuro dei portieri, indi ha affidato la maglia numero uno a Zanier. L’ex udinese costretto ad un’anticamera forzata ha onorato i galloni con alcuni interventi splendidi salvando il risultato. Un esordio alla grande che attende ovviamente una conferma Costretto dagli eventi l’Alessandria è scesa in campo con uno schieramento veramente ringiovanito: Baisi e Frigerio le punte, Giani tornante, Dolso regista sostenuto da Pillon; Reja in posizione arretrata per coprire gli spazi lasciati vacanti da Di Brino o Vanara coppia di terzini inedita in attesa dell’arrivo dell’ex barese Cazzola scambiato alla pari con Maldera. I nero-stellati avvantaggiati sul piano psicologico c tattico hanno cercato di fare loro il derby tentando di aggirare con Motta la retroguardia grigia raccolta nella propria metà campo in attesa di produrre lo sforzo per cogliere l'avversario con le spalle sguarnite. Depetrini e compagni hanno probabilmente sottovalutato i padroni di casa raccogliendo al termine dei novanta minuti solo le briciole. L’Alessandria pur in difficoltà sulle bordate dei casalesi ha stretto i denti riuscendo, grazie anche a Zanier, a fare trascorrere i minuti delicati della fase d'avvio. A dare manforte alla squadra di casa si è finalmente schierata la dea bendata che ha ottenebrato le idee al portiere Trombin sorpreso nel finale del primo tempo da un forte tiro di Giani: il pallone, beffardo, gli è scivolato tra le gambe finendo nel sacco. Il vantaggio ha messo le ali ai grigi scompaginando i nerostellati che, pur superiori come volume di azioni, non erano riusciti a fare breccia. L'undici di Viviani ha compiuto una vera metamorfosi: Giani piuttosto titubante si è trasformato nella ripresa in un tornante inesauribile pronto ad incunearsi sulla fascia destra, li ragazzo galvanizzato dalla rete messa a segno è cresciuto di un palmo macinando chilometri su chilometri, portando a ripetizione lo scompiglio in area casalese. Sulla sinistra Frigerio ha ribadito di essere un’ala che punta al sodo. L’ex comasco infatti si inserisce bene, cerca lo scambio e, cosa importante, ha il fiuto del gol. Splendide alcune conclusioni nel finale di gara. La « mancina » che nella scorsa stagione militò nello Spezia mettendo a segno dieci gol ha la stoffa per togliersi diverse soddisfazioni. Le scelte di Viviani risultano azzeccate a dimostrazione che il mister genovese ha fiuto fino come ripetutamente sostenuto. Lo avessero assunto a luglio certi errori grossolani sarebbero stati evitati. Accanto ai due "gioielli” l’allenatore ha posto un altro giovane, il diciannovenne Pillon. Il ragazzo ha classe notevole, commette errori veniali dovuti essenzialmente all’inesperienza. L'interno tratta con abilità il pallone, ma indugia ad inserirsi nel vivo dell’azione. 11 campionato è lungo, sotto la guida di Viviani il giovane ha possibilità per diventare realmente qualcuno. Abbiamo detto di Dolso chiamato a svolgere un ruolo importantissimo, il regista, il cervello pensante del coliettivo. Arrigo ha svolto con sufficienza la mansione affidatagli, peccato ecceda in inutili falli che gli costano invariabilmente la ammonizione. Giocasse con calma, regolarità si trasformerebbe in un regista di primo piano. L’esibizione complessivamente è sufficiente nonostante le riserve esistano. La mentalità calcistica di Dolso non si può cambiare rapidamente, ma Viviani. cocciutamente, insisterà per ottenere dal giocatore il miglior rendimento. Incerte restano le prestazioni di Baisi confermato alla guida dell’attacco dopo la partenza di Pulitelli per Pisa (il centravanti domenica ha segnato il gol che ha consentito alla nuova squadra di violare il campo della Pistoiese di Ballacci). Il centravanti è tuttora lontano dalla forma migliore come del resto accade per Reja. Il centrocampista ha giocato al risparmio in quanto a corto di preparazione, solo nella ripresa è uscito dal guscio mostrando qualcosa di buono. Da un giocatore della sua taglia logico attendersi un rendimento maggiormente incisivo se non altro per meritare la quotazione finanziaria che la società gli corrisponde. « Reja non è a posto, è partito in sordina — lo ha giustificato Viviani pur svolgendo il compito di controllore di una determinata zona del campo, Diciamo che attualmente è al sessanta per cento della forma. II ragazzo ha un grosso carattere e alla distanza uscirà autorevolmente ». Nulla da eccepire sulle prestazioni di Vanara, Colombo -— sempre validissimo l’apporto in fase difensiva — e del libero Borghi. L'ex varesino è tornato ad occupare il posto più congeniale, la classe per imporsi gli faciliterà l'ambientamento. Generosa la prestazione di Di Brino impiegato costantemente nella guardia di Motta il più filtrante dei nerostellati. Di Zanier si è detto: il portiere ha iniziato la milizia in grigio da gran campione neutralizzando alcuni tiri veramente pericolosi. A conclusione della partita Viviani oltre ad elogiare i ragazzi ha parlato di « ciclo nuovo » apertosi in occasione del derbissimo con i cugini casalesi. Il tecnico ha detto un'altra cosa importantissima: « li successo tranquillizzerà i tifosi che si stringeranno attorno alla squadra: non si può giocare al calcio senza di loro ». Affermazione sacrosanta tendente a pacificare gli animi, a creare un’atmosfera nuova in vista del cammino da percorrere. Nell’attesa di conoscere la destinazione dei grigi iscritti nella lista di collocamento, lo sportivo guarda al prossimo impegno (Alba) per vedere se è tutto oro quel che luccica nella formazione grigia tornata ad indossare la vecchia divisa. Il mister ha una settimana di tempo per creare un collettivo efficiente, capace di battersi con risultati positivi. Nel calcio ha ragione chi vince, lo ha riconosciuto lo stesso Viviani a fine gara. Vedremo se il vecchio adagio « non tutti i mali vengono per nuocere» troverà conferma nelle prossime gare. Nel frattempo Sacco ha il tempo necessario per compiere un esame di coscienza, per valutare la situazione e, possibilmente per uscire dalla posizione equivoca che si trascina da un decennio. (Il Piccolo - Il Gattopardo) ALESSANDRIA IN RIPRESA A SPESE DELLA JUNIOR Un coro di proteste del covo degli ultras prima dell'inizio e battute piene di veleno, generalizzate e pure individuali, in tribuna e nel piazzale antistante lo stadio. La contestazione, temuta da pochi e attesa da molti, è tutta qui. Paolo Sacco e il fratellino Carlo fiutano l'aria e pensano bene di non farsi vedere: In fondo, fanno i conti, è meglio stare per un po' alla larga; noi siamo i padroni, abbiamo i soldi e abbiamo ragione, però questi tifosi, si sa, sono irrazionali e facili alle emozioni, quindi è meglio che sfoghino il loro malcontento contro qualcun altro. Facciamo così, è meglio, poi si vedrà. Paolo Sacco, che in passato si è dimostrato tutt'altro che un mostro di accortezza, stavolta vede giusto: l'Alessandria, che l'allenatore Viviani dopo la partita definisce «del nuovo ciclo» ma che In verità è il semplice risultato di esigenze di mercato ancora aperte, batte lo Juniorcasale in un derby combattuto e anche bello, che però dell'atmosfera dei vecchi tempi conserva solo il colore delle maglie. I tifosi, carichi di amarezze represse, agitano le bandiere e serrano i pugni, sfogando la loro rabbia in inutili lazzi: erano venuti per contestare i Sacco e devono limitarsi a scortare l'uscita del pullman degli avversari con il rombo irriverente del tamburi. Paolo Sacco, dunque, paradossalmente, guadagna un po' di tempo: in settimana aveva dichiarato di voler sfoltire la rosa, smembrando la squadra, ed aveva già incominciato cedendo Maldera al Bari e Pulitelli al Pisa; ora, calmati momentaneamente i tifosi con la vittoria contro lo Juniorcasale, può tranquillamente portare a compimento il suo disegno. Sempre che i tifosi, tacitati ma non convinti, glielo permettano. Oggi l'Alessandria, oggettivamente, dà una mano al suo presidente, così come la fortuna, oggettivamente, dà una mano all'Alessandria: scesa in campo senza Pozzani, Corigliano, Marcolini, Valdinoci e Di Benedetto, tutti in procinto di cambiare maglia, la formazione di Viviani corre e s'impegna, ma soffre a lungo contro uno Juniorcasale che è più squadra e collettivo. Il centrocampo, nel primo tempo, è in mano agli ospiti che attaccano e difendono in massa creando gioco e movimento, mentre i padroni di casa, attenti e grintosi in difesa, affidano spesso al lancio lungo e alla voglia di ben figurare di Giani e Frigerio, i nuovi acquisti, ogni velleità offensiva: il gioco è piacevole, aperto, ricco di capovolgimenti di fronte e anche di correttezza. Il pareggio fin qui ci sta tutto, forse addirittura meriterebbe qualcosa di più lo Juniorcasale che in un paio di occasioni sfiora il gol con Motta. E invece, guarda un po', segna l'Alessandria, proprio allo scadere del primo tempo: Dolso batte una punizione dalla sinistra e nel mucchio saltano tutti; tocca Giani di testa e la palla si smorza sui piedi. Un colpo secco e Trombin, afferrato il pallone, se lo lascia sfuggire, beffardo, in mezzo alle gambe. Giancarlo Cerutti, presidente dello Juniorcasale, impallidisce in tribuna. Mezz'ora dopo, al 60', impallidisce di nuovo, scattando sulla sedia, quando l'arbitro Tanì, ottimo fino a quel momento, decide praticamente la partita cacciando dal campo il numero 10 Marongiu, ammonito in precedenza, è vero, ma reo soltanto di un fallo veniale. A questo punto l'Alessandria, con un uomo in più, riprende quota: Dolso e Pillon (ottima la loro prova) si piazzano sul centrocampo a dirigere il gioco con calma, mentre gli attaccanti, favoriti dalla posizione avanzata del difensori casalesi che tentano sempre più spesso di appoggiare le punte, si rendono assai pericolosi in contropiede. Malgrado tutto, il presidente Cerutti ha modo d'impallidire una terza volta, al 78', quando Motta, in area viene chiuso da un intervento a forbice di Di Brino: è rigore netto, ma Tani fa finta di nulla ed il gioco prosegue: «Ci rifaremo a Casale», commenta diplomaticamente il dirigente, mentre assai meno diplomaticamente qualcuno accanto a lui insinua che « l'arbitro Tani è stato il miglior acquisto di Sacco all'Hilton ». Vincenzi, serio come sempre, ha gli occhi bassi. Viviani, nello stanzone accanto, giustifica di fatto il suo presidente, forte della vittoria. Fuori, gioia e amarezza si consumano nel rullio monotono del tamburo. (La Stampa - Ed. Sport - Carlo Coscia) I tifosi alessandrini, esasperati nel corso della passata settimana per le dichiarazioni del presidente Paolo Sacco, che aveva comunicato la sua intenzione di cedere la squadra e, se questo non fosse possibile, di smobilitare con la cessione di alcuni giocatori, hanno dimostrato molto più buonsenso del giovane dirigente incitando rumorosamente i grigi. In verità il fatto che la squadra abbia vinto e che per il derby con lo Juniorcasale, fossero giunti in massa al «Moccagatta» i sostenitori casalesi (complessivamente 4775 gli spettatori paganti per un Incasso di 13 milioni 320 mila 750 lire), ha contribuito a far dimenticare l'ira verso il presidente Sacco che, prudentemente, non si è fatto vedere, cosi come nessuno della famiglia ha osato affrontare il giudizio degli alessandrini. Il tifo per i grigi ed i molti sfoghi, verbali, verso i «cugini», ha fatto pertanto sfumare la minacciata e temuta contestazione. E' comunque chiaro che il risentimento verso Paolo Sacco non si è spento, ora si attende la squadra, ridimensionata, alle prove future: se fossero negative sarà difficile allora far scordare quanto è accaduto. L'Alessandria ha dunque vinto, anche se più per fortuna che per merito proprio, come sostengono negli spogliatoi dello Junior Casale. «L'unica cosa andata male — esordisce il presidente Cerutti — è l'arbitro. Ha espulso Marongiu quando identico provvedimento bisognava adottarlo anche per Dolso; non ha concesso rigori indubbi. La partita a questo punto è stata falsata. Abbiamo perso immeritatamente due punti, giocando meglio ». Lo sfogo del presidente è confermato dall'allenatore Vincenzi: «I tifosi, i dirigenti — dice — non possono accettare quanto è accaduto oggi. Non si può indebolire una squadra mandando fuori un uomo soltanto per una spallata». Ben diverso il discorso negli spogliatoi del grigi. «Se avessimo vinto due a zero — esordisce Viviani — non ci sarebbe stato nulla da ridire. Risultato a parte, un'analisi dell'Alessandria non può che fornire una nota lieta: ha dimostrato vivacità, l'inserimento del giovani nuovi e meno nuovi, è andato bene ed ha portato, come ci si aspettava, intraprendenza e bel gioco. Bisogna ancora lavorare ma è iniziato un ciclo nuovo». (La Stampa) Decide l’arbitro ad Alessandria con scoraggiante precisione Troppi ot...Tani nel motore grigi IL DANNO E LA BEFFA PER UNA SQUADRA CHE NON MERITAVA Il derby, questa festa del calcio provinciale riportata alla storia dopo 23 anni di assenza, attesa da tutti con l’ansia riservata alle grandi occasioni, ha incrementato domenica scorsa il suo antico fascino o almeno ha suscitato tanti isterismi che passerà del tempo prima che si possa dimenticare. Il che fa parte delle attrattive di un derby, che però non e stato festoso, ne ha parlato di calcio e automaticamente passerà alla storia e già ispira propositi revanchisti a quelli tra i protagonisti che si sono sentiti defraudati. L’incontro si può scomporre agevolmente in due parti, esattamente corrispondenti ai tempi che frazionano i 90’ regolamentari. Nella prima parte della gara si e vista una ottima Juniorcasale che, superato il consueto assestamento iniziale, ha iniziato a macinare gioco a centrocampo e a fornire assistenza alle prodezze di Motta; domenica scorsa assolutamente entusiasmante. All’Alessandria sono rimaste le briciole: surclassati dal ritmo e dal collettivo casalese, i grigi, che pure vantano uomini di classe che nel Casale non ci sono, hanno visto parare il loro portiere con preoccupante frequenza, mentre sull’altro fronte Trombin non è stato mai impensierito. L’arbitro Tani di Livorno in questa prima parte della gara si è messo in cattiva luce per colpe particolari: è parsa un po’ spicciativa l’ammonizione di Fait e piuttosto tardiva quella di Colombo, mentre a Di Brino - affannato nelle marcature dello scatenato Motta - veniva concessa la massima libertà nelle scorrettezze. In occasione di un atterramento di Motta in piena area ad essere tanto diffidenti, si poteva anche sorvolare: senza dubbio non si era in presenza di un direttore di gara molto ispirato, ma nonostante tutto la partita possedeva ancora un equilibrio agonistico accettabile ed ai tifosi casalesi, irritati da queste ancor piccole ingiustizie, restava pur sempre la consolazione nel constatare che il gioco pendeva tutto dalla parte dei loro beniamini. L’infortunio di Trombin si colloca a metà esatta della partita e fa da elemento separatore tra le due parti di cui dicevamo: il nervosismo già affiorato in campo nel finale del primo tempo esplode nella ripresa, alimentato dalle velleità nerostellate smaccate dal gol di svantaggio subito a quel modo. L ’episodio dell’espulsione di Marongiu conferma la bieca ostilità dell’arbitro. Marongiu è un giocatore correttissimo, calmo: quando Dolso gli piomba dall’alto a gambe tese, non può trattenere un accenno di reazione, peraltro subito domato. In fondo è giusta la decisione del signor Tani di ammonire entrambi, ma fa ridere che il centrocampista casalese venga espulso poco dopo per un banalissimo spintone che fa perdere l’equilibrio a Pillon. Allora indubbiamente vien fuori l’Alessandria perchè in 10 contro 11 è difficile per il Casale inseguire gli avversari e al tempo stesso operare tanto accortamente da non esporsi al contropiede. Nonostante tutto le azioni più pericolose vengono dai nerostellati: Motta praticamente da solo, perchè ad aiutarlo c’è un Polvar piuttosto inconcludente, provoca altre due incursioni fermate con falli degni della massima punizione. Ogni volta il signor Tani e lì a guardare, ma nessuno dei falli subiti dalla punta gli par degno di considerazione. E il derby finisce con strascichi isterici: in tribuna ci si pesta moderatamente, Depetrini, uscendo dal campo, ammonisce tutti che ci sarà un ritorno [ed i tifosi alessandrini vorrebbero mangiarlo], il giovane Leonardo Vaccarone si sbraga per schernire dal pullman i tifosi della parte avversa. Il quadro a questo punto è completo: manca solo qualche considerazione sulle possibili conseguenze di questo derby. Anzitutto le decisioni del direttore di gara costerà la squalifica a Marongiu e la diffida a Fait, continuando nel tempo la sua opera demolitrice ai danni della squadra nerostellata. Già possono crearsi altri grattacapi per Vincenzi [se non verranno sostituiti alla chiusura del mercato] nell'allestire la formazione nerostellata per affrontare il Trento. Poi quanto conterà questo smacco sul morale dei giocatori? In che modo reagirà la squadra ad un’esperienza amareggiante come questa? (Il Monferrato - Antonio Bori) RISULTATI: Cremonese – Monza 0-1 Padova – Venezia 0-0 Pro Vercelli – Clodia 3-0 Pro Patria – Bolzano 1-1 S.Angelo – Vigevano 1-1 Seregno – Belluno 0-0 Trento – Albese 1-0 Treviso – Lecco 1-1 Udinese – Mantova 1-0 CLASSIFICA: Monza p. 13, Padova, Udinese 9, Cremonese, Pro Patria, Treviso, Juniorcasale, Seregno 8, Trento, Alessandria, Venezia, Lecco, Mantova, Clodia, Bolzano 7, S.Angelo, Vigevano 5, Pro Vercelli, Albese 4, Belluno 2. MARCATORI: 5 reti: Sanseverino (Monza), Cavagnetto (Pro Vercelli), 4: Rossi (Bolzano), Basili (Clodia), Motta (Juniorcasale), Di Giovanni (Trento). Il punto sul campionato Il Monza vince a Cremona, il Padova pareggia con il Venezia: così i brianzoli allungano in classifica ed al secondo posto i biancoscudati sono raggiunti dall'Udinese che ha regolato di misura il Mantova. Altre dodici squadre seguono a uno-due punti di distanza. L'Albese battuta al Briamasco di Trento da un gol incassato nel finale di gara è, assieme al Belluno (che ha ottenuto il suo secondo punto stagionale a Seregno) l'unica squadra a non aver ancora vinto. Il Monza è la sola imbattuta e poi c'è la Pro Vercelli, allergica ai pareggi: due vittorie e cinque sconfitte finora per le bianche casacche.